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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
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  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) filosofo, scrittore e musicista, è conosciuto soprattutto per le sue teorie innovative di carattere socio-politico, che influenzarono direttamente la Rivoluzione Francese e il cambiamento del pensiero in generale. Tale fu la novità che le sue idee arrivarono a influire sulle teorie socialiste e la maturazione del nazionalismo. Il concetto principale delle sue idee è, senz'altro, espresso bene dalla frase, contenuta all'interno del suo libro il Contratto sociale, che recita:

"L'uomo è nato libero, ma ovunque è in catene".

Nato in una famiglia medio borghese a Ginevra, perse ben presto i genitori; la madre morì per complicazioni post-parto, il padre, invece, fu scacciato da Ginevra, lasciandolo in affidamento nel 1722. Giovane fantasioso, intelligente e creativo, fu lettore vorace di testi classici, che lo influenzarono nel carattere, successivamente. Tra i più importanti testi letti furono: la Bibbia, le Vite parallele di Plutarco e i sermoni di Calvino (Rousseau era di religione calvinista). Fece per diversi anni apprendistato prima presso un notaio e poi un incisore.
Rousseau lasciò Ginevra il 14 marzo del 1728. Viaggiò nella sua vita parecchio. Nonostante la personalità rigidamente calvinista, dopo aver conosciuto la baronessa francese Francoise-Louise de Warens si convertì al cattolicesimo, passò un breve periodo in seminario, nel 1754, Rousseau tornato a Ginevra, si convertì nuovamente al Calvinismo, per poi seguire le teorie deiste.
Altrettanto inquieto fu nel lavoro: all'inizio del decennio 1730, lavorò come insegnante di musica a Chambery; a Lione nel 1740, fece da tutore del giovane figlio di Gabriel Bonnet de Mably; nel 1742, a Parigi, propose all'Accademia delle Scienze un innovativo metodo di scrittura musicale, che, però, gli fu rifiutato; dal 1743 al 1744 fu segretario dell'ambasciatore francese a Venezia, che citò spesso, in seguito, per la sua Repubblica.
A Parigi conobbe Diderot, con cui collaborò per l'Enciclopedie, scrivendo alcuni articoli di musica e, soprattutto, per la voce "Economia politica" nel 1755. I rapporti con l'enciclopedista finirono, poco dopo, per rovinarsi.
Nel 1750, per un concorso indetto dall'Accademia di Digione,  per un saggio sullo sviluppo delle arti e delle scienze sotto il profilo morale, egli scrisse il Discorso sulle scienze e le arti. Vinse il concorso ed ottenne una certa notorietà. Un suo brano musicale (“l'indovino del villaggio”) fu messo in scena, addirittura, nel 1752, per Luigi XV.

Tornato a Ginevra, nel 1755, finì di scrivere il testo Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini. E' questo il momento in cui la vita di Rousseau prende una piega totalmente negativa, per il pensiero assolutamente innovativo che egli diffonde. La sua opera incontra, infatti, un detrimento sempre crescente presso il governo francese.
Nel 1762 pubblica il Contratto sociale e l'Emilio o dell'educazione. Trattando nei due testi una forte critica alla religione, questo gli costò la messa all'indice, sia in Francia che a Ginevra, tanto che Rousseau fu costretto a fuggire per evitare l'arresto. Risiedette prima a Berna, poi a Motiers, in Svizzera, braccato da critici integralisti (la sua casa a Moitiers fu murata nel 1765). Nel gennaio del 1766 si recò in Gran Bretagna dal filosofo David Hume, altrettanto critico verso le religioni.  Ma dopo diciotto mesi, reso inquieto da una specie di paranoia, ripartì per tornare in Francia sotto mentite spoglie (con il nome di "Renou"), nonostante gli fosse vietato fino al 1770. Nel 1768 sposò Thérèse Lavasseur, una giovane sarta analfabeta, da cui aveva avuto, in passato, cinque figli, tutti abbandonati all'orfanotrofio. La cosa fu spesso criticata per le sue teorie educative (da Voltaire e diversi commentatori).
Nel 1770 tornò a Parigi, con la clausola di non pubblicare nessun testo. Rousseau scritte le sue Confessioni, cominciò a darne letture private. La cosa non passò inosservata e gli vennero impedite l'anno seguente. Tutto ciò che il filosofo scrisse in seguito (Rousseau continuò a scrivere sino alla morte) fu integralmente oscurato, e trovarono pubblicazione solo nel 1782, a morte avvenuta.
Dopo aver scritto ai tempi di Motiers il Progetto costituzionale della Corsica, nel 1772 gli fu richiesto di comporre la nuova costituzione della Polonia. L'opera, Considerazioni sul governo della Polonia,  fu il suo ultimo grande trattato politico.
Limitato nel suo lavoro, forse realmente paranoico (a ragione) l'ultima parte della sua vita lo vede povero e solitario. Passeggiando una mattina per i giardini del marchese di Girardin, a Ermenonville, vicino Parigi, fu colto da una emorragia. Morì il 2 luglio del 1778.
Avvenuta la Rivoluzione Francese, nel 1794, riconosciuta la sua importanza, dal piccolo cimitero nella Ile des Peupliers, le sue spoglie furono traslate al Pantheon di Parigi, accanto a quelle di Voltaire, tra i grandi di Francia.

   
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