Molto del
fascino di Parigi si deve al
lavoro di urbanistica del Barone
Georges Eugène Haussmann, che dal
1852 al 1869, in qualità di
prefetto del dipartimento della
Senna, ristrutturò la città. Fu
nominato barone da Napoleone III,
proprio per il suo lavoro di
urbanista.
Dopo avere
svolto studi in scuole di grande
prestigio di Parigi (la famiglia
ne aveva la possibilità), quasi
subito iniziò la carriera
prefettizia, che immediatamente
assolse con ottimi risultati in
diverse prefetture di Parigi. Si
mise in lice, in particolare, per
le sue realizzazioni urbanistiche,
con la creazione di strade, scuole
e piantumazioni a verde, come nel
dipartimento del Lot-et-Garonne.
La sua vita ebbe una importante
svolta nel 1853, quando Victor de
Persigny, ministro dell'Interno,
lo presentò a Napoleone III.
Questi lo nominò Prefetto di
Parigi e Senna.
La sua vita
di prefetto di Parigi fu segnata
da nomine prestigiose (divenne
membro dell'Académie des
beaux-arts, nel 1867), ma anche
forti contrasti politici. Il
deputato Jules Ferry, in
particolare, lo fece mettere sotto
inchiesta per i disinvolti
finanziamenti dei lavori pubblici
a Parigi. Tanto che fu estromesso
da prefetto (nel 1869) con
disonore, prima ancora di ultimare
i lavori stessi. Tuttavia,.
Haussmann rimase negli affari
pubblici, nominato a sua volta
deputato più volte (nel 1877 e nel
1881). Il valore della
trasformqazione di Parigi, lo mise
in grande luce, tanto che gli fu
richiesto, dal governo Crispi, un
progetto anche per Roma, nuova
capitale d’Italia. La sua stesura,
tuttavia, non convinse molto. Egli
aveva proposto per la città romana
una “medicina” molto simile a
quella francese. Strade larghe e
diritte, demolizioni, ampiamento
di piazze, il tutto in una
soluzione urbanistica ortogonale.
Messo da parte, il progetto fu
parzialmente attuato dal
successivo regime fascista.
Scrisse le sue memorie, in tre
volumi, pubblicate fra il 1890 e
il 1893. Morì comunque nel 1891.
La
Parigi del Re
L’imput per il rinnovamento della
capitale francese non venne da
Haussmann, bensì dal re Napoleone
III. Nel suo soggiorno londinese,
infatti, egli ebbe modo di
apprezzare Londra, dopo la sua
ricostruzione dovuta all’incendio
del 1666, che l’aveva distrutta.
La città ricostruita, aveva
seguito principi d'igiene e di
urbanistica, con nuove strade
larghe ed edifici, non più in
legno ma in muratura. Al suo
ritorno aveva trovato la capitale,
francese caratterizzata da strade
strette e malsane, eredità del
periodo medievale. Il re,
ritornato sul trono, aveva più di
un motivo per trasformare la
città. Quello igienico, desunto
dal pensiero illuminista del
secolo prima e, soprattutto, dopo
l’epidemia di colera, registrata
in città, nel 1832. Nascosto
sotto lo slogan "Parigi abbellita,
ingrandita", si nascondeva, però,
una precisa volontà politica. Per
superare la coabitazione con il
popolo, Luigi XIV (il Re Sole),
aveva fatto costruire Versailles.
Dopo più di un secolo, Napoleone
III fece la scelta opposta:
trasferire il popolo fuori da
Parigi. La corona non si sentiva
tranquilla, soprattutto dopo le
rivolte parigine del 1830 e del
1848.
La Parigi
di Haussmann
Dopo avere ottenuto l’incarico da
parte del re di ristrutturare
Parigi, Haussmann si ispirò ai
larghi viali alberati
dell’urbanistica del XVII secolo
francese, che fu definito "il
culto dell'asse". Creò, quindi,
strade larghe e diritte,
raddrizzando anche quelle
precedenti, concependo proprio i
suoi “grands boulevards”.
Ecco dunque i Boulevards (ampi
almeno 30 m) e le avenues
principali tracciate a
congiungimento fra importanti
piazze e costruzioni del centro,
quali place du Trône collegata
alla Place de l'Étoile, o anche
dalla Gare de l'Est
all'Observatoire. Questa soluzione
urbanistica tendeva a mettere in
valore grandi opere del passato
come anche di nuova creazione,
come l'Opéra Garnier, esempio
dell’architettura ecclettica del
periodo. Rappresentazione massima
di questa metodologia è
simboleggiato proprio dalla place
de l'Étoile da cui si dipartono
ben 12 viali, tra cui l'avenue des
Champs-Élysées, nella forma
odierna. Questa mutua
valorizzazione
urbanistico-architettonica diede a
Parigi un’immagine moderna e
grandiosa, politicamente di forte
impatto. E’ stato calcolato che
ben il 60% della città fu
interessata dai lavori del barone
Haussmann..
Non solo. Nei
regolamenti edilizi adottati dalla
città vennero fissati dei
parametri molto severi. Gli
edifici non potevano superare i 5
piani per le nuove costruzioni,
presentando inoltre appartamenti
non più bassi di 2,60 di altezza.
Altresì vennero introdotte diverse
forme abitative, quali l'immeuble
de rapport (un edificio con più
appartamenti, ma di un unico
proprietario) e l'hôtel
particulier, una residenza di
lusso per un unico proprietario.
I nuovi sistemi abitativi e
l’ampiezza degli isolati di
Haussmann incentivarono gli
interessi legati alla nuova
edilizia, con enormi profitti e la
riorganizzazione della rendita
immobiliare a Parigi.
Con
la volontà igienista, Haussmann
diede il meglio di sé. Vennero
creati nuovi parchi urbani e la
valorizzazione di quelli già
esistenti Si diede, infatti vita
al parco delle Buttes Chaumont e
Montsouris, non chè al Bois de
Vincennes e al Bois de Boulogne.
Ma Haussmann fece molto di più per
la salute dei parigini, creando
una moderna rete idrica ed un
sistema di fognature adeguato alla
grandezza della città. Tra le
grandi opere realizzate nella
Cité, vanno enumerate le Halles (i
mercati generali) e le diverse
stazioni ferroviarie; Sempre in
questo periodo, si diede vita al
piano di illuminazione pubblica,
che trasformerà Parigi in una
città moderna e all’avanguardia
per i tempi. All’epoca non
mancarono le critiche da parte dei
vecchi proprietari, della stampa e
delle opposizioni politiche in
Parlamento, ma già a distanza di
poco tempo se ne capì il
significato e la grandiosità
dell’intervento del barone
Haussmann, passato ormai alla
storia.
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