Negli
ultimi anni, con il progredire
della società, molte persone si
sono avvicinate al collezionismo,
tant’è che esso è considerato un
hobby. Quando si pensa ad esso,
vengono subito alla mente
francobolli o monete, le
collezioni più diffuse. Tuttavia,
si può raccogliere di tutto, senza
quasi limiti alla fantasia. Oltre
agli innumerevoli temi, spesso il
raccoglitore si specializza in
determinati aspetti di esso, ad
esempio, tutti i francobolli su
Garibaldi. Inoltre il
collezionista esperto raccoglie ed
organizza il proprio materiale con
una vera e propria catalogazione.
Ad appoggiare il loro “lavoro”
esistono commercianti
specializzati in collezioni, che
operano ricerche sul mercato,
facendo crescere le raccolte
individuali.
Poiché
qualsiasi oggetto è legato ad
aspetti artistici o storico
antropologici, qualsiasi
collezione possiede una propria
importanza. Raccolte di materiali
d’uso comune o addirittura di
scarto lentamente aumentano di
significato e valore. E’ il
classico esempio del fumetto che,
dopo alcuni decenni, diviene raro
e guadagna valutazioni
stratosferiche, rispetto al costo
originario. Infatti, vecchie
raccolte finiscono per acquisire
valore storico o sociale tale da
finire esposte significativamente
in mostre o musei. Se ne desume
che l’attività del collezionismo,
nel bene o nel male, produce
valore, se non economico,
senz’altro nella memoria storica,
sociale e antropologica. A
dimostrazione di ciò, alcune delle
più significative “collezioni” del
passato (in particolar modo
d’arte), operate da famiglie
nobiliari, papi e signori privati,
hanno creato il nucleo originario
di importanti musei nel mondo.
Le collezioni di Petrarca
Se nell'antichità
greco-romana il collezionismo
d’arte era praticato normalmente,
con la caduta dell’impero romano e
l’inizio del medioevo, cambiò il
modo di valutarlo. La Chiesa,
infatti non lo riteneva opportuno,
in quanto ostentazione di lusso e
ricchezza. Le opere d’arte
contenute nelle chiese e nei
monasteri medievali, non avendo
valore né storico né estetico,
erano ritenute strumentali alla
fede popolare. Ciononostante, re e
imperatori praticarono del
collezionismo d’arte (Carlo Magno,
Federico II e gli stessi papi),
anch’esso strumentale, ma verso la
propria autorità e maestosità.
Tra i primi veri collezionisti
medievali vi è l’insospettabile
Petrarca (1304–1374). Egli,
infatti, era appassionato di
monete antiche, non tanto per la
moneta in sé, quanto per il suo
dorso. In esso era sempre
effigiato il re o imperatore che
le emetteva. Petrarca riteneva la
raccolta utile per la conoscenza
delle loro sembianze. Conosciute
le loro fattezze, se ne poteva
seguire il pensiero e le loro
virtù. La sua collezione di monete
fu donata all'imperatore Carlo IV
di Boemia.
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