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La prima città giardino, Letchworth Garden City – Veduta

oto da Wikimedia Commons

     
 
PRIMO PIANO

La città giardino

di Howard

 

Nella prima metà del XIX secolo, in Inghilterra, l’enorme aumento della popolazione nelle città (dovuto alla prima rivoluzione industriale), fece entrare in crisi l’urbanistica del tempo. Le città erano sovrappopolate, congestionate, sporche, poco igieniche. Nel tentativo di risolvere il problema fu avanzata l’ipotesi di creare l’opposto, cioè delle splendide città immerse nel verde: le città giardino. L’idea fu subito ripresa e sviluppata da Ebenezer Howard.
In una prima analisi della situazione, egli rilevò due fattori di crisi. Mentre le città scoppiavano per l’elevato numero di abitanti, costretti a vivere in maniera disumana, le campagne, dove si viveva un’esistenza più salubre ed appropriata, andavano spopolandosi. Egli, allora, concepì una città immersa nel verde, con piccoli agglomerati abitativi di case monofamiliari, con un proprio giardino a disposizione. Questa città di nuovo tipo, presentava contemporaneamente tutti i servizi dell’epoca: scuole, negozi, teatri, chiese, zone produttive e zone amministrative. Il “quartiere”, così concepito, era del tutto autonomo, da definirsi una piccola città in miniatura, più o meno, delle New Town moderne.

Il primo esperimento di città giardino fu Letchworth, fondata nel 1903. Essa fu costruita a circa 50 km da Londra. L’intento era di creare intorno ad essa un anello di separazione dalla città principale, che fosse anche utilizzato per l’approvvigionamento agricolo della cittadina stessa. Ciononostante, come fu subito visibile con altri esempi di città giardino, gli agglomerati finirono fatalmente assorbiti dalla città, trasformandosi in quartieri, dormitorio o, peggio, in una borgata.
Dopo i primi esperimenti con un risultato deludente, l’idea della città giardino venne abbandonata. Se fu di ispirazione per i grandi architetti del movimento moderno, quale Le Corbusier, soprattutto fu alla base del concetto di New Town, che vennero costruite nella cintura di grandi città in Gran Bretagna, come naturalmente  Londra (ad esempio, la cittadina di Harlow).

Anche in Italia, ma un po’ ovunque in Europa, vennero edificate, nel secolo scorso,  cittadine autonome all’interno o a servizio nelle grandi urbanizzazioni. Nell’area metropolitana di Milano, ad esempio, sono state realizzate piccole città giardino, quali inizialmente il quartiere Milanino e poi Milano 2 (a Segrate), Milano 3 (a Basiglio) e Metanopoli (a San Donato Milanese). A Torino per gli operai sono sorti i quartieri di Mirafiori.
In Italia, comunque, si è ottenuto un esempio perfetto di città giardino. E’ il caso di Milano Marittima. Un’area, questa, dove natura e uomo convivono realmente in un concetto ideale. Costruita circa 100 anni fa, essa presenta larghi viali, diverse rotonde, spazi a verde e piazze, alberi ovunque, e in particolare villini privati ed hotel di grande nome e prestigio,

 
 
 
 
 
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