Nella prima metà del XIX secolo,
in Inghilterra, l’enorme aumento
della popolazione nelle città
(dovuto alla prima rivoluzione
industriale), fece entrare in
crisi l’urbanistica del tempo. Le
città erano sovrappopolate,
congestionate, sporche, poco
igieniche. Nel tentativo di
risolvere il problema fu avanzata
l’ipotesi di creare l’opposto,
cioè delle splendide città immerse
nel verde: le città giardino.
L’idea fu subito ripresa e
sviluppata da Ebenezer Howard.
In una prima analisi della
situazione, egli rilevò due
fattori di crisi. Mentre le città
scoppiavano per l’elevato numero
di abitanti, costretti a vivere in
maniera disumana, le campagne,
dove si viveva un’esistenza più
salubre ed appropriata, andavano
spopolandosi. Egli, allora,
concepì una città immersa nel
verde, con piccoli agglomerati
abitativi di case monofamiliari,
con un proprio giardino a
disposizione. Questa città di
nuovo tipo, presentava
contemporaneamente tutti i servizi
dell’epoca: scuole, negozi,
teatri, chiese, zone produttive e
zone amministrative. Il
“quartiere”, così concepito, era
del tutto autonomo, da definirsi
una piccola città in miniatura,
più o meno, delle New Town
moderne.
Il primo
esperimento di città giardino fu
Letchworth, fondata nel 1903. Essa
fu costruita a circa 50 km da
Londra. L’intento era di creare
intorno ad essa un anello di
separazione dalla città
principale, che fosse anche
utilizzato per
l’approvvigionamento agricolo
della cittadina stessa.
Ciononostante, come fu subito
visibile con altri esempi di città
giardino, gli agglomerati finirono
fatalmente assorbiti dalla città,
trasformandosi in quartieri,
dormitorio o, peggio, in una
borgata. Dopo i primi
esperimenti con un risultato
deludente, l’idea della città
giardino venne abbandonata. Se fu
di ispirazione per i grandi
architetti del movimento moderno,
quale Le Corbusier, soprattutto fu
alla base del concetto di New
Town, che vennero costruite nella
cintura di grandi città in Gran
Bretagna, come naturalmente
Londra (ad esempio, la cittadina
di Harlow).
Anche in
Italia, ma un po’ ovunque in
Europa, vennero edificate, nel
secolo scorso, cittadine autonome
all’interno o a servizio nelle
grandi urbanizzazioni. Nell’area
metropolitana di Milano, ad
esempio, sono state realizzate
piccole città giardino, quali
inizialmente il quartiere Milanino
e poi Milano 2 (a Segrate), Milano
3 (a Basiglio) e Metanopoli (a San
Donato Milanese). A Torino per gli
operai sono sorti i quartieri di
Mirafiori. In Italia,
comunque, si è ottenuto un esempio
perfetto di città giardino. E’ il
caso di Milano Marittima. Un’area,
questa, dove natura e uomo
convivono realmente in un concetto
ideale. Costruita circa 100 anni
fa, essa presenta larghi viali,
diverse rotonde, spazi a verde e
piazze, alberi ovunque, e in
particolare villini privati ed
hotel di grande nome e prestigio,
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