“Approfondite rilievi e studi non adeguatamente valutati”

Cosimo Inferrera
Patologo umano
Emerito Classe Medico Biologica Accademia Peloritana
Medico Ippocratico

Veduta di Messina e dello Stretto da Villa San Giovanni (Calabria).

La Medicina Ippocratica ha determinato un progresso indelebile nelle comunità locali di numerose capitali d’Europa. Le “Grandi Opere” pubbliche, che i seguaci di Ippocrate hanno voluto per migliorare il territorio