
Oltre 10.000 visitatori hanno già attraversato le sale del Centro Culturale Altinate – San Gaetano di Padova per scoprire la straordinaria storia di Vivian Maier, la tata-fotografa che ha conquistato il mondo con il suo sguardo unico. Grazie al grande entusiasmo del pubblico e all’elevato numero di presenze registrate sin dall’apertura, la mostra “Vivian Maier. The exhibition“ sarà prorogata fino al 19 ottobre 2025.
| Vivian Maier. The exhibition Centro Culturale Altinate | San Gaetano, Padova La mostra è prorogata fino al 19 ottobre 2025 |

Un successo crescente, fatto di emozioni, sguardi e storie catturate dall’obiettivo di un’artista che ha saputo raccontare la quotidianità con intensità e poesia. Le immagini in mostra – molte delle quali inedite – tracciano un ritratto intimo e potente della società americana del Novecento, ma anche della misteriosa figura di Maier, il cui talento è rimasto nascosto per decenni.
Questa proroga è un’occasione in più per chi non ha ancora visitato l’esposizione e per tutti coloro che desiderano tornare ad ammirare la più ampia retrospettiva mai dedicata a Vivian Maier, conle oltre 200 fotografie tra scatti in bianco e nero e a colori, filmati super 8, oggetti personali, documenti d’archivio e sale esperienziali e immersive.
Prodotta e organizzata dal Comune di Padova e Arthemisia, da un progetto di Vertigo Syndrome e in collaborazione con diChroma photography, la mostra è realizzata con il contributo di AcegasApsAmga e vede come mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Il catalogo è realizzato da Moebius in collaborazione con Réunion des musées nationaux (RMN) – Grand Palais e Musée du Luxembourg, Paris.

VIVIAN MAIER
Circondata da un alone di mistero che ha contribuito ad accrescerne il fascino, quella di Vivian Maier (1° febbraio 1926 – 21 aprile 2009) è la storia di una donna che ha fatto della fotografia la sua ragione di vita, senza mai esporsi, ma nascondendosi dietro l’obbiettivo, con il quale catturava immagini indimenticabili, spaccati di vita quotidiana che ha reso eterni.
Tata di mestiere, fotografa per vocazione, non abbandonava mai la macchina fotografica, scattando compulsivamente con la sua Rolleiflex: la sua strategia era l’anonimato, rubare scatti senza mettere in posa i soggetti, senza costruire messe in scena. Catturando, semplicemente, la vita che aveva intorno, forse senza stare a pensarci troppo. Senza orpelli, né artifici di alcun genere. Ecco allora i suoi scatti che raffigurano bambini – quelli di cui si prendeva cura, ma anche quelli che, per caso, incontrava per la strada, e di cui sapeva catturare e rendere immortali i loro sguardi. Come un selfie ante litteram, come a voler dire “ci sono anche io” in mezzo a tutta questa vita che scorre tra le strade della Grande Mela o in altre grandi città.
Con la scatto silenzioso della sua Rolleiflex Vivian Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava. Dai banchieri di Midtown ai senzatetto addormentati sulle panchine dei parchi, alle coppie che si abbracciavano o, molto spesso, riprendendo se stessa: Gli oltre 150.000 negativi scattati nel corso della sua vita coprono una immensa gamma di soggetti. Dai primi anni Cinquanta fino agli anni Novanta, Vivian Maier si è occupata di documentare meticolosamente ogni aspetto della vita che la circondava, ovunque andasse. Eppure, il suo lavoro è rimasto sconosciuto a chiunque, conservato chiuso dentro centinaia di scatole, quasi fino alla sua morte.
È il 2007 quando John Maloof, all’epoca agente immobiliare, acquista durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento. Capisce subito di aver trovato un tesoro prezioso e da quel momento non smetterà di cercare materiale riguardante questa misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe.
Maloof ha co-diretto un documentario candidatoall’Oscar, “Finding Vivian Maier” (2014) che ha dato alla fotografa fama mondiale.
LA MOSTRA
Prima sezione – Vivian sono io
La mostra si apre con gli autoritratti dell’artista, tra le opere che più l’hanno resa iconica. Riflessi in specchi, ombre e sagome mostrano la sua visione di sé e il suo approccio sperimentale. In questi scatti, Maier esplora sé stessa con una straordinaria capacità creativa e intuitiva, immortalando la propria immagine in riflessi di specchi, ombre e superfici di vetro. Ogni fotografia non è solo un’affermazione della sua presenza in un momento e luogo specifici, ma rappresenta anche un dialogo con la cultura contemporanea del selfie, rivelando l’attualità del suo linguaggio visivo.
