Per un gestore (pubblico o
privato) di un servizio di
pubblica utilità esiste una
apposita legislazione a livello
comunitario europeo (recepita
dall’Italia nel 1997) che viene
definito “servizio universale”. Se
il servizio, importante per la
comunità, presenta costi eccessivi
o anomali, può intervenire lo
Stato per assicurarne lo
svolgimento con un intervento di
finanza pubblica. E’ chiaro che lo
Stato richiede a chi lo presta un
determinato standard qualitativo e
la funzionalità nello svolgersi
del servizio. Tra i servizi
universali riconosciuti a livello
europeo vi sono i settori
dell’energia elettrica e delle
telecomunicazioni,. La
legislazione comunitaria viene
recepita nei rispettivi
ordinamenti nazionali.
A
livello della rete di
telecomunicazioni telefonica ne
viene investito l’operatore con la
maggior quota di mercato o
incumbent (Telecom Italia). La
società a fronte di determinati
obblighi può essere annualmente
rimborsata da parte dello Stato,
nel caso in cui fossero registrati
oneri non competenti l’azienda,
essendo il settore in continuo
sviluppo e innovazione. Tra le
problematiche svolte, infatti, vi
sono l'allacciamento alla linea
telefonica, la stampa e la
distribuzione degli elenchi
telefonici cartacei, il
posizionamento di cabine
telefoniche pubbliche, la
dotazione di collegamenti
Internet, con una velocità di
trasmissione minima. I rimborsi
derivanti dal Servizio Universale
da parte dello Stato, non è
diretto, ma interessa il Fondo per
il finanziamento del costo netto
degli obblighi del servizio
universale, a cui contribuiscono
tutti coloro che utilizzano delle
reti pubbliche di
telecomunicazioni (quali la
Telecom Italia insieme a TIM,
Vodafone, Wind, Fastweb, TeleTu,
BT Italia). Il settore
attualmente ha bisogno di
interventi normativi e operativi
da parte degli stati europei, come
dimostra il fatto che nazioni come
Svizzera, Spagna e Finlandia,
hanno inserito la banda larga tra
i servizi universali.
Tra i
servizi universali è stato
inserito anche quello
radiotelevisivo fornito da RAI
S.p.A, il quale opera sulla base
di un contratto di servizio. A
finanziare l’onere del servizio
pubblico contribuisce, in gran
parte, il canone Rai. Al
servizio universale telefonico e
televisivo si unisce anche quello
postale. La gestione di esso oggi
è affidata a Poste Italiane, con
un contratto di 15 anni.
A
livello nazionale operano anche le
comunicazioni ferroviarie. Per il
traffico dei passeggeri (ma anche
quello merci) opera Trenitalia
S.p.A., con la stipula di un
contratto di servizio con il
Ministero dello Sviluppo
Economico. Esso prevede
giornalmente: 86 convogli con
treni Intercity, 24 con treni
Treni Notte e ulteriori 10
collegamenti attraverso linee di
autobus. Esistono anche
collegamenti ferroviari svolti
autonomamente a livello regionale.
Il contratto, naturalmente, è
stipulato con le relative regioni.
In Italia esistono anche molte
linee di collegamento marittimo.
Per tale servizio universale lo
Stato lo ha affidato a Tirrenia di
Navigazione S.p.A. Per altre
tratte, ma di livello regionale, i
contratti sono svolti da Caremar
(Campania), Siremar (Sicilia),
Saremar (Sardegna), Toremar
(Toscana).
I trasporti aerei
Il servizio universale applicato
ai collegamenti aerei è regolato
dalla Comunità Europea. Esso può
essere attuato solo su tratte
aeree poco frequentate, territori
mal serviti. o nell’intento di
spronare lo sviluppo di una
determinata area. In caso in
cui si individui rotte
particolarmente interessanti, i
vettori possono far richiesta allo
Stato interessato.
Questo
per i territori fortunati. Per
quelli sfortunati, se nessun
vettore accoglie l’invito a
coprire tratte non abbastanza
allettanti, si ricorre ad un bando
pubblico a livello europeo.
L’azienda privata vincente potrà
svolgere il servizio di
collegamento aereo in esclusiva
per una durata di quattro anni
complessivi. Questi servizi
possono anche essere svolti in
determinati periodi dell’anno.
All’onere del servizio universale
possono contribuire anche le
regioni interessate allo
svolgimento di specifici voli
aerei.
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