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Vincenzo Viviani, sostenuto negli studi dal
Granduca Ferdinando II de' Medici, che gli accordò una borsa di
studio, fu allievo, dapprima del galileiano Padre Clemente
Settimi e successivamente di Evangelista Torricelli. Nel 1639, a
17 anni, ebbe a conoscere Galileo Galilei e ne divenne allievo
giovanissimo. Ad Arcetri, dove il maestro era confinato, si
occupò di lui fino alla sua morte, avvenuta nel 1642. Il
rapporto lo segnò talmente che ne raccolse l’eredità
(manoscritti, documenti e lettere) e ne divenne il principale
biografo. Dal 1655 al 1656, preparò la prima edizione dell'opera
completa del grande scienziato. Intorno al 1730, la Chiesa
permise la traslazione della salma di Galileo Galilei
all’interno della tomba preparata nella chiesa di Santa Croce a
Firenze. Questa fu pagata anche con una somma in denaro lasciata
in eredità dal Viviani, proprio in funzione di un simile
avvenimento. Nel 1647, dopo la morte del suo maestro,
Evangelista Torricelli, ne prese il posto all'Accademia
dell'Arte del Disegno di Firenze. Il rapporto col Granduca, che
già lo aveva favorito negli studi, si dimostrò fondamentale per
il Viviani. Fu da lui nominato Ufficiale dei Fiumi, Ingegnere
della Magistratura di Parte Guelfa, e, quando monarchi europei
chiesero al Viviani di abbandonare la città e trasferirsi nella
loro (Luigi XIV di Francia e Giovanni II Casimiro di Polonia),
sempre il Granduca, nel timore che ciò avvenisse, lo nominò
“matematico di corte”. Il Viviani accettò l’offerta e rimase a
Firenze. Sempre il Granduca lo fece membro del suo gabinetto
sperimentale, l'Accademia del Cimento. Tra l’eredità
lasciata da Galileo c’è il metodo sperimentale. Questo fu
insistentemente adottato per le ricerche da Viviani. Nel 1660,
unitamente a Giovanni Alfonso Borelli, realizzò ricerche sulla
velocità del suono e di quella della luce, raggiungendo ottimi
risultati. Individuò, ad esempio, la velocità del suono in 350
metri al secondo (la velocità esatta è di 331,29 metri/secondo).
Fino ad allora si pensava, dalle ricerche di Pierre Gassendi,
che essa fosse di 478 metri al secondo. Portò avanti anche
ricerche sulla rotazione del pendolo, duecento anni circa prima
della dimostrazione di Foucault. Ma la materia dove eccelse
fu la resistenza dei solidi e l'ingegneria idrica, scrisse , a
tale proposito, il Discorso intorno al difendersi da'
riempimenti e dalle corrosione de' fiumi. Ad un cratere
lunare, come per Torricelli, è stato dato il nome di “Viviani”.
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