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Dipinto La città ideale

Foto da Wikimedia Commons

     
 
PRIMO PIANO

Il dipinto de

"La città ideale"

 

Il famosissimo dipinto “La città ideale”, divenuto icona del Rinascimento, fu, in realtà, composto da un autore rimasto ignoto. Di esso si sa solo che venne realizzato alla corte di Urbino di Federico da Montefeltro, presumibilmente tra il 1480 e il 1490. Oggi si trova esposto nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.

Nel tempo si è cercata una possibile attribuzione. Molti i nomi, tra gli altri, anche Leon Battista Alberti (sarebbe l’unico suo dipinto). Tuttavia, per lo più, si è cercato  come autore un pittore che frequentasse la corte di Urbino, quali Piero della Francesca, Francesco di Giorgio Martini oppure Luciano Laurana. Altri critici sostengono un’influenza artistica dalla corte fiorentina contemporanea dei Medici. Tra gli artisti di provenienza toscana, Giuliano da Sangallo. E’ entrato nella diatriba anche il nome del Botticelli.

L’equilibrio della perfezione
Il quadro rappresenta una larga pizza, inquadrata in una prospettiva centrale, al cui centro è posto un edificio circolare, contornato da colonne, pubblico o religioso, come attesterebbe la croce sulla sommità. La costruzione porta in alto una lanterna. Lo stile architettonico ricorda con i suoi riquadri, il romanico fiorentino, come quello del Battistero di San Giovanni (che è a pianta ottagonale). Se esistono delle somiglianze con le costruzioni di Leon Battista Alberti, è anche vero che la pianta circolare è una figura che si idealizza in una geometria perfetta, quale il cerchio. Da qui il concetto di “ideale”. Gli edifici a pianta circolare divennero molto studiati dagli artisti rinascimentali e rappresentati dai pittori, come il Perugino (nello Sposalizio della Vergine), o Raffaello. La pianta circolare od ottagonale divenne la nuova icona di architettura perfetta o rappresentazione fisica del concetto filosofico di utopia.

Sapientemente raffigurati, prospetticamente, edifici civili  inquadrano la piazza centrale. Non superando mai i tre piani, essi sono in altezza molto simili. Eppure non sono uguali Gli edifici sulla sinistra sono architettonicamente più complessi, anche nella decorazione (con logge architravate). Quelli sulla destra, invece, si caratterizzano per una specie di portico, ispirato all'architettura romana, somigliante agli edifici di sinistra. Sempre sulla desta, ma più in lontananza, si evidenzia una piccola chiesa.

Anche la piazza parla della perfezione ideale, pur essendo un elemento vuoto. La sua pavimentazione regolare, infatti, a forma di scacchiera denuncia l’urbanistica ortogonale del Rinascimento. La sua tessitura regola il posizionamento stesso degli edifici dell’epoca, in una scacchiera che verrà ripresa negli isolati  parigini dell’Ottocento. Nella piazza si evidenziano i due pozzi ottagonali, posti simmetricamente nel vuoto che li contiene.
Il dipinto non presenta né persone né alberi o verde urbano. In compenso il colore delle costruzioni è intonato (quasi un piano del colore). Perfetta l’illuminazione generale del quadro, con ombre diafane e sfumate in tutta la composizione. L’effetto finale è proprio quel concetto ideale, che ne caratterizza il nome stesso.

 
 
 
 
 
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