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Sabato 18 giugno 2011,
alle ore 18, nella sala Convegni del
Palazzo della Cultura “Antonello da
Messina”, il Rotary Club Stretto di
Messina - in collaborazione con la Chiesa
di Messina, il Comune di Messina, la
Gazzetta del Sud, l’Archeoclub - organizza
l’evento: «Scopriamo San Raineri, venerato
Patrono di Pisa e Santo ignorato a Messina
- La sua vita all’epoca della seconda
crociata, la presenza a Messina e il
miracolo che vi ha compiuto».
Relazioneranno sui recenti studi che hanno
permesso di riscoprire una parte
interessante della storia della nostra
città: mons. Mario di Pietro, vicario
foraneo per la città di Messina Centro e
parroco di S. Caterina V. e M., Nuccio
Anselmo, giornalista del quotidiano
Gazzetta del Sud e Sergio Bertolami,
architetto. Coordina i lavori il dott.
Franco Providenti. L’iniziativa pubblica
prende spunto proprio dalle indagini
critiche svolte da Sergio Bertolami e Rosa
Manuli sull’attestazione del toponimo che
contraddistingue l’area falcata come
«braccio di san Raineri». L’intento è di
richiamare l’attenzione su di una parte
del territorio di Messina, che per la sua
eccezionale importanza va reintegrata nel
complesso delle proprie valenze culturali
e sociali, restituendole il diritto
d’identità. L’incontro è incentrato sui
peculiari motivi legati alla trasmissione
della memoria collettiva. Fino al
Settecento è infatti accertato, dalla
documentazione proposta, che san Ranieri
pisano era venerato dal popolo messinese
ed ogni anno commemorato ufficialmente
dalla Chiesa, che ne officiava la messa il
17 di giugno. Stessa data in cui si
solennizza in Pisa sua città natale.
Quest’anno, in particolare, ricorrono gli
850 anni dalla morte, avvenuta nel 1161, e
si conclude a Pisa l’anno giubilare in
onore del santo patrono. Questi nuovi
studi riconsiderano, pertanto, gli ambiti
della pur suggestiva narrazione
tradizionale, ricordata dal memorialista
messinese Placido Samperi, che parla di un
romitello impegnato a mantenere acceso un
fuoco notturno, per segnalare i pericoli
del gorgo di Cariddi e delle secche ai
naviganti dello Stretto. La documentazione
di area toscana, a cominciare da un
affresco del 1384 che raffigura un
miracolo compiuto dal santo pisano a
Messina, permette oggi di fornire
attestazioni che restituiscono la memoria
di un avvenimento storico di grande
importanza. Riguarda, infatti, la
conclusione di una lunga guerra europea,
che a cominciare dalla rivolta del Vespro
ha coinvolto non solo i siciliani, ma
anche il papato avignonese, gli aragonesi
di Spagna e gli angioini di Francia,
facendo conquistare alla Sicilia
l’autonomia dal regno di Napoli.
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