Seconda sezione – Uno sguardo ravvicinato e sincero su un’epoca passata
In questa sezione, siamo condotti per le strade di New York e Chicago, dove Maier amava perdersi tra i quartieri popolari, osservando la vita quotidiana e immortalando con il suo obiettivo i volti, le espressioni e le emozioni di una società in trasformazione. Il suo sguardo acuto e sincero cattura la bellezza e la profondità delle persone comuni, in particolare delle donne. Nella sua esplorazione dell’America del dopoguerra, Maier si concentra su coloro che vivono ai margini del sogno americano, ritratti con una spontaneità che precede il momento in cui, accorgendosi di essere osservati, avrebbero potuto perdere la loro autenticità.
Terza sezione – L’America del dopoguerra e la facciata del sogno americano
Le immagini raccontano di coloro che non hanno trovato il loro posto nel “sogno americano”. Scatti rubati a persone ai margini della società, spesso ripresi di spalle o senza che si accorgessero della sua presenza.
Quarta sezione – Il Super 8 e la vivace trama umana degli spazi metropolitani
Questa sezione esplora le esperienze cinematografiche di Maier. Negli anni Sessanta, Maier si avvicina anche al linguaggio cinematografico, alternando l’uso della sua fotocamera Rolleiflex con la macchina da presa Super 8. Filma frontalmente la realtà che la circonda, senza artifici o montaggi, e cattura la vivace trama umana degli spazi metropolitani. Questo approccio documentaristico arricchisce ulteriormente la sua già vasta produzione fotografica, rendendo ogni scatto un tassello di un mosaico più ampio che racconta la vita urbana in tutta la sua complessità.
Quinta sezione – Tutti i colori della straordinaria vita ordinaria
Qui troviamo rare immagini a colori, scattate nei quartieri operai con una Leica 35 mm. I colori intensi e saturi aggiungono una dimensione inaspettata alla visione di Maier, tipicamente conosciuta per il suo lavoro in bianco e nero. Il colore, per Maier, è un altro strumento potente. Le sue immagini a colori, realizzate con una Leica 35 mm, conferiscono dinamismo e intensità alle scene di vita quotidiana, in particolare nei quartieri operai di Chicago. Qui, il colore diventa il “Blues” che anima le strade della città, in un gioco cromatico che contrasta con la silenziosa profondità del suo lavoro in bianco e nero.
Sesta sezione – Bambini nel tempo
Altro tema centrale della mostra è l’infanzia, un argomento caro a Maier, che per quasi quarant’anni ha lavorato come tata. Le sue fotografie dei bambini di cui si prendeva cura rivelano uno sguardo attento e sensibile, capace di cogliere l’essenza più autentica e genuina della loro vita. Volti, espressioni, giochi e lacrime: ogni immagine è un ritratto vivido dell’infanzia, intriso di un’intensità emozionale rara.
Vivian Maier ha dedicato molti scatti ai bambini, catturandone l’innocenza e l’intensità emotiva. In questa sezione, vediamo le risate e le espressioni dei piccoli soggetti, in uno dei temi più ricorrenti e personali del suo lavoro.
Settima sezione – L’astratto visto da vicino
Infine, la mostra introduce il pubblico a un lato meno conosciuto del lavoro di Maier: l’astratto. In queste fotografie, la realtà si dissolve in dettagli così ravvicinati da sfociare quasi nell’irreale. Oggetti e particolari vengono osservati con tale intensità che i loro contorni sembrano svanire, creando immagini poetiche che riflettono la straordinaria abilità di Maier nel comporre rapidamente foto ricche di piccole stranezze e sottili giochi visivi.
| Sede Centro Culturale Altinate | San Gaetano Via Altinate, 71 – 35121 – Padova Date al pubblico 25 aprile – 28 settembre 2025 (la mostra aprirà il giorno 24 aprile alle ore 15.00) Orario apertura Dal martedì alla domenica 10.00 – 19.30 Chiuso il lunedì (la biglietteria chiude un’ora prima) Biglietti Intero € 16,00 Ridotto € 14,00 Info e prenotazioni T. +39 049 748521 info@arthemisia.it Info e prenotazioni gruppi e scuole T. +39 049 748521 didattica@arthemisia.it Sito www.arthemisia.it Social e Hashtag ufficiale #VivianMaierPadova @arthemisiaarte Ufficio Stampa Arthemisia Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332 |
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