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Campi Elysées a Parigi

Foto da Wikimedia Commons

     
 
PRIMO PIANO

La Parigi del

barone Haussmann

 

Molto del fascino di Parigi si deve al lavoro di urbanistica del Barone Georges Eugène Haussmann, che dal 1852 al 1869, in qualità di prefetto del dipartimento della Senna, ristrutturò la città. Fu nominato barone da Napoleone III, proprio per il suo lavoro di urbanista.

Dopo avere svolto studi in scuole di grande prestigio di Parigi (la famiglia ne aveva la possibilità), quasi subito iniziò la carriera prefettizia, che immediatamente assolse con ottimi risultati in diverse prefetture di Parigi. Si mise in lice, in particolare, per le sue realizzazioni urbanistiche, con la creazione di strade, scuole e piantumazioni a verde, come nel dipartimento del Lot-et-Garonne. La sua vita ebbe una importante svolta nel 1853, quando Victor de Persigny, ministro dell'Interno, lo presentò a Napoleone III. Questi lo nominò Prefetto di Parigi e Senna.

La sua vita di prefetto di Parigi fu segnata da nomine prestigiose (divenne membro dell'Académie des beaux-arts, nel 1867), ma anche forti contrasti politici. Il deputato Jules Ferry, in particolare, lo fece mettere sotto inchiesta per i disinvolti finanziamenti dei lavori pubblici a Parigi. Tanto che fu estromesso da prefetto (nel 1869) con disonore, prima ancora di ultimare i lavori stessi. Tuttavia,. Haussmann rimase negli affari pubblici, nominato a sua volta deputato più volte (nel 1877 e nel 1881).
Il valore della trasformqazione di Parigi, lo mise in grande luce, tanto che gli fu richiesto, dal governo Crispi, un progetto anche per Roma, nuova capitale d’Italia. La sua stesura, tuttavia, non convinse molto. Egli aveva proposto per la città romana una “medicina” molto simile a quella francese. Strade larghe e diritte, demolizioni, ampiamento di piazze, il tutto in una soluzione urbanistica ortogonale. Messo da parte, il progetto fu parzialmente attuato dal successivo regime fascista. Scrisse le sue memorie, in tre volumi, pubblicate fra il 1890 e il 1893. Morì comunque nel 1891.

La Parigi del Re
L’imput per il rinnovamento della capitale francese non venne da Haussmann, bensì dal re Napoleone III. Nel suo soggiorno londinese, infatti, egli ebbe modo di apprezzare Londra, dopo la sua ricostruzione dovuta all’incendio del 1666, che l’aveva distrutta. La città ricostruita, aveva seguito principi d'igiene e di urbanistica, con nuove strade larghe ed edifici, non più in legno ma in muratura. Al suo ritorno aveva trovato la capitale, francese caratterizzata da strade strette e malsane, eredità del periodo medievale. Il re, ritornato sul trono, aveva più di un motivo per trasformare la città. Quello igienico, desunto dal pensiero illuminista del secolo prima e, soprattutto, dopo l’epidemia di colera, registrata in città, nel 1832.
Nascosto sotto lo slogan "Parigi abbellita, ingrandita", si nascondeva, però, una precisa volontà politica. Per superare la coabitazione con il popolo, Luigi XIV (il Re Sole), aveva fatto costruire Versailles. Dopo più di un secolo, Napoleone III fece la scelta opposta: trasferire il popolo fuori da Parigi. La corona non si sentiva tranquilla, soprattutto dopo le rivolte parigine del 1830 e del 1848.

La Parigi di Haussmann
Dopo avere ottenuto l’incarico da parte del re di ristrutturare Parigi, Haussmann si ispirò ai larghi viali alberati dell’urbanistica del XVII secolo francese, che fu definito "il culto dell'asse". Creò, quindi, strade larghe e diritte, raddrizzando anche quelle precedenti, concependo proprio i suoi “grands boulevards”.

Ecco dunque i Boulevards (ampi almeno 30 m) e le avenues principali tracciate a congiungimento fra importanti piazze e costruzioni del centro, quali place du Trône collegata alla Place de l'Étoile, o anche dalla Gare de l'Est all'Observatoire. Questa soluzione urbanistica tendeva a mettere in valore grandi opere del passato come anche di nuova creazione, come l'Opéra Garnier, esempio dell’architettura ecclettica del periodo. Rappresentazione massima di questa metodologia è simboleggiato proprio dalla place de l'Étoile da cui si dipartono ben 12 viali, tra cui l'avenue des Champs-Élysées, nella forma odierna. Questa mutua valorizzazione urbanistico-architettonica diede a Parigi un’immagine moderna e grandiosa, politicamente di forte impatto. E’ stato calcolato che ben il 60% della città fu interessata dai lavori del barone Haussmann..

Non solo. Nei regolamenti edilizi adottati dalla città vennero fissati dei parametri molto severi. Gli edifici non potevano superare i 5 piani per le nuove costruzioni, presentando inoltre appartamenti non più bassi di 2,60 di altezza. Altresì vennero introdotte diverse forme abitative, quali l'immeuble de rapport (un edificio con più appartamenti, ma di un unico proprietario) e l'hôtel particulier, una residenza di lusso per un unico proprietario.
I nuovi sistemi abitativi e l’ampiezza degli isolati di Haussmann incentivarono gli interessi legati alla nuova edilizia, con enormi profitti e la riorganizzazione della rendita immobiliare a Parigi.

Con la volontà igienista, Haussmann diede il meglio di sé. Vennero creati nuovi parchi urbani e la valorizzazione di quelli già esistenti Si diede, infatti vita al parco delle Buttes Chaumont e Montsouris, non chè al Bois de Vincennes e al Bois de Boulogne. Ma Haussmann fece molto di più per la salute dei parigini, creando una moderna rete idrica ed un sistema di fognature adeguato alla grandezza della città.
Tra le grandi opere realizzate nella Cité, vanno enumerate le Halles (i mercati generali) e le diverse stazioni ferroviarie; Sempre in questo periodo, si diede vita al piano di illuminazione pubblica, che trasformerà Parigi in una città moderna e all’avanguardia per i tempi.
All’epoca non mancarono le critiche da parte dei vecchi proprietari, della stampa e delle opposizioni politiche in Parlamento, ma già a distanza di poco tempo se ne capì il significato e la grandiosità dell’intervento del barone Haussmann, passato ormai alla storia.

 
 
 
 
 
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