Agli albori della pittura fiorentina.
La Maestà del Museo Puškin di Mosca
Gli Uffizi, Firenze
Dal 18 Ottobre 2011 al 8 Gennaio 2012

Nel corso della scorsa estate, nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze ha avuto luogo la mostra Tesori del Cremlino. Adesso, dal 18 ottobre, è aperta la mostra Agli albori della pittura fiorentina. La Maestà del Museo Puškin di Mosca. Essa rappresenta il secondo evento del complesso programma di appuntamenti espositivi, frutto degli scambi culturali, in occasione dell’anno delle celebrazioni Italia-Russia 2011.
Alla base di questi eventi sono: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero degli Affari Esteri, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico, il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria degli Uffizi e Firenze Musei. Da parte russa hanno collaborato i rispettivi organismi rappresentativi e culturali, in particolare: il Ministero della Cultura della Federazione Russa e, naturalmente, il Museo Pušhkin, che ha fornito le opere d’arte in mostra.
Si è occupata dell’organizzazione Opera Laboratori Fiorentini - Civita Group. E’ a cura di Angelo Tartuferi il catalogo della mostra, pubblicato dall’editore Giunti.

Al centro di diciassette storie della Vita di Maria dal Museo Pušhkin di Mosca, è posta la grande tavola della Madonna col Bambino sul trono. E’ un dipinto italiano risalente al periodo duecentesco, che misura 246 x 138 centimetri. Fu acquistato, nel 1863, dal russo Petr Ivanovic Sevast’janov, proprio sul mercato antiquario della Capitale italiana. Lo studioso russo era un grande collezionista di antichità cristiane.
Al fascino artistico si aggiunge il mistero sul suo autore, la datazione, le sue fonti iconografiche e la sua matrice culturale.
Accanto alla Madonna con Bambino del Museo Pušhkin, sono posizionati il Crocifisso n. 434 e le Stimmate di San Francesco degli Uffizi, un’altra raffigurazione di San Francesco e otto momenti della vita del santo, prestate per la mostra, dal Museo Civico di Pistoia.
Aleggia sulle quattro opere centrali (di autore sconosciuto) l’ipotesi che siano stati composti da un unico artista del XIII secolo italiano, ancora ignoto, ma di grandi capacità pittoriche.