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Se da un lato abbiamo
scrittori che hanno riportato
sulla carta queste leggende
popolari, così come venivano
narrate dai contemporanei, abbiamo
anche scrittori che si sono
esercitati nel “genere”
leggendario. Le domande, il
racconto, la fantasia ed il
meraviglioso li hanno mossi nella
composizione di alcune loro opere.
Ad esempio, Rudyard Kipling, nel
racconto Perché l'elefante ha
la proboscide. Oppure potremmo
citare La leggenda della valle
addormentata scritta da
Washington Irving. Più
recentemente abbiamo l’opera Il
polipo della chiesa di Tellaro,
di Mario Soldati. Ma a parte
questi pochi esempi, spesso
l’odierna narrativa,
cinematografia e produzione
televisiva moderna hanno creato e
narrato nuove leggende
particolarmente accattivanti,
oltre che strabilianti
visivamente. Con coinvolgenti
avventure, questo tema crea nuove
leggende, ed ha permesso a
scrittori e sceneggiatori di
inquadrare in modo nuovo aspetti
della realtà quotidiana, uscendo
dagli schemi e dalle abitudini.
Così facendo si possono
raggiungere significati e nuove
interpretazioni degli stessi.
Le
leggende metropolitane
Con il massiccio inurbamento e la
rapida crescita delle città, anche
l’ambiente urbano genera le
cosiddette leggende metropolitane.
Queste sono fantasie che ci si
passa l’un l’altro come vere e
realmente accadute. Un “si dice”,
attribuito a non si sa chi, che,
naturalmente, è impossibile
verificare. Come capita, a
volte, per le leggende popolari
(come quelle storiche), anche
quelle metropolitane spesso sono
verosimili. Perciò, capita che
qualcuna di esse venga riportata
genericamente dagli stessi organi
di stampa, che non possono,
tuttavia, produrre dati certi e
circostanziati-. Pure quelle
metropolitane, anche se totalmente
nuove, partono dalla necessità di
fantasia e creatività, come è
sempre accaduto. Leggende, favole
o semplici storie, ammiccano al
meraviglioso e abnorme, diciamo al
mito (o mitico). Tanto che in
alcuni casi, si relazionano ad un
certo e specifico ambiente
sociale. Molto spesso, infatti,
rivestono un significato
“razzista” e di discriminazione,
basate sul nulla. Ma forse, più
spesso, non sono altro che delle
semplici ed enormi “bufale”. |
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