Durante
le guerre napoleoniche l’ottica
militare cambia. Non basta più
conquistare una fortezza per
vincere una guerra, ma bisogna
invadere un territorio. Per
impedirlo ci si scontra in campo
aperto. Gli eserciti si spostano
molto velocemente, gli assedi,
grazie ai cannoni, durano molto di
meno, la logistica si fa più
“pratica”. Il cibo per i soldati
viene preso direttamente dalle
popolazioni dei territori
attraversati, con grave danno agli
abitanti depredati.
La
tecnica dell’assedio
rinascimentale, con la costruzione
di fortezze enorme e robuste,
perde progressivamente senso.
All’inizio del Novecento, le mura
lasciano il posto alle trincee ed
i castelli lentamente si
trasformano in bunker.
Ciononostante la prima guerra
mondiale ha ancora molti degli
aspetti precedenti, come l’attesa
ed il logoramento degli avversari
o l'assalto alle fortificazioni
nemiche, qui rappresentate dalle
trincee avversarie.
Con
l’invenzione della mitragliatrice
avviene la drastica mutazione
delle tattiche militari della
prima guerra mondiale. Verso la
fine di questa appaiono al fronte
ulteriori tecnologie, come il
carro armato e l’aereo a scopi
militari. Successivamente si
inventano i mitragliatori, e
vengono sviluppate le
comunicazioni civili, con
automobili, motociclette e camion.
Tutto porta alla velocizzazione di
quegli spostamenti degli eserciti
già apparsi con Napoleone.
La
guerra lampo
Allo scoppio della seconda guerra
mondiale, la formidabile linea
Maginot francese, costruita per
fermare un eventuale attacco
tedesco, si sfalda in pochi giorni
all’attacco dei bombardieri e con
lo sfondamento del fronte da parte
delle truppe meccanizzate
tedesche. La guerra diventa di
movimento, che porta a
sfondamenti, aggiramenti e a
movimenti a tenaglia. Su tutto
imperversa l’aviazione.
Questo tipo di guerra è detta
Guerra lampo, nota anche come
Blitzkrieg, si basa sull’estrema
mobilità e flessibilità delle
truppe meccanizzate d’assalto,
composte da carri armati (di
diverso tipo), truppe su camion,
artiglieria mobile ed aviazione,
il tutto organizzato in unità
autonome. Operavano contro i punti
più deboli del fronte per poi
accerchiare e distruggere le unità
avversarie che erano rimaste
isolate. I carri armati
assicuravano forza di sfondamento
e superiorità di fuoco e di
movimento. Questo nuovo tipo
di guerra fu ideato nel 1914 da
Alfred von Schlieffen e Hans von
Seeckt, che venne, però,
perfezionata ed applicata solo
nella seconda guerra mondiale.
Questo perché la nuova
"rivoluzione strategica", divenne
attuabile solo all’inizio degli
anni ’30, quando furono messe a
punto sia il motore a scoppio che
le comunicazioni radio (per il
coordinamento sul campo di
battaglia). I mezzi di trasporto,
i motori potenti per i pesanti
blindati e nelle applicazioni in
campo aeronautico permisero lo
sviluppo della tecnologia utile
alla guerra lampo.
La
rapidità della mobilità e
dell’esecuzione degli spostamenti,
che avrebbe potuto essere caotica,
era resa possibile dal controllo
via radio delle singole unità da
parte dei comandi, che permetteva
, l’organizzazione intera delle
truppe che, quindi, potevano
muoversi velocemente sul
territorio.
Le truppe
corazzate tendevano ad eseguire un
accerchiamento a medio raggio con
il taglio dai centri logistici,
che rendeva impossibile sia il
rifornimento che l’arrivo di
aiuti. Le truppe meccanizzate al
seguito assicuravano la protezione
lateralealla colonna corazzata e
la creazione continua di nuove
retrovie. Proprio quest’ultimo
aspetto segnò il punto di crisi
nell’esercito tedesco nella
seconda guerra mondiale, Dopo i
successi militari della guerra
lampo in Polonia, Francia e
Balcani, l’applicazione sulle
sterminate steppe melmose e gelide
del fronte orientale russo, non
risultò così semplice. Le truppe
al seguito non riuscirono a
mantenere il contatto con i
corazzati, indebolendo la
struttura offensiva tedesca nella
campagna russa.
Tuttavia,
anche nella seconda guerra
mondiale avvengono tradizionali
“assedi”, come ad esempio, quello
di Leningrado, oppure quello di
Malta, di Sebastopoli di Tobruk,
e, verso il finire della guerra,
quello di Monte Cassino. La
motivazione di essi, però, non è
più quello della presa della
fortificazione, ma quella di
impegnare e bloccare l’avversario
in quel punto, per muovere
velocemente l’esercito e sferrare
l’attacco in un’altra parte del
fronte.
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