Se il termine
infrastrutturazione fa subito
pensare a strade, ponti o
gallerie, l’espressione
Infrastrutturazione sociale,
possiede significati che vanno ben
al di là del coinvolgimento solo
materiale. Il
concetto di società, infatti,
esprime l’intera collettività, i
rapporti interpersonali e le
strutture comunicative. Queste
reti di comunicazione, perciò,
comprendono diversi luoghi e
individui, tale da esprimere la
coesione tra
persone, nelle relazioni, nel
lavoro e nello sviluppo del
territorio a cui appartengono, il
tutto nella finalità del bene
comune.
I bisogni
collettivi espressi dalla comunità
richiedono interventi pubblici e
servizi, al di fuori del concetto
di mercato, come, ad esempio, il
problema della sicurezza sociale.
Essi investono, quindi, la
pubblica amministrazione, il
settore dei servizi di welfare,
istruzione, cultura, i sindacati e
le organizzazioni economiche,
giungendo ad
interessare anche quelle del tempo
libero. Questo non vuole dire che
l’infrastrutturazione non
interessi soggetti privati, anzi.
Gli operatori privati, la
integrano egregiamente, in gran
parte, nel settore dell’assistenza
sociale, quella sanitaria e della
stessa istruzione. Sorgono
problemi quando non si raggiunge
una soglia minima della dotazione
di tutti questi servizi e la loro
distribuzione su un determinato
territorio. Questo comporta,
quindi, un controllo pubblico
diretto, che assicuri un
determinato standard dei livelli
di servizio, sia quantitativamente
che qualitativamente, come avviene
nel campo sanitario o
dell’istruzione pubblica.
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