Nella tavola periodica
degli elementi al numero 13 vi è
l’alluminio, con il simbolo “Al”.
E’ un metallo che si estrae
principalmente dalla bauxite (un
minerale di colore rosso bruno o
giallo). L’alluminio non è un
metallo come gli altri, perché,
oltre alla morbidezza ed estrema
leggerezza (pesa un terzo
dell'acciaio e del rame), si
caratterizza per la sua resistenza
all'ossidazione. Sul metallo,
infatti, si forma un impalpabile
strato di ossido, che impedisce
all’ossigeno di ossidarlo. Tale
strato dà al metallo il
caratteristico colore
grigio-argento. Il metallo
presenta una lunga durata. Tra le
altre caratteristiche che possono
essere ascritte all’alluminio vi è
l’estrema malleabilità e
duttilità. Non è, inoltre,
magnetico. L’alluminio è il
terzo elemento più diffuso sul
pianeta, dopo ossigeno e silicio.
A livello industriale viene
lavorato in mille maniere,
attraverso la fusione, la
forgiatura o lo stampaggio, con la
produzione di oggetti leggeri e
resistenti. Ha una grande
diffusione a livello mondiale. Per
le sue caratteristiche è
essenziale nell’industria
aereospaziale, quindi è un metallo
proiettato verso il futuro.
L’alluminio era già conosciuto
in epoca greca e romana, ma sotto
forma di allume, che si otteneva
da un solfato d'alluminio presente
in natura, l’alunite. L’allume
trovava diverse applicazioni nel
mondo classico, quali la concia
delle pelli, la produzione del
vetro, come fissatore per i colori
nell'industria tessile e nelle
stampe su pergamena. Veniva
utilizzato inoltre come
emostatico, per le ferite. Fu
individuato, nel Settecento, per
la prima volta, dal chimico
Humphry Davy, nell'allume, ma non
riuscì ad isolarlo. Vi riuscì,
invece, sviluppando un metodo, H.
C. Ørsted, che lo ottenne in forma
impura. Nel 1827, lo scienziato
Friedrich Wöhler raggiunse lo
scopo di isolarlo in forma
massiva. Se Wöhler migliorò il
metodo di Davy, lo fece anche
Henri Sainte-Claire Deville che
ideò il metodo, per via
elettrolitica, di riduzione
diretta del metallo. Ma solo nel
1886, con l’invenzione del
processo di Hall-Héroult fu resa
economica l'estrazione
dell'alluminio dai minerali. Si
trattava di un processo di
elettrolisi di allumina disciolta
in criolite. Questo metodo è
tuttora in uso.
Nonostante
l’abbondanza del metallo sulla
crosta terrestre, poiché esso non
si trova puro in natura, ma sempre
unito ad altri minerali, esso fu,
in passato, considerato più raro
dell’oro stesso e, quindi, come
tale, valutato. Ugualmente la sua
individuazione chimica fu
estremamente difficile e solo da
un paio di secoli l’alluminio
esiste come metallo industriale.
Le rocce di bauxite, che
contengono l’alluminio, sono di
composizione molto variabile a
seconda i giacimenti. Tra i tanti
minerali contenutivi , esistono
anche composti quali ossidi di
titanio, vanadio, fosforo, o
fluoruri. L’estrazione dalla
bauxite prevede due fasi: la
prima, con la produzione di
allumina e, quindi, la seconda,
con l’elettrolisi di allumina fusa
in criolite. Nonostante che il
processo di produzione
dell’alluminio dipenda dal costo
dell’elettrolisi, il suo prezzo si
mantiene ragionevolmente basso ed
economico da permettergli una
grande diffusione. I principali
giacimenti di bauxite si trovano
negli Stati Uniti e in Russia, ma
anche nei Balcani, Ungheria e
Guyana. Ma tra i maggiori
produttori mondiali di alluminio
vi è il Canada. Esso, infatti,
importa bauxite e con l’energia
prodotta dalle sue dighe
idroelettriche, lavora il minerale
ed esporta alluminio in tutto il
mondo.
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