La
chiaroveggenza fa parte della
parapsicologia e si basa sulle
percezioni extrasensoriali di
sensitivi e veggenti (o
chiaroveggenti). Attraverso
percezioni, sensoriali o visive, o
divinazioni (in questo caso si
parla di chiromanzia) il sensitivo
acquisisce una conoscenza di
eventi, luoghi o oggetti, lontani,
o nel tempo o nello spazio, e le
mette in “chiaro”. Anche la
cartomanzia è inserita in
quest’ambito.
Cenni
storici
Nostradamus è forse il
chiaroveggente più famoso, ma
anche lo svedese Emanuel
Swedenborg (un mistico), raggiunse
una buona fama nel XVIII secolo,
tanto che venne preso in
considerazione da Kant, che vi
scrisse sopra un piccolo trattato.
La chiaroveggenza ebbe un
periodo di grande affermazione, a
cavallo tra XIX e XX secolo, in
età spiritista, e molti furono i
medium ad avere poteri occulti in
questo lasso di tempo. D’altra
parte questo è un periodo in cui
sta nascendo la psicanalisi. Ed,
infatti, dal 1882, la pratica
della chiaroveggenza venne
studiata dalla Society for
Psychical Research. I fenomeni di
percezione extrasensoriale, da
allora, sono soggetti ad analisi
psichiatrica, poiché hanno una
certa qual interazione con i
disturbi mentali legati alla
schizofrenia (le allucinazioni).
Ciononostante, ultimamente si sono
svolti studi su medium e
sensitivi, portati avanti
dall'Istituto di Parapsicologia
dell'Università Statale di
Utrecht.
Molti veggenti,
che non sono malati, considerano
chiaroveggenza, telepatia e
precognizione, vari aspetti di un
unico fenomeno. Quest’ultimo
potrebbe essere considerato il
campo delle percezioni
extrasensoriali. Detto anche
“sesto senso”, presuppone un
canale di informazioni non legato
ai cinque sensi e quindi alla
razionalità scientifica. Essi
vengono, infatti, presi in
considerazione dalla
parapsicologia. Il dibattito
sull’argomento è molto intenso. I
parapsicologi sostengono le loro
tesi sulla base di prove desunte
da esperimenti con sensitivi,
veggenti e medium. Dall’altra,
tuttavia, gli scienziati
considerano tali esperimenti del
tutto privi sia di metodo che di
una teoria generale che li
inquadri.
La
prescienza La
precognizione, cioè la facoltà di
avere conoscenza del futuro in
anticipo, è denominata anche in
altri modi. Ad esempio, viene
chiamata: preconoscenza,
preordinazione o preveggenza. Ogni
termine segna una linea di
relazioni con specifici argomenti.
Ma un termine in particolare,
anch’esso compreso nella
chiaroveggenza, si distingue per
il suo possibile significato:
prescienza, parola che deriva
dal
latino præ, "prima" e
scio, "sapere". Il suo
campo tratta di quelle persone che
sarebbero in grado di conoscere
fatti, luoghi od oggetti propri di
un futuro ancora non compiuto.
Come detto, non essendo dimostrata
tale facoltà essa rientra in una
pseudoscienza. La prescienza ha
specificatamente due possibili
implicazioni: con la teologia e
con la fantascienza. In argomento
teologico la prescienza di Dio,
detta anche onniscienza, si
relaziona con il libero arbitrio
donato all’uomo, lasciandogli,
cioè, la responsabilità delle sue
azioni. E’ questo un argomento
molto dibattuto, soprattutto in
epoca medievale. Ad esso ha dato
una risposta completa
Sant'Agostino d'Ippona. In
questi articoli ci interessa,
però, la relazione con il futuro,
fantascientifico della prescienza.
Infatti, nel settore della
“scienza di fantasia” (appunto la
fantascienza), alcuni autori si
sono segnalati per la loro
“previsione” di importanti usi
della prescienza. Innanzitutto,
Frank Herbert, nel testo di il
Ciclo di Dune, ne da una
possibile definizione. Egli
sottolinea che questa capacità non
è quella di prevedere un futuro
statico, ma quella di percepire
dove il presente dinamicamente
punta nei suoi possibili sviluppi.
In un altro romanzo, L'uomo
stocastico, del 1975, da cui
verrà tratto un film di Robert
Silverberg, dà questa nuova
definizione : che la prescienza è
la capacità di richiamare dei
ricordi dal proprio futuro. Il
celebre personaggio di Yoda, in
“Guerre stellari”, parlando con
Luke Skywalker gli spiega che la
possibilità di controllo della
“Forza” permette di conoscere il
futuro, perché "sempre in
movimento il futuro è".
Gli usi della precognizione
sono i più vari e disparati. In un
altro film di Robert Silverberg,
tratto dal romanzo
fantascientifico Rapporto di
minoranza
di Philip K. Dick, in, si
prevede l’uso, da parte della
polizia, della prescienza per
prevenire il crimine, prima che
esso avvenga. Questo “potere”
viene inserito da Isac Asimov
(famoso autore di fantascienza) in
una ipotetica scienza matematica,
la Psicostoria, posta a
prevedere l’evolversi
dell’Umanità. Un altro
personaggio, Alice Cullen, nel
ciclo di Twilight,
formato da quattro libri, riesce a
comprendere l’effetto che avranno
le decisioni prese sull’intero
mondo, nel momento stesso che esse
sono formulate. .
Nel film poliziesco del
1977, Sette note in nero di
Lucio Fulci,
Virginia, la protagonista, per
salvare il marito dall’accusa di
omicidio, essendo dotata di
prescienza, svolge da sola un
indagine serrata e avventurosa
fino a raggiungere la verità.
Anche nel settore dei fumetti, il
Dottor Fate e Destiny (degli
X-Men),
sono dotati di poteri paranormali.
Nella fantascienza,
pure i programmi elettronici
possono essere preveggenti, come
l’Oracolo, un meta-programma nel
film Matrix.
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