Oggi vorrei citarvi un articolo scientifico risalente al 2012, tuttavia di grande attualità in termini di prospettive future nell’inquadramento di due gammopatie monoclonali benigne, la gammopatia monoclonale di significato indeterminato (nota come MGUS) e lo smoldering myeloma.                      
Terry Golombick ed i suoi collaboratori hanno svolto nel periodo tra il 2010 e il 2012 nel dipartimento di endocrinologia di Sidney (Australia) uno studio clinico sui possibili benefici della curcumina sull’MGUS e lo smoldering myeloma. (1)
A tuttora nessun trattamento farmacologico viene applicato di routine su queste due condizioni, e l’unica strategia è quella che gli inglesi chiamano watch and wait (guarda e aspetta).

Curcumina: effetti terapeutici già dimostrati

La curcumina è la sostanza più attiva estratta dalle piante di Curcuma longa, native del sud est asiatico. Molti dei suoi effetti sono stati già dimostrati in passato sui tumori e anche sulle gammopatie monoclonali. La curcumina riduce la perdita di tessuto osseo e sembra che inoltre inibisca la proliferazione delle plasmacellule alterate presenti nel midollo osseo di pazienti con MGUS e smoldering myeloma.

Lo studio dell’equipe di Terry Golombick: metodi

Lo studio ha coinvolto 36 pazienti con gammopatia monoclonale. Questi sono stati divisi in due gruppi (gruppo A e gruppo B).  Il gruppo A ha ricevuto giornalmente 4g di curcumina per tre mesi e una sostanza priva di effetto terapeutico (chiamata “placebo”) per altri tre mesi. Il gruppo B ha invece ricevuto “placebo” per i primi tre mesi e curcumina per i successivi tre mesi.                   
Successivamente solo alcuni pazienti dei due gruppi hanno proseguito il loro percorso con un ulteriore fase dello studio. Essa consisteva nell’assunzione giornaliera di 8g di curcumina per altri 3 mesi. La curcumina (cosi come il placebo) veniva fornita sottoforma di pasticche che potevano essere assunte insieme a sostanze ricche in grassi, ad esempio yogurt, al fine di facilitarne l’ assorbimento.

Periodicamente i pazienti venivano sottoposti ad esami del sangue e delle urine al fine di valutare molti parametri clinici, come ad esempio l’emoglobina, il calcio, la vitamina D e la creatinina renale. Importante è stata la valutazione del rapporto tra catene leggere libere (parametro utilizzato ad ogni visita ematologica per monitorare l’MGUS e lo smoldering myeloma) e inoltre di un marcatore indicativo di rimodellamento osseo (noto come u-DPYD), rilevabile nelle urine dei pazienti.

Lo studio dell’equipe di Terry Golombick: risultati

I risultati raccolti alla fine delle varie fasi dello studio, e soprattutto alla fine dell’intero studio (dopo 9 mesi) sono stati molto entusiasmanti. È stata infatti riscontrata una riduzione del 36,8% a livello del rapporto tra catene leggere libere, in particolar modo sui pazienti che al momento di iniziare lo studio presentavano valori alterati di tale rapporto.

Prospettive future

Viste le interessantissime prospettive nuovi studi sul tema meriterebbero di essere condotti anche ai giorni nostri, al fine di comprendere i punti oscuri e rafforzare i buoni risultati passati sull’uso della curcumina, al fine di rallentare o addirittura bloccare una possibile evoluzione negativa delle gammopatie monoclonali.  

Bibliografia

(1) Monoclonal gammopathy of undetermined significance, smoldering multiple myeloma, and curcumin: a randomized, double-blind placebo-controlled cross-over 4g study and an open-label 8g extension study – PubMed (nih.gov)