Il
genere fantascientifico ha un
origine piuttosto moderna. Il
primo a coniare il termine
“fantascienza” fu Hugo Gernsback,
nel 1926. Il 5 aprile di
quell’anno, infatti, uscì nelle
edicole americane la prima rivista
dedicata al genere
fantascientifico, denominata
Amazing Stories, e diretta
proprio da Gernsback, Il termine
era riferito ad una parte della
narrativa di allora, che
presentava un rapporto tra scienza
e futuro. Oggi la parola sta ad
indicare anche produzioni
cinematografiche, televisive e
fumetti. La fantasia estrema
del genere, ha fatto sì che il
termine comprendesse oggi anche
quello della più tipica e vasta
letteratura fantastica (il genere
fantasy). In realtà
quest’ultima era assai popolare
molto prima che nascesse la
fantascienza, che, ovviamente,
prese le mosse dalla creazione
della scienza moderna, cioè dopo
Galileo Galilei, e la nascita
dell’astronomia e della fisica
(nel XVII secolo).
Il
genere fantastico, si può dire, è
sempre esistito nella letteratura.
I famosi reportage da viaggi in
luoghi estremi, con culture molto
diverse, piante e animali così
strani da essere descritti come
mostri. Mostri che non mancano mai
nei viaggi per mare. Tra i
resoconti di strani viaggi,
citiamo il testo greco La
storia vera di Luciano di
Samosata, in cui racconta d’essere
stato sulla Luna e di aver
conosciuto i suoi abitanti alieni,
i Seleniti. In effetti, già nel
Seicento è tutto un fiorire di
racconti che avvengono sulla
Luna., ad esempio nel Somnium
di Giovanni Keplero (1634), Se
Bacone compone il trattato La
nuova Atlantide, dove è
descritta una civiltà tecnocratica
del futuro, a lui seguono nel
tempo i trattati come
L'anno 2440 di
Louis-Sébastien Mercier (1772) o
la Storia filosofica dei secoli
futuri di Ippolito Nievo del
1860. Dopo il viaggio immaginario
nell’Artico di Margaret Cavendish
del 1666, ecco nel Settecento,
Il viaggio sotterraneo di Niels
Klim scritto da Ludvig Holberg
(1741), e quello più famoso di
tutti: I viaggi di Gulliver
di Jonathan Swift (1726), dove
egli descrive “strane
popolazioni”, grandi e piccole.
Nell’Ottocento , se non esiste
ancora il genere fantascientifico,
nasce una letteratura, per grandi
e piccoli, che vi assomiglia. In
ogni caso, autori come Edgar Allan
Poe, Nathaniel Hawthorne e
Fitz-James O'Brien, si inseriscono
in questa particolare sezione
fantasy.
Nel 1818, viene
pubblicato il romanzo
Frankenstein di Mary Shelley.
Ancora attuale, la storia
comprende il primo scienziato
pazzo alle prese con tecnologie
fantastiche e innovative. Forse è
per questo che alcuni critici lo
ritengono il vero primo testo di
tipo fantascientifico. Sempre nel
campo del libro di immaginazione,
la Shelley, pubblicò il romanzo
L'ultimo uomo.
Alla
fine del XIX secolo, escono sui
giornali una serie di libri
fantastici, per incuriosire i
lettori. Tra gli scrittori di
fantascienza a puntate, vi è,
senz’altro, Jules Verne, che,
appunto, utilizza la tecnologia
che “inventa”, però, sempre su
base scientifica, di cui era un
buon conoscitore. Altro narratore
che utilizza la scienza fu H. G.
Wells, a cavallo con il XX secolo,
dove egli si impegna, attraverso
la fantasia, in vere e proprie
storie di critica sociale. Ambedue
ebbero successo non solo in
^Europa, ma anche in America, dove
diedero origine alla ricca
letteratura fantascientifica
statunitense.. Anche in Italia,
verso la fine del XIX secolo,
sull’esempio di Verne,
sull’inserto domenicale di diversi
quotidiani, vennero pubblicati
racconti di genere
fantastico-avventuroso, come gli
scritti di Emilio Salgari e Yambo,
pseudonimo di Enrico de’ Conti
Novelli da Bertinoro, scrittore
poco conosciuto in quanto autore
di libri per ragazzi. Anche altri
grandi nomi della letteratura
italiana non disdegnarono di
scrivere testi precursori della
fantascienza, quali Luigi Capuana,
Guido Gozzano,
Massimo Bontempelli, ,
Ercole Luigi Morselli.
Grandi scrittori, dello
stesso secolo, non mancarono di
fare una puntatina nel genere
fantastico, come: Arthur Conan
Doyle e Charles Dickens (Casa
desolata, del 1852). Poco
conosciuti sono gli autori
fantascientifici di ideologia
marxista, che scrissero testi con
società future ideologizzate. Il
più importante è lo scrittore
Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov,
che scrisse i romanzi La stella
rossa (nel 1908) e
L'ingegner Menni (nel 1912),
per poi partecipare attivamente
alla rivoluzione russa del 1917.
Nel 1926, come abbiamo visto,
l’uscita della rivista Amazing
Stories, diretta da
Hugo Gernsback,, segnò lo
spartiacque ufficiale per la
nascita della letteratura
fantascientifica. A cavallo
dell’uscita di questo giornale, si
pongono due scrittori, divenuti
celebri: Olaf Stapledon e John
Wyndham. Ambedue hanno contribuito
con la loro opera alla definizione
di questo genere, in quanto lo
arricchirono di personaggi,
tematiche e spunti. Se Wyndham si
concentrò sulle sue pubblicazioni
sui giornali popolari, detti
pulp magazine, con l’uscita
del suo libro Il giorno dei
trifidi (del 1951), recuperò
molta della sua potenzialità
d’autore.
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