Il termine
Odissea deriverebbe
dal greco "οδυσσομαι", cioè “odiare”. Non è chiaro, però, se
Ulisse è odiato da chi gli impedisce di tornare a casa, o è
colui che odia, in particolare i Proci, che ucciderà al ritorno.
Il termine ha tuttavia un’origine più antica. Appartenente alla
cultura della Caria, in Asia Minore, starebbe ad indicare un
antico dio del mare, evolutosi nel dio Poseidone. Alla base del
poema si troverebbero, quindi, una serie di racconti marinari,
confluiti, poi, nell’Odissea. Lo studioso Martin West, ad
esempio, ritiene che nell’Odissea e nella sua epopea sia
confluita quella di Gilgamesh, che fa parte della mitologia
mediorientale. Ambedue le storie trattano di un viaggio avvenuto
fino ai confini del mondo, ambedue gli eroi scendono, grazie
all’aiuto di un dio, da vivi nel mondo dei morti e ne fanno
ritorno. La straordinaria somiglianza tra i due racconti
dipenderebbe dall' influsso avuto dall'epopea di Gilgamesh sulla
stesura dell'Odissea La lingua utilizzata da Omero è un misto
di diversi dialetti. Quella
attica, dovuta
probabilmente dal tiranno Pisistrato, ma poco presente nel
testo. Quella ionica,
predominante, utilizzata in quanto il dialetto ionico era la
lingua “ufficiale” dei poemi epici. Il dialetto
eolico, anch’esso
molto utilizzato, ha ragione di essere in quanto lingua che si
prestava ad un uso metrico e poetico. Tra le semplificazioni
linguistiche della narrazione sono presenti le
formule, espressioni
metriche fisse, che forniscono un'idea essenziale e simbolica (l'astuto
Odisseo o Aurora dalle dita rosate).
Esse permettono una gestione più semplice della narrazione in
metrica, soprattutto nella esposizione orale. L’opera
di Omero, analizzandone la struttura, risulta di una grande
modernità. Ambedue i libri hanno un inizio in "Medias Res", cioè
a fatti già iniziati. Ulisse appare dopo sette anni dalla sua
partenza da Troia; l’Iliade ci racconta degli ultimi 51 giorni
di una guerra di dieci anni. Anche l’Odissea si svolge in un
arco temporale ben definito e ridotto: 38-40 giorni. Per
abbracciare l’intero viaggi di Ulisse, Omero fa uso di analessi,
cioè di "flash-back", che ci proiettano nel passato temporale
dell’azione, con il racconto che Ulisse fa a re Alcinoo.
permettendoci di conoscere le disavventure patite.
L’ambientazione del racconto, cioè i luoghi geografici, non
sono, a tutt’oggi, identificabili nella realtà. La tradizione
vuole che la terra dei Ciclopi e dei Lestrigoni sia la Sicilia,
in una delle isole Eolie Odisseo incontrò il dio Eolo, e Scheria,
la terra dei Feaci, in Corfù. Molte altre sono le
“attribuzioni”, la maggior parte nel Mediterraneo, ma anche
nell’Oceano Atlantico o, addirittura, nel Mar Baltico.
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