Nell’alto medioevo, con
l’occidente barbarico, va persa
molta della cultura classica e le
sue pratiche. A preservare tale
sapere (anche astrologico), furono
le coeve culture araba e persiana.
E non fu cosa da poco, tenendo
conto che tra queste conoscenze,
vi furono anche la matematica, la
geografia e la filosofia,
oltre che l’astronomia, a cui si
legava strettamente, in quei
tempi, pure l’astrologia.
Entrarono in gioco, infatti, i
numerosissimi traduttori islamici
di antichi testi greci e romani.
Le conoscenze classiche, inoltre,
furono, non solo salvate, ma
anche, in seguito, da loro
ampliate. Per quanto riguarda
l’astrologia, vennero redatte
le tavole delle effemeridi,
che fanno parte tutt’oggi delle
tavole astronomiche utilizzate
quotidianamente dai moderni
astrologi. A Baghdad e a Damasco
sorsero poli culturali riguardanti
la medicina e l’astronomia. Il
Califfo al-Mansur fece costruire,
a Baghdad, un importante
osservatorio astronomico, con
biblioteca annessa. Tra gli
studiosi islamici va segnalato Abū
Rayhān al-Bīrūnī, che, verso il
millennio, operò una prima
suddivisione semantica tra
astrologia e astronomia.
Quando nel medioevo iniziò
il lento recupero del sapere
passato, gli studiosi occidentali
lo recuperarono da testi classici,
ma anche da testi islamici. Così,
tra i molti, venne tradotto il
saggio Introductoriam in
Astronomium, scritto da
Albumasar o Abu Ma'shar, che era
un testo, molto importante, di
astrologia e astronomia arabo.
Nel Duecento, in Europa,
finalmente la cultura riprese a
circolare. Vennero compilati i
primi “commentari” all'Almagesto e
al Tetrabiblos di Tolomeo.
Nel 1240, viene redatto il testo
di astronomia (e quindi
astrologia), il Tractatus de
sphaera mundi, da parte
dell’inglese John of Holywood, che
insegnava tale materia
all’Università di Parigi. In
Italia si evidenzia, nello stesso
periodo, Guido Bonatti da Forlì.
Nel XV secolo, poggiante sulla
filosofia neoplatonica del tempo,
l’astrologia guadagna una nuova
prospettiva: quella della
previsione del futuro. Così nei
palazzi reali e della nobiltà, si
contattarono gli astrologi per i
loro oroscopi, in campi come i
matrimoni, gli affari e le guerre.
Si riteneva, infatti, che I
movimenti astrali, opportunamente
decifrati, comunicassero segni
della natura, e addirittura del
divino, tali da influenzare la
vita degli uomini. L’astrologia,
nel Quattrocento, divenne così
essenziale da influenzare gli
stessi pittori loro contemporanei,
che affrescarono i palazzi
signorili con allegorie profane
astrologiche, miste a mitologia
classica.
Tuttavia,
l’astrologia, nel momento del suo
massimo splendore (il
Rinascimento), trova la sua
conclusione con la nascita della
scienza sperimentale. E’ Galileo
Galilei, con il suo metodo
scientifico, ad avviare
quest’ultima, proprio con le sue
osservazioni notturne.
Ciononostante, gli stessi
astronomi del tempo non
rilevarono l’avvenuta scissione
tra astronomia e astrologia (come
Tycho Brahe e Keplero).
Capitava così che insigni
scienziati prevedessero il futuro
con i loro oroscopi. Tycho Brahe,
in particolare, si riteneva
totalmente un astrologo ed era
convintamente avverso al sistema
copernicano. Sta di fatto, che
proprio le sue scoperte
astronomiche contribuirono a
dimostrare il modello
eliocentrico. Lo stesso Galileo,
il fondatore della scienza
moderna, avendo problemi
economici, sbarcava il lunario
facendo oroscopi e pronostici ai
suoi studenti. Da documenti giunti
sino a noi, Galileo realizzò
accurate previsioni astrologiche
personali sia per se stesso che
per le figlie ed i suoi amici più
stretti. Un po’ quello che accadde
a Isac Newton, che fu uno
studioso, essenziale nella storia
della scienza, e, al tempo stesso,
un alchimista. Pur
sopravvivendo, l’astrologia, con
il passare del tempo, ha perso
tutta la sua antica importanza.
Gli stessi scienziati d’oggi la
considerano solo superstizione.
D’altra parte le sue divinazioni,
non poggiando su dati certi, non
sono dimostrabili. Il suo
riferimento a pianeti del nostro
sistema solare, che
modificherebbero il destino della
vita umana (come un nuovo sistema
tolemaico), sono stati superati,
da tempo, dall’astronomia, che ha
raggiunto, con le sue
osservazioni, i limiti
dell’Universo stesso, scoprendo un
incredibile numero di stelle e
nuove galassie. Ironicamente,
oggi l’astrologia, se da un lato
ha perso la sua importanza
storica, dall’altro ha
incrementato notevolmente la sua
diffusione. Su molti giornali e
media troviamo previsioni
astrologiche quotidiane. Se per
tutti gli astrologi ha più
importanza l’oroscopo natale
(creato con ora e data di nascita
personale), incredibilmente quelli
giornalieri si basano
esclusivamente sui dodici segni
zodiacali. L’affidabilità, quindi,
è quasi del tutto nulla. Vengono
redatti, infatti, in maniera
generica e molto vaga.
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