Primo piano Argomenti Schede Anteprime Editoriali
 
 
 
 
   
 
 

 
 
 
       CATALOGO DEI PRODOTTI
 
 

Sommario

 
 

   GASTRONOMIA SICILIANA

  

   Il timballo delle feste

  

   La cucina di strada

  

   Gli antipasti

  

   I dolci di Pasqua

  

   I dolci nei Conventi

  

   I cannoli siciliani

  

   Il Maiorchino

  

   Itinerari del gusto
   - Messina

  

   Itinerari del gusto
   - Alcara Li Fusi

  

   Itinerari del gusto
   -
Cesarò

  

   Una cena barocca

  

   Evoluzione
   della cucina

  

   Cucina tradizionale

  

   Cucina tradizionale
   - Il pane

  

   Cucina tradizionale
   - La pasta

  

   Cucina tradizionale
   - Il riso

  

   Cucina tradizionale
   -
Le minestre e le
   zuppe
 
 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   



 

 

 
Sorprese  riservate al viaggiatore attento, che vuole conoscere usi e costumi non sempre riscontrabili nelle classiche mete turistiche.
 
 
Itinerari del gusto
di Laura Gentile
 

Il modo più tradizionale per intraprendere un viaggio in Sicilia attraverso itinerari, non solo dell’arte, della cultura, delle tradizioni etniche, ma anche del gusto e dei sapori comincia dalla città dello Stretto.

Messina, primo punto di approdo nell’Isola per chi traghetta dal continente, offre al visitatore l’immagine della nuova città eclettica e razionale, ricostruita all’inizio del Novecento, sulla quale spiccano il campanile e la mole del duomo. Ma ben altre sorprese sono riservate al viaggiatore attento, che vuole conoscere usi e costumi non sempre riscontrabili nelle classiche mete turistiche.

 Nella città, come in tutte quelle della Sicilia, la giornata inizia con il rito mattiniero della granita al gusto di  caffè, o se preferite mandorla, cioccolato, limone, fragola, pesca, albicocche, gelsi neri e bianchi, gelsomino, anguria, cantalupo, pistacchio… Tutti prodotti, colori, sapori e profumi degli incantevoli giardini di Sicilia, accompagnati da fragranti brioches o dalle meno usuali zuccherate.

 Il mare entra in tavola proponendo una incredibile varietà di piatti; si tratta dello stoccafisso in insalata o alla messinese, cioè a “ghiotta”, con un intingolo di pomodori, sedano, carota, prezzemolo e patate. Il pesce spada, per la cui pesca si utilizzano delle imbarcazioni tipiche dall’albero altissimo, viene proposto in svariati modi: alla “ghiotta”, alla “stemperata”, ad involtino, impanato o arrosto, spennellato con il “sammurigghiu”, una calda emulsione di acqua, olio, limone, prezzemolo, origano, sale e pepe, cotta a bagnomaria, che serve per accompagnare altre ai pesci, anche carni alla brace. Ma a Messina e nelle località di riviera, si possono gustare, non solo pesce spada, ma anche tonni, spigole, ricciole, calamari, polpi, cozze… aguglie arrotolate come un bracciale, capone imperiale, pescato solamente nel mare dello Stretto.

Non bisogna, tuttavia, dimenticare che la cucina di Messina, come quella delle Eolie, e apparentemente in modo paradossale la cucina dell’intera Sicilia e delle sue isole, è essenzialmente una cucina di terra. Il clima favorisce la coltivazione delle verdure, tanto che spostandosi dalla costa all’entroterra collinare, oltre che al pesce, queste verdure si mescolano alle carni. Ecco l’agnello alla messinese, cotto al forno con olive nere e pecorino o, ricordando atavici riti, cosparso di ogni genere di erbe e anticamente cotto in una fossa scavata nel terreno. Gli involtini di vitello, le polpette di carne (e di magro), il manzo e il coniglio in agrodolce, il falsomagro ripieno di salsiccia e tritato, uova sode, salame e formaggio. Anche la cotoletta si arricchisce di un gusto più incisivo, dopo una infusione nell’uovo sbattuto ed una ripassata in un composto di pecorino, pane grattato, prezzemolo, sale, pepe, aglio. Poi possiamo scoprire il tipico “agglassato” a base di lacerto, il cui fondo di cottura può essere utilizzato per condire della pasta fresca. Ancora un piatto, per ricordare solo di sfuggita una tradizione gastronomica attraverso la quale siamo in grado di mostrare il legame con il territorio, per reintrodurlo nella ristorazione locale: parliamo del “sciusceddu”, polpettine di carne trita cotte nel brodo, versate in teglia e infornate, dopo avere aggiunto un composto di ricotta fresca, sbattuta con uovo, parmigiano, noce moscata.

E poi i dolci: cannoli e cassata, che a seconda delle province assumono consistenze e fragranze diverse; la frutta martorana, la pignolata messinese bianca e nera, le “sfinci” di San Giuseppe e i gelati, i rosoli, gli sciroppi, i liquori dolci della tradizione, come il nespolino e il liquore di miele.

   
 
   
   
 
  HOME  
 

 
 

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini, la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 

   
 
     
 
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2008. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768