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  LE TRADIZIONI DEL PANE
 

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I

Nell’epoca dell’elettricità e dei motori a scoppio, il concetto di energia ci è ben chiaro. Tuttavia, prima dell’invenzione del motore a vapore, le energie utilizzate erano legate solo all’ambiente naturale, come l’uso dell’energia idraulica e dell’energia del vento. L’ideazione di questi ultimi, come riportato dal Vitruvio, sarebbe stata posteriore di quelli ad acqua. Tra i mulini ad acqua rientrano anche quelli funzionanti con il movimento delle maree. I mulini, perciò,  rappresentavano la tecnologia del medioevo, pur essendo stati inventati molti secoli prima.

Le sue applicazioni
Da una ricerca effettuata da Adam Lucas, nel 2005, in Europa (soprattutto in Francia), nel periodo che va dal 770 al 1443, i mulini (ad acqua e a vento) furono applicati, oltre alla macinatura dei cereali, alla lavorazione in vari settori. Si inizia nel 770 , con l’applicazione per la macina del malto, poi per la follatura (1080), per la concia (1134), per la forgiatura (1200), per l’affilatura (1203), per la lavorazione della canapa (1209), per il mantice (1269-1283), per le segherie (1300), per il frantoio (1317), per l’Altoforno (1384) ed, infine per il taglio (1443). Come si vede, la tecnologia dei mulini nel medioevo rappresentò lo strumento per il miglioramento del lavoro, in vari settori, e della società in generale. Continuando nel tempo, l’energia idraulica venne applicata anche nell’industria tessile, la lavorazione sui metalli, azionare pompe idrauliche, per la produzione di carta dagli stracci e, infine, uso più recente, per la produzione di energia elettrica attraverso un generatore.
Sottolineiamo il fatto che (in prospettiva della realtà attuale), quando il mulino venne inventato nell’antichità, vi fu una rivoluzione epocale. L’uso di esso permise la fine del lavoro degli schiavi e degli animali, utilizzati, fino ad allora, per il movimento degli ingranaggi. Le lavorazioni migliorarono e la produzione aumentò in quantità. Infatti, l’energia naturale imbrigliata permetteva ad ogni ruota del mulino di produrre 150 kg di grano in un'ora, quantità che in precedenza necessitava del lavoro di 40 schiavi. Tant’è che alcuni studiosi mettono in relazione la fine della schiavitù nell’antichità con la parallela diffusione di tecnologia meccanica, come quella dei mulini.
L’uso dei mulini terminò soltanto nell’Ottocento, quando l’energia naturale venne sostituita da quella del motore a vapore e poi elettrico.

La sua tecnologia
Il concetto della movimentazione di un mulino è chiaro. La ruota mossa da pale nell’acqua corrente, aziona la rotazione dell'asse centrale, che trasmette il movimento a degli ulteriori ingranaggi interni. Tuttavia, i mulini ad acqua, in genere, non utilizzano direttamente il corso di un fiume, ma necessitano di complessi sistemi di canalizzazione idraulica. Esse sono strutturate con paratoie e chiuse, che formano un sistema che permette la manutenzione, il controllo e la protezione dalle eventuali piene del fiume, che utilizzano.
Normalmente non ci si sofferma su che fine faccia l’acqua una volta mosso il mulino. Si pensa che torni al fiume. In realtà, il “canale di coda” veniva utilizzato per muovere altri mulini (con ulteriori canalizzazioni). Si creavano, così, sul territorio vari sistemi industriali formati da più mulini, che operavano contemporaneamente, con un fortissimo incremento della produzione o lavorazione. Per evitare periodi di siccità, spesso i mulini possedevano un serbatoio d’acqua proprio.

Anche i mulini ad acqua hanno avuto il loro sviluppo tecnico. I mulini più antichi presentavano una ruota a pale orizzontale con asse verticale, che muoveva la macina. Il problema era che non si poteva regolare la velocità di rotazione di questa, dipendendo il sistema direttamente dalla velocità dell’acqua. Evolvendosi, si passò, così, ad una ruota posta nell’acqua verticalmente con asse di rotazione orizzontale, con più meccanismi, ma con un controllo maggiore.
Anche il tipo di ruota verticale fu messo a punto. Si poteva far passare l’acqua al di sotto della ruota con pale, che veniva mossa dalla forza cinetica dell’acqua. Ma poteva anche ricevere l’acqua dalla sommità. In questo caso, al posto delle pale vennero situate delle camere sagomate. La ruota, quindi, era mossa più che dalla velocità dell’acqua, dalla forza di gravità nella caduta.
Durante la rivoluzione industriale, dal XIX secolo al XX (in alcuni casi), ritornò l’uso della ruota orizzontale con asse verticale. Le condotte dell’acqua soventemente erano poste abbastanza in alto. Il miglioramento maggiore stava nel flusso dell’acqua. Esso veniva controllato attraverso una piccola diga o da una briglia con paratoia. Si evitava, con esse, l’afflusso di possibili pesci, che avrebbero danneggiato il meccanismo (e sarebbero morti). Per evitare afflussi di rami od oggetti vari trascinati dalla corrente, vennero poste delle griglie lungo la canalizzazione, che comunque andava mantenuta pulita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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