I
normanni, inizialmente rimasero
assai colpiti dallo sfarzo
orientale dei bizantini di
Bisanzio, già capitale dell’impero
romano d’oriente (allora detta
Costantinopoli). Alla fine dell’XI
secolo, sorsero le cosiddette
cube. Al loro interno esse
presentavano la centralità della
croce greca, colonne con
capitelli, una cupola
siculo-bizantina e splendide
decorazioni musive. All’esterno il
contenitore, invece, appariva
quadrangolare, ma stilisticamente
essenziale. Tra gli esempi,
potremmo indicare la cappella
palatina di Montalbano Elicona o
la cuba di Santa Domenica.
Tuttavia, la cultura dominante al
loro arrivo era quella araba,
appena sconfitta. Essi chiamarono
a corte altri architetti e uomini
di cultura arabi ed egiziani.
Questi sono, in quel periodo,
all’avanguardia, proponendo nuovi
sistemi di costruzione, come nei
nuovi archi a sesto acuto. In
alcuni casi, troviamo anche gli
archi "a ferro di cavallo", detto
anche "rientrato", che assume una
forma a foglia. Tra gli altri
elementi architettonici, propri di
questa tecnica, sono le colonne
alveolate, decorazioni a
stalattiti, pennacchi, alveoli
dipinti, nuovi capitelli e le
cornici con merloni a dentelli.
Dalla Francia i normanni
portarono la loro cultura
romanica, d’origine cristiana.
Ecco gli esempi di chiese a croce
latina (con un lato più lungo) a
tre navate e transetto. I
prospetti di queste chiese sono
semplici e lineari, ma irrobustiti
dalla presenza di torri massicce.
Essendo, appunto, una cultura
cristiana, il romanico può avere
decorazioni con raffigurazioni di
uomini, animali e vegetali,
sempre, però, stilizzate.
Con l’introduzione della
tecnologia della muratura
portante, che risolveva vari
aspetti statici, soprattutto in
riferimento alle coperture a
volta, e con l’introduzione
dell’arco a sesto acuto, molti
storici considerano lo stile
dell’architettura normanna non
come uno stile vero e proprio, ma
come stile di transizione verso il
gotico. Essi usano il termine di
normanno-gotico.
Tuttavia, se i normanni si
applicarono alla costruzione di
opere civili, religiose e
militari, essi si distinsero, in
particolar modo, per la
costruzione di castelli. Il loro
alto numero, soprattutto in
Sicilia, si deve alla loro
politica tendente
all'incastellamento delle campagne
(come stava avvenendo
contemporaneamente nel nord
Europa).
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