Chi lo ha detto che un libro vada letto in
maniera lineare? Come dire dall’incipit alla parola fine? Non è
davvero il caso di “Domina nocturna”, perché il suo autore ha
adottato una struttura del tutto nuova, attraverso differenti
piani di lettura. “Domina nocturna” è, infatti, un libro in due
parti. Anzi due libri ben distinti: alla maniera antica. Perché
di una storia antica si tratta. Una di quelle storie che solo
per caso ci sono pervenute, perché si parla di una donna del
popolo, Pellegrina Vitello, trent’anni, seducente come il
diavolo, vissuta a metà del Cinquecento. Il Libro primo è
intitolato "La Signora della notte". Vi si raccontano le
giornate incalzanti del processo “super magariam”, perché la
protagonista è accusata dalla Santa Inquisizione siciliana di
fare sortilegi e divinazioni, con invocazione di demoni. Lei
naturalmente nega, mentre i giudici fanno di tutto perché
confessi la verità.
Il primo libro ha una duplice
particolarità. Innanzi tutto è scritto con tono affabulatorio.
Sembrerebbe un racconto fantastico, se non si tenesse presente
che invece è una storia vera, “una trance de vie”, che mette in
risalto un contesto intricato. A far da sfondo è una città del
Sud, una Messina che evolve la propria esistenza, nel tentativo
di lasciarsi alle spalle il medioevo per avviarsi verso la
modernità.
La seconda particolarità è che questo libro
è gratuito. Ognuno di noi può scaricarne la versione integrale
in e-book. Perché? Semplice: è una storia che riaffiora alla
memoria, dando voce alla massa silenziosa alla quale, per
secoli, nessuno ha mai dedicato una parola. Non vorremmo,
quindi, che rimanesse trascurata negli scaffali degli addetti ai
lavori.
Come un puzzle le pagine del libro si
prestano acché sia il lettore stesso a porsi le medesime
domande alle quali ha cercato di rispondere l’autore, risolvendo
un vero e proprio rompicapo. Scorrendo le pagine del processo,
il lettore non potrà fare a meno di trovare incongruenze. Finché
l’ultimo capitolo del primo libro non proverà a dare una sua
interpretazione. Ma chi ha detto che non possa esistere una
versione differente dei fatti?
Ecco, allora, che la storia si rimette in
discussione. Infatti, attraverso il Libro secondo, intitolato
"Polvere di storia", è possibile venire a conoscenza dei
retroscena. Quest'ultimo libro è, appunto, una documentata
analisi degli atti processuali. Il proposito è di scoprire chi e
per quale motivo vuole incolpare Pellegrina di stregoneria. Chi
aiuta il setaiolo Nardo Vitello nell’estremo tentativo di
impedire che sua moglie venga giustiziata, in quanto “magara
divinatrice”. Ci si domanda: Pellegrina è davvero una “domina
nocturna”? Ne è convinto monsignor Sebastiàn, l’inquisitore
generale, la più alta personalità religiosa in terra di Sicilia,
il quale vuole portare sul “catafardo” Pellegrina e un’altra
trentina di persone, per celebrare in modo degno e solenne il
suo ultimo autodafè, nella piazza grande della Cattedrale di
Messina il 12 maggio 1555.
Il secondo libro (ma questo occorrerà
acquistarlo) è un saggio. E’ scritto, però, in modo discorsivo.
E’ certamente più impegnativo del primo, giacché frutto di
deduzioni e controdeduzioni. E’ quasi un’inchiesta indiziaria,
avvalorata da documenti e da una ricca bibliografia. I documenti
sono quelli originali, posti all’inizio del secondo libro, la
bibliografia è in calce. Chi, fra i lettori, vuole provare a
scoprire le carte della “Signora del gioco”? Leggere cioè il
testo originale in lingua siciliana (quella vera del
Cinquecento) mista a spagnolismi e latinismi, tipici degli atti
formali? Un lettore più esperto potrebbe cominciare proprio da
qui la sua lettura di “Domina nocturna” e solo dopo, se lo
ritenesse, potrebbe confrontare il testo con la trasposizione
che ne ha dato l’autore.
Quanti enigmi si potrebbero risolvere?
Proviamo a citarne qualcuno. Perché il rappresentante
dell’imperatore Carlo V in Sicilia, colui che a Granada ha
perseguito con successo mori e giudei, si interessa di una
povera donna? Quali prove ha in mano, per accusarla di parlare
con il diavolo, guardando in uno specchio o in un disegno che
ricorda la stella di David? E questa Pellegrina è davvero così
innocente? Lei stessa ammette di lucrare sui malanni altrui,
nascondendo pupazze di stoffa e cuori al mercurio, mentre tace i
suoi atti più gravi. E non è strano quel “menage a tre” che
instaura suo marito Nardo? Pianta moglie e figlio, per andare
a vivere a casa di una procace contadina sposata con un
pollivendolo. Nardo ha in mano un mestiere ricercato e ben
pagato nella Messina dell’epoca, come quello del setaiolo,
eppure si accontenta di vivere mezzucci, lasciando la famiglia
in miseria. Perchè? Date un’occhiata al riassunto di questa storia dove
la realtà è più avvincente della fantasia. Poi provate voi a
rispondere a queste e a tante altre domande che vi sorgeranno
spontanee. Oppure fatevi accompagnare dall’autore,
permettendogli di svelarvi un mondo apparentemente
impenetrabile, una storia – per dirla con le parole di Umberto
Eco – “così incommensurabilmente lontana nel tempo, così
gloriosamente priva di rapporto coi tempi nostri, intemporalmente estranea alle nostre speranze e alle nostre
sicurezze”. |
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