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COLLEZIONISMO E MUSEI
 

  COLLEZIONI
     

Il collezionismo, un hobby di valore

 

Nascono le prime collezioni

 

IIl florido mercato dell’Arte 

 

Le "Stanze delle Meraviglie" 


La funzione sociale del Museo 

 
  MUSEI ITALIANI
   

Storia di alcuni musei italiani

 

Storia della Pinacoteca di Brera 

 

Storia dei Musei Vaticani 

 

Storia della Galleria degli Uffizi 


MUSEI EUROPEI'
   

Storia di alcuni musei europei 

 

Storia del Deutsches Museum


Storia del British Museum

 

Storia del museo del Louvre 

 
  IL FUTURO DEI MUSEI
   

Musei virtuali 

 
 
 
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Nel XV secolo, con la rinascita umanistica (in particolare, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini), i libri e i reperti storico-artistici acquisirono il valore di collegamento con il grande passato storico d’età classica. Anche i vari signori, nobili e potenti intesero lì’importanza delle collezioni d’arte, ma, concepite, come esempio di regalità e mecenatismo, quindi, trasversalmente, di potenza politica.
Nel gioco delle collezioni d’arte, anche gli artisti fecero la loro parte. Essi intuirono che poteva cambiare il proprio status di produttori culturali. Fino ad allora, nel medioevo, la figura dell’artista era alquanto defilata. Con l’umanesimo e poi il rinascimento, l’artista prende il posto che gli sideve. Accanto alle opere classiche ritrovate, si produce una nuova cultura, che li vede protagonisti. Vengono aperte nelle grandi città le botteghe d’arte. Tra queste, quella dello Squarcione, di Lorenzo Ghiberti o del Sodoma e moltissime altre. La bottega espone, vende capolavori, crea allievi, ma, soprattutto, pubblicizza l’artista capo. La loro attività, successivamente, venne valorizzata, alla fine del Cinquecento, da critici e storiografi, come Giorgio Vasari con le sue Vite.

L’esempio più eclatante di collezionisti del periodo è rappresentato dalla famiglia Medici a Firenze. Il fondatore Cosimo il Vecchio de' Medici, come strumento di consenso, commissionò opere a Donatello e Brunelleschi, creò il primo nucleo della collezione di opere d’arte, appassionandosi, inoltre, alla glittica. I suoi successori ne seguirono l’esempio. Piero il Gottoso e Lorenzo il Magnifico concentrarono, incentivandola, la raccolta nel nuovo palazzo di famiglia di via Larga e nel Giardino di San Marco. Intorno alla famiglia Medici girarono collaborando i maggiori artisti rinascimentali, quali Michelangelo o Leonardo da Vinci. Per valorizzare tali collezioni, i Medici fecero edificare il Palazzo degli Uffizi a Firenze, la prima costruzione al mondo creata appositamente per contenerle.
La loro ricca e straordinaria collezione di famiglia  fu ereditata dalla città con un lascito di Anna Maria Luisa, figlia di Cosimo III, quando Firenze, fu conquistata da Francesco di Lorena nel 1735.

All’interno delle abitazioni signorili, nel Cinquecento, trovano posto le collezioni in stanze a loro dedicate. Nel nord Europa sono le
Wunderkammer (camera delle Meraviglie), che si svilupperanno in seguito anche da noi. Queste sono stanze piene, non solo di oggetti d’arte, ma anche di stramberie di vario tipo pseudoscientifiche, che vedremo in seguito. In Italia, invece, imperano gli studioli, Sono piccole stanze con opere d'arte, create per rilassarsi e distendersi intellettualmente. Tra gli studioli più famosi, citiamo quello di Isabella d'Este a Mantova e quello fiorentino di Francesco I de' Medici, a Palazzo Vecchio.
Con il rinascimento vengono realizzate le gallerie, ambienti molto lunghi per ammirarvi, camminando, le opere d’arte, come la ricchezza e il gusto possedute dal proprietario.

Nel Seicento, anche nel campo del collezionismo, si affermano i grandi poteri. In Francia prevale la corte monarchica che possiede le grosse raccolte d’arte. In Italia, invece, al centro sia dell’arte che delle collezioni d’arte, è la curia di Roma ad avere le possibilità maggiori. Tra papi, cardinale e vescovi, e le loro famiglie potenti, si affermano nomi ancora oggi noti: i cardinali Scipione Borghese, Francesco Maria Del Monte, Pietro Aldobrandini, Ludovico Ludovisi, Maffeo Barberini, Marcantonio Colonna, Giovanni Battista Pamphilj e Bernardino Spada. I loro nomi sono legati inscindibilmente dall’architettura romana.

Il nuovo mercato dell’arte
Nel settore del collezionismo appaiono nuove figure come gli antiquari, che trattano le antichità, sia nella loro reperibilità che nella vendita. Si aprono spazi anche per i conoscitori dilettanti, esperti delle cose artistiche, nuove e vecchie, che, pur non possedendo enormi quantità di opere (come capitava prima) hanno quelle capacità e cognizioni, atte a trattare con piccoli collezionisti borghesi. I nuovi professionisti ed esperti dà avvio ad una critica d'arte del tutto autonoma, che farà nascere le prime esposizioni d’arte aperte al pubblico, di nuovi artisti italiani o esteri. Il mercato, che fino a quel momento era ristretto a nobili ed ecclesiastici, si espande esponenzialmente, interessando e coinvolgendo collezionisti privati della nascente borghesia. Si impongono, inoltre, ecco i mercanti d’arte, intermediari essenziali, che creano e vendono (da parte di famiglie decadute) collezioni o singole opere. Venezia, verso la fine del Seicento, primi del Settecento, diviene uno dei principali mercati europei di opere d’arte. E’ rimasta famosa la vendita, effettuata dal mercante Daniele De Nijs, della collezione dei  Gonzaga, al re Carlo I d'Inghilterra.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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