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DA DIDEROT A WIKIPEDIA
 

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Da quando esiste l’uomo vi è stato il desiderio di raccogliere il proprio sapere in un unico libro. Questo avvenne solo a partire dal pensiero razionale e scientifico, che si affermò in Grecia, dopo il superamento dei testi a carattere epico e religioso. Tra i primi enciclopedisti, infatti, molti pongono Aristotele. La sua riorganizzazione del sapere su basi filosofiche fu poderosa e attenta, ma somiglia al lavoro di molti altri filosofi, anche del periodo. Traq i primi veri enciclopedisti vi sono Plinio il vecchio e Marco Terenzio Varrone. Ma ebbero destini diversi. Il primo scrisse, nel I secolo, la Naturalis historia ("la storia naturale"), dove il tema della natura viene svolto in trentasette volumi. Quest’opera, fu molto famosa in periodo romano che medievale. Marco Terenzio Varrone realizzò due testi a carattere enciclopedico, le Antiquitates ed i Disciplinarum libri IX, molto citate da altri artisti e storici a lui contemporanei. Le opere di Varrone si sono perse nel corso della storia, giungendo a noi solo frammenti delle sue opere.

Nel medioevo, a parte opere in cui si tentava di organizzare le informazioni (come le summae o i trésors), molti studiosi provarono a descrivere la realtà. Infatti, si riteneva quest’ultima come un insieme di nozioni ben preciso. Solo successivamente, con la nascita delle scienze e del suo metodo, la realtà diviene un sapere possibile, o, meglio ancora un sapere esistente. Nell’Alto medioevo si possono citare alcuni trattati già d’epoca cristiana. Nel 560, abbiamo le Institutiones di Cassiodoro, poi, nel 636, l'Etymologiae di Isidoro di Siviglia, di grande successo nel periodo, come opera enciclopedica. I trattati citati ispirarono a loro volta, nel 830, opere di Rabano Mauro, tra cui il De universo o De rerum naturis.
Tra i maggiori componimenti letterari, nel medioevo, si distingue De nuptiis Philologiae et Mercurii ("Delle nozze della Filologia con Mercurio") scritto da Marziano Capella tra il IV-V secolo. E’, in pratica una raccolta enciclopedica della cultura classica. In essa Capella tratta delle sette arti liberali suddivise in "trivio" e "quadrivio".
Rapportato ugualmente all’Alto medioevo, è l'enciclopedismo bizantino. Esso nasce con il lessico Suda, scritto intorno all’anno Mille. Una vera e propria enciclopedia sulla cultura agronomica detto Geoponica, fu attribuito, per la sua importanza, allo stesso imperatore bizantino Costantino VII.
Anche le raccolte arabo-musulmane hanno una grande importanza, soprattutto nel metodo di raccolta e gestione delle informazioni. Tra esse potremmo citare l'Enciclopedia dei Fratelli della Purezza (d'impianto ismailiteggiante), l'enciclopedia della scienza di Abu Bakr al-Razi, e il mutazilita al-Kindi (di 270 libri) e Il canone della medicina di Avicenna, opera molto popolare anche in Europa..I testi arabi presentano importanti metodi di ricerca e di stesura, propri, in gran parte, della pratica islamica dell'isnād, che richiedeva la fedeltà alle fonti scritte, ma anche la loro verifica, e l'indagine critica

Nel Basso medioevo, venne realizzato in un monastero, il Didascalicon, composto da Ugo di San Vittore. Riscosse un certo successo. Il testo si diffuse anche nelle scuole cittadine. Legati allo stesso periodo storico, furono diffusi: il De proprietatibus rerum di Bartolomeo da Glanvilla, del 1240, (l’opera più letta e citata) e lo Speculum Majus di Vincenzo di Beauvais, del 1260.
La prima enciclopedia in lingua volgare è Li livres duo Trésor redatto in francese da Brunetto Latini, fiorentino. Il target di riferimento non era quello popolare, ma per le classi mercantili, che sapevano leggere, ma che disconoscevano il latino.
Come è facile capire, la diffusione dei libri enciclopedici, prima dell’invenzione della stampa, era alquanto limitata. Riprodotti manualmente dagli amanuensi, i libri interessavano una piccola cerchia di persone, quali sovrani, cattedrali, conventi e monasteri. Più che alla consultazione, erano dedicati ai diffusori del sapere, quali i professori, pubblici e privati. Naturalmente, dopo l’invenzione della stampa, le cose mutarono. Nel Cinquecento, le persone di cultura ne potevano possedere una copia.

La prima enciclopedia rinascimentale fu il De expetendis et fugiendis rebus di Giorgio Valla, stampata postuma da Aldo Manuzio, nel 1501. Era composta da 49 libri, di cui 19 erano riservati alla matematica. Due anni dopo, fu pubblicata la Margarita Philosophica redatta da Gregor Reisch. Ambedue i titoli erano organizzati seguendo lo schema delle sette arti liberali. Si ritiene che la Margarita Philosophica sia stata la prima enciclopedia composta appositamente per la stampa.

Il termine Enciclopedia fu coniato nel periodo dagli umanisti, ad indicare un insieme completo delle conoscenze umane. Il termine nasce dall’unione di due parole greche estratte da testi di Plinio e di Quintiliano, enkyklios paideia in una sola.
Nel XVI secolo, i primi trattati che riportano nel titolo la parola Enciclopedia, sono: un opera, del 1517, scritta da Johannes Aventinus, e, del 1559, una di Pavao Skalić. La migliore di questo  periodo storico, a detta di tutti gli studiosi, è ritenuta la Encyclopedia Cursus Philosophici, del 1630, edita da Johann Heinrich Alsted, in sei volumi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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