Le divinazioni dell’astrologia
oggi si chiamano oroscopi. Alcuni
giornali lo riportano
quotidianamente, ma non è sempre
stato “un gioco”. In tempi
antichi, almeno fino al XVII
secolo, l’astrologia ha rivestito
una grande importanza. Ritenendo
questa attività che il movimento
degli astri e dei pianeti intorno
alla Terra avessero influenza
sugli uomini e le società, le sue
divinazioni avevano una
considerazione notevole. Questo
almeno fino alla sostituzione del
sistema geocentrico con il sistema
copernicano eliocentrico. Lo
spartiacque furono le ricerche di
Galileo Galilei, che, con le sue
scoperte astronomiche e
l’applicazione del metodo
scientifico, scompigliò le carte,
dimostrando l’inesattezza del
“cielo” astrologico (dello
zodiaco). Se fino a quel periodo
l'astrologia era ritenuta una
scienza, a tutti gli effetti, oggi
è considerata una pseudoscienza,
operante nel settore dell’occulto.
D’altra parte , essendo utilizzata
per prevedere il futuro, da sempre
essa si è accompagnata con
pratiche magiche e divinatorie ed
attività come la chiromanzia e la
geomanzia. L’oroscopo può
essere collettivo o
personalizzato, ma, in tutti i
casi, esso dipende
dall’interpretazione che ne fa
l’astrologo, che dei vari aspetti
astrali può dare significati
molteplici.
Se la scienza
moderna non può che dare un
giudizio negativo delle previsioni
astrologiche, che alcuni ritengono
possano portare a forme di tipo
patologico, come altri le
considerano pura superstizione, è
curioso sapere come anche in
periodo greco-ellenistico si dava
poca importanza ad essa. In Grecia
esisteva, infatti una tassa sui
creduloni del tempo, chiamata
blakennomion, cioè la tassa
sulla stupidità.
E’
impossibile non accorgersi del
cielo notturno con le sue stelle.
Sin da tempi antichissimi, perciò,
ogni civiltà ha tentato di dare
una propria spiegazione a quello
che vedevano. Così all’astrologia
babilonese si ispirarono, da un
lato, l’astrologia occidentale, e
dall’altro, quella indiana (molto
considerata a tutt’oggi). Nacquero
poi l’astrologia cinese (del tutto
diversa dalla nostra) e
l’astrologia Maya nell’America
precolombiana. Tutte, comunque, si
basano su un complesso sistema di
calcolo dei movimenti astrologici,
tant’è che persino civiltà
primitive avevano credenze sulla
cupola notturna, ma non un sistema
di calcolo adatto per i movimenti
stellari. In ogni caso, non
essendo fornite di potenti
telescopi, le prime civiltà si
basavano soprattutto su stelle e
pianeti ben visibili ad occhio
nudo, come il Sole, la Luna e
Venere e la stelle Sirio e quelle
delle costellazioni dei due Carri,
Orione e le Pleiadi.
La
grande importanza data al cielo
strale faceva si che, durante il
periodo egizio e caldeo, ad
occuparsene fossero i sommi
sacerdoti, depositari del grande
sapere occulto. Quando Alessandro
Magno conquistò la Grecia,
l’astrologia si diffuse
rapidamente nel paese.
Naturalmente i greci adattarono i
nomi ed il cielo astrale alle loro
credenze. In esso, quindi,
confluirono tutte le loro divinità
con nuove denominazioni, che
manteniamo tutt’ora.
Durante il periodo romano si ha
una grande diffusione delle
pratiche astrologiche, tanto che
la nascente religione Cristiana fu
messa in difficoltà da questa
credenza del passato. Se
l’astrologia professava
l’interattività degli astri con la
vita umana, il nostro credo,
invece, si basava sul libero
arbitrio. La Chiesa allora
differenziò tra contaminazione
stellare degli uomini, e la
libertà della coscienza e
dell’anima. Tale “accordo” ha
fatto sì che simboli astrologici
entrassero anche nelle chiese
cristiane. D’altra parte, la
Chiesa stessa fissò il giorno
della natività del Cristo, più o
meno, verso il solstizio
d'inverno, data che coincideva con
molti riti pagani, creando una
specie di continuità con il
passato.
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