Dopo il primario, l’agricoltura
(allevamento, ecc.), ed il
secondario, l’industria, ecco il
terziario, il settore dei servizi.
In questo settore economico si
producono o forniscono
servizi, anche di complemento
e di supporto di prodotti del
primario o secondario (quale la
produzione di servizi per le
aziende). In ogni caso si
tratta di servizi, per lo più,
immateriali. Il terziario a sua
volta si devide in due gruppi: il
tradizionale e l’avanzato. Il
primo comprende servizi di più
lunga data, mentre il secondo
applica servizi più recenti o
innovativi, ad esempio, di
consulenza, dell'informazione o
comunicazione.
Le caratteristiche
A differenza dei primi due
settori, quello dei servizi,
innanzitutto, prevede il rapporto
tra fornitore del servizio ed il
cliente, a cui è destinato. Nel
primario e secondario, infatti,
non si conosce il cliente finale.
Tale caratteristica del terziario
ha bisogno di un rapporto proficuo
e comunicativo: maggiore è il
legame, migliore il buon esito.
Così pure, nel terziario non è
possibile separare la produzione
del servizio dalla sua erogazione
al cliente, come capita
nell’industria. Ugualmente, non è
possibile fornirsi di un
magazzino, dove contenere servizi
già preparati, per momenti futuri.
Nelle imprese del terziario
necessitano sistemi organizzativi
in grado di aumentare la
flessibilità nell’impiego delle
risorse in funzione delle
possibili variazioni periodiche (o
stagionali) legate alle scelte dei
clienti, ancora da acquisire.
In genere, in momenti difficili,
le aziende operano sui
dipendenti,, approvvigionamenti e
subfornitori. Nel settore dei
servizi potrebbe ingenerarsi una
cattiva immagine sui clienti, tale
da peggiorare il circolo vizioso
verso il basso. In situazioni come
questa occorre una risposta
decisa, cioè serve lungimiranza
negli obiettivi e giuste scelte di
management, con nuovi investimenti
e con una buona operazione di
comunicazione.
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