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Un mondo apparentemente impenetrabile, una storia da scandagliare secondo differenti piani di lettura.
Chi vuole provare a dire la sua?
 
 
Domina nocturna
di Ernesto di Nunzio

 

 

Chi lo ha detto che un libro vada letto in maniera lineare? Come dire dall’incipit alla parola fine? Non è davvero il caso di “Domina nocturna”, perché il suo autore ha adottato una struttura del tutto nuova, attraverso differenti piani di lettura. “Domina nocturna” è, infatti, un libro in due parti. Anzi due libri ben distinti: alla maniera antica. Perché di una storia antica si tratta. Una di quelle storie che solo per caso ci sono pervenute, perché si parla di una donna del popolo, Pellegrina Vitello, trent’anni, seducente come il diavolo, vissuta a metà del Cinquecento. Il Libro primo è intitolato "La Signora della notte". Vi si raccontano le giornate incalzanti del processo “super magariam”, perché la protagonista è accusata dalla Santa Inquisizione siciliana di fare sortilegi e divinazioni, con invocazione di demoni. Lei naturalmente nega, mentre i giudici fanno di tutto perché confessi la verità.

Il primo libro ha una duplice particolarità. Innanzi tutto è scritto con tono affabulatorio. Sembrerebbe un racconto fantastico, se non si tenesse presente che invece è una storia vera, “una trance de vie”, che mette in risalto un contesto intricato. A far da sfondo è una città del Sud, una  Messina che evolve la propria esistenza, nel tentativo di lasciarsi alle spalle il medioevo per avviarsi verso la modernità.

La seconda particolarità è che questo libro è gratuito. Ognuno di noi può scaricarne la versione integrale in e-book. Perché? Semplice: è una storia che riaffiora alla memoria, dando voce alla massa silenziosa alla quale, per secoli, nessuno ha mai dedicato una parola. Non vorremmo, quindi, che rimanesse trascurata negli scaffali degli addetti ai lavori.

Come un puzzle le pagine del libro si prestano acché sia il lettore stesso a porsi  le medesime domande alle quali ha cercato di rispondere l’autore, risolvendo un vero e proprio rompicapo.  Scorrendo le pagine del  processo, il lettore non potrà fare a meno di trovare incongruenze. Finché l’ultimo capitolo del primo libro non proverà a dare una sua interpretazione. Ma chi ha detto che non possa esistere una versione differente dei fatti?

Ecco, allora, che la storia si rimette in discussione. Infatti, attraverso il Libro secondo, intitolato "Polvere di storia", è possibile venire a conoscenza dei retroscena. Quest'ultimo libro è, appunto, una documentata analisi degli atti processuali. Il proposito è di scoprire chi e per quale motivo vuole incolpare Pellegrina di stregoneria. Chi aiuta il setaiolo Nardo Vitello nell’estremo tentativo di impedire che sua moglie venga giustiziata, in quanto “magara divinatrice”. Ci si domanda: Pellegrina è davvero una  “domina nocturna”? Ne è convinto monsignor Sebastiàn, l’inquisitore generale, la più alta personalità religiosa in terra di Sicilia, il quale vuole portare sul “catafardo” Pellegrina e un’altra trentina di persone, per celebrare in modo degno e solenne il suo ultimo autodafè, nella piazza grande della Cattedrale di Messina il 12 maggio 1555.

Il secondo libro (ma questo occorrerà acquistarlo) è un saggio. E’ scritto, però, in modo discorsivo. E’ certamente più impegnativo del primo, giacché frutto di deduzioni e controdeduzioni. E’ quasi un’inchiesta indiziaria, avvalorata da documenti e da una ricca bibliografia. I documenti sono quelli originali,  posti all’inizio del secondo libro, la bibliografia è in calce. Chi, fra i lettori, vuole provare a scoprire le carte della “Signora del gioco”? Leggere cioè il testo originale in lingua siciliana (quella vera del Cinquecento) mista a spagnolismi e latinismi, tipici degli atti formali? Un lettore più esperto potrebbe cominciare proprio da qui la sua lettura di “Domina nocturna” e solo dopo, se lo ritenesse, potrebbe confrontare il testo con la trasposizione che ne ha dato l’autore.

Quanti enigmi si potrebbero risolvere? Proviamo a citarne qualcuno. Perché il rappresentante dell’imperatore Carlo V in Sicilia, colui che a Granada ha perseguito con successo mori e giudei, si interessa di una povera donna? Quali prove ha in mano, per accusarla di parlare con il diavolo, guardando in uno specchio o in un disegno che ricorda la stella di David? E questa Pellegrina è davvero così innocente? Lei stessa ammette di lucrare sui malanni altrui, nascondendo pupazze di stoffa e cuori al mercurio, mentre tace i suoi atti più gravi. E non è strano quel “menage a tre” che instaura suo marito Nardo? Pianta moglie e figlio, per andare a vivere a casa di una procace contadina sposata con un pollivendolo. Nardo ha in mano un mestiere ricercato e ben pagato nella Messina dell’epoca, come quello del setaiolo, eppure si accontenta di vivere mezzucci, lasciando la famiglia in miseria. Perchè? Date un’occhiata al riassunto di questa storia dove la realtà è più avvincente della fantasia. Poi provate voi a rispondere a queste e a tante altre domande che vi sorgeranno spontanee. Oppure fatevi accompagnare dall’autore, permettendogli di svelarvi un mondo apparentemente impenetrabile, una storia – per dirla con le parole di Umberto Eco – “così incommensurabilmente lontana nel tempo, così gloriosamente priva di rapporto coi tempi nostri, intemporalmente estranea alle nostre speranze e alle nostre sicurezze”.

   
 
   
   
 
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