Da quando
esiste l’uomo vi è stato il
desiderio di raccogliere il
proprio sapere in un unico libro.
Questo avvenne solo a partire dal
pensiero razionale e scientifico,
che si affermò in Grecia, dopo il
superamento dei testi a carattere
epico e religioso. Tra i primi
enciclopedisti, infatti, molti
pongono Aristotele. La sua
riorganizzazione del sapere su
basi filosofiche fu poderosa e
attenta, ma somiglia al lavoro di
molti altri filosofi, anche del
periodo. Traq i primi veri
enciclopedisti vi sono Plinio il
vecchio e Marco Terenzio Varrone.
Ma ebbero destini diversi. Il
primo scrisse, nel I secolo, la
Naturalis historia ("la storia
naturale"), dove il tema della
natura viene svolto in trentasette
volumi. Quest’opera, fu molto
famosa in periodo romano che
medievale. Marco Terenzio Varrone
realizzò due testi a carattere
enciclopedico, le Antiquitates
ed i Disciplinarum libri IX,
molto citate da altri artisti
e storici a lui contemporanei. Le
opere di Varrone si sono perse nel
corso della storia, giungendo a
noi solo frammenti delle sue
opere.
Nel medioevo, a
parte opere in cui si tentava di
organizzare le informazioni (come
le summae o i trésors),
molti studiosi provarono a
descrivere la realtà. Infatti, si
riteneva quest’ultima come un
insieme di nozioni ben preciso.
Solo successivamente, con la
nascita delle scienze e del suo
metodo, la realtà diviene un
sapere possibile, o, meglio
ancora un sapere
esistente. Nell’Alto medioevo
si possono citare alcuni trattati
già d’epoca cristiana. Nel 560,
abbiamo le Institutiones di
Cassiodoro, poi, nel 636, l'Etymologiae
di Isidoro di Siviglia, di grande
successo nel periodo, come opera
enciclopedica. I trattati citati
ispirarono a loro volta, nel 830,
opere di Rabano Mauro, tra cui il
De universo o De rerum
naturis. Tra i maggiori
componimenti letterari, nel
medioevo, si distingue De
nuptiis Philologiae et Mercurii
("Delle nozze della Filologia con
Mercurio") scritto da Marziano
Capella tra il IV-V secolo. E’, in
pratica una raccolta enciclopedica
della cultura classica. In essa
Capella tratta delle sette arti
liberali suddivise in "trivio" e
"quadrivio". Rapportato
ugualmente all’Alto medioevo, è
l'enciclopedismo bizantino.
Esso nasce con il lessico Suda,
scritto intorno all’anno
Mille. Una vera e propria
enciclopedia sulla cultura
agronomica detto Geoponica,
fu attribuito, per la sua
importanza, allo stesso imperatore
bizantino Costantino VII. Anche
le raccolte arabo-musulmane hanno
una grande importanza, soprattutto
nel metodo di raccolta e gestione
delle informazioni. Tra esse
potremmo citare l'Enciclopedia
dei Fratelli della Purezza
(d'impianto ismailiteggiante),
l'enciclopedia della scienza di
Abu Bakr al-Razi, e il mutazilita
al-Kindi (di 270 libri) e Il
canone della medicina di
Avicenna, opera molto popolare
anche in Europa..I testi arabi
presentano importanti metodi di
ricerca e di stesura, propri, in
gran parte, della pratica islamica
dell'isnād, che richiedeva la
fedeltà alle fonti scritte, ma
anche la loro verifica, e
l'indagine critica
Nel
Basso medioevo, venne realizzato
in un monastero, il
Didascalicon, composto da Ugo
di San Vittore. Riscosse un certo
successo. Il testo si diffuse
anche nelle scuole cittadine.
Legati allo stesso periodo
storico, furono diffusi: il De
proprietatibus rerum di
Bartolomeo da Glanvilla, del 1240,
(l’opera più letta e citata) e lo
Speculum Majus di Vincenzo
di Beauvais, del 1260. La prima
enciclopedia in lingua volgare è
Li livres duo Trésor
redatto in francese da Brunetto
Latini, fiorentino. Il target di
riferimento non era quello
popolare, ma per le classi
mercantili, che sapevano leggere,
ma che disconoscevano il latino.
Come è facile capire, la
diffusione dei libri
enciclopedici, prima
dell’invenzione della stampa, era
alquanto limitata. Riprodotti
manualmente dagli amanuensi, i
libri interessavano una piccola
cerchia di persone, quali sovrani,
cattedrali, conventi e monasteri.
Più che alla consultazione, erano
dedicati ai diffusori del sapere,
quali i professori, pubblici e
privati. Naturalmente, dopo
l’invenzione della stampa, le cose
mutarono. Nel Cinquecento, le
persone di cultura ne potevano
possedere una copia.
La prima enciclopedia
rinascimentale fu il
De expetendis et fugiendis
rebus di Giorgio
Valla, stampata postuma da Aldo
Manuzio, nel 1501. Era composta da
49 libri, di cui 19 erano
riservati alla matematica. Due
anni dopo, fu pubblicata la
Margarita Philosophica redatta
da Gregor Reisch. Ambedue i titoli
erano organizzati seguendo lo
schema delle sette arti liberali.
Si ritiene che la Margarita
Philosophica sia stata la
prima enciclopedia composta
appositamente per la stampa.
Il termine Enciclopedia
fu coniato nel periodo dagli
umanisti, ad indicare un insieme
completo delle conoscenze umane.
Il termine nasce dall’unione di
due parole greche estratte da
testi di Plinio e di Quintiliano,
enkyklios paideia in una
sola. Nel XVI secolo, i primi
trattati che riportano nel titolo
la parola Enciclopedia,
sono: un opera, del 1517, scritta
da Johannes Aventinus, e, del
1559, una di Pavao Skalić. La
migliore di questo periodo
storico, a detta di tutti gli
studiosi, è ritenuta la
Encyclopedia Cursus Philosophici,
del 1630, edita da Johann Heinrich
Alsted, in sei volumi. |
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