Se il
futuro non si può prevedere,
almeno si possono fare degli
scongiuri per incanalarlo in una
direzione a noi positiva. Non si
sa mai. Questo modo di
risolvere il futuro non ha niente
di razionale e siccome non ha
neppure un rapporto causale, viene
chiamato superstizione. Niente di
scientifico, ma del tutto
irrazionale.
Come abbiamo
visto per la magia, anche la
superstizione fece parte delle
civiltà più arcaiche.
Ciononostante, già in epoca
romana, si criticava la
superstizione e se ne rideva. E’
il caso di Marco Tullio Cicerone
nel suo trattato De
divinatione. In effetti,
il termine “superstizione” ha
origini romane,
superstitiònem.
Deriva dalla richiesta popolare
che veniva fatta alla divinità per
salvare i figli “superstiti” (in
quei tempi la mortalità infantile
era altissima). A rilevarlo fu
Cicerone che ne trattò nel De
natura deorum. Se la
“religione” latina (pagana)
presentava tali rituali, tutte le
religioni (soprattutto
monoteistiche) condannano la
superstizione, anche se poi
finiscono per tollerarla. In
effetti essa ha derivazione da
rituali e credenze
pseudoscientifiche,
appartenenti al mondo contadino e
medievale pre-scienza, cioè prima
del XVII secolo, che sono rimaste
nella cultura comune.
La
scaramanzia La
scaramanzia o il gioco degli
opposti. Ci si augura male per
portare bene, perché non accadrà o
accadrà il contrario. E’ il
classico caso del “in bocca al
lupo”, modo di dire così comune
che non ci si rende conto di
utilizzare una frase scaramantica
(e quindi essere superstiziosi).
Oltre a specifiche frasi si usano
anche gesti e comportamenti.
Tutto questo è legato
soprattutto al nostro paese. In
altre nazioni la superstizione non
comporta tali assurdi. Se in
Italia, non va augurato “buona
fortuna”, in Francia si dice
"Bonne chance", in Spagna "Suerte"
e in inglese, il classico
"Good luck". Ma il concetto di
sfortuna è conosciuto ovunque.
Perciò anche gli americani
incrociano le dita, mentre noi
facciamo le corna. Caso curioso è
il fatto che in America per
scaramanzia si tocca legno, da noi
si tocca ferro.
Nella
società moderna, l’oroscopo è
divenuto un gioco
d’intrattenimento, mentre la
superstizione si lega a molti
campi, insospettabilmente. Tra i
giocatori d’azzardo, ad esempio, i
rituali propiziatori sono di uso
comune. E’ ovvio che la
superstizione non favorisce la
vincita (perché non riesce a farlo
nemmeno la matematica),
ciononostante, come si dice: può
portare bene. Nel campo del
gioco, tutti sanno che eccedendo
ci si può ammalare. Quando invece
si parla di superstizione, in
genere, si sorride. Tuttavia,
pochi sanno che anche la sua
presenza eccessiva comporta, a
livello psicologico, una grave
malattia, individuata,, sin
dall’Ottocento, come disturbo
ossessivo-compulsivo,
Recentemente, il Dipartimento di
Psicologia Generale dell’
Università di Padova, studiando
questo comportamento a livello
patologico, ha rilevato nei
soggetti una inefficienza
psicologica di fronte
all’incertezza del futuro, tale da
comportare una grave confusione e
incapacità a rispondere ai
possibili problemi. Una vera e
propria implosione.
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