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La centrale piazza Plebiscito, la più nota, grande e rappresentativa di Napoli

Foto da Wikimedia Commons

     
 
IL SEGRETO DEL MAGO
da "Leggende napoletane", di Matilde Serao
4/4

La felicità
dei napoletani
 

Intanto Cicho il mago, solo nella sua cameruccia, modificava e variava la sua scoperta. Pregustava il momento in cui, fatto noto agli uomini il segreto, gliene sarebbe venuta gratitudine, ammirazione e fortuna. Infine, non vale più la scoperta di una nuova pietanza che quella di un teorema filosofico? che quella di una cometa? che quella di u nuovo insetto? Bene, dunque: e lodato senza fine sia l’uomo che la fa. Ma un giorno che il termine era vicino, Cicho il mago uscì a respirare per la via del Molo: arrivato presso la porta del Caputo, un noto odore gli ferì le nari. Egli tremò e volle rincorarsi, pensando che era inganno. Ma roso dall’ansietà, entrò nella casa donde l’odore era venuto e domandò ad una donna che badava ad un tegame:

– Che cucini tu?

– Maccheroni, vecchio.

– Chi te lo insegnò, donna?

– Jovannella di Canzio.

– Ed a lei?

– Un angiolo, dicono. Ella ne cucinò al re; ne vollero i principi, i conti, tutta Napoli. In qualunque casa entrerai, o vecchio pallido e morente, troverai che vi si cucinano maccheroni. Hai fame? Vuoi tu cibartene?

– No. Addio.

Entrato in varie case, trascinandosi a stento, Cicho il mago ebbe certezza dell’accaduto e del tradimento di Jovannella; il custode del palazzo reale gli ripeté la storiella. Allora, disperato d’ogni cosa, tornatosene alla sua casetta, rovesciò lambicchi, storte, tegami, forme e coltelli; ruppe, fracassò tutto; abbruciò i libri di chimica. E partissene solo ed ignorato, senza che mai più fosse veduto ritornare.

Come è naturale, la gente disse che il diavolo aveva portato via il mago. Ma venuta a morte la Jovannella dopo una vita felice, ricca ed onorata, come la godono per lo più i malvagi, malgrado le massime morali in contrario, nella disperazione della sua agonia, confessò il suo peccato e morì urlando come una dannata. Neppur tarda giustizia fu resa a Cicho il mago: solamente la leggenda soggiunge che nella casa dei Cortellari, dentro la stanzuccia del mago, alla notte del sabato, Cicho il mago ritorna a tagliare i suoi maccheroni, Jovannella di Canzio gira la mestola nella salsa del pomodoro ed il diavolo con una mano gratta il formaggio e con l’altra soffia sotto la caldaia. Ma diabolica o angelica che sia la scoperta di Cicho, essa ha formato la felicità dei napoletani e nulla indica che non continui a farla nei secoli dei secoli.

 
 
 
 
 
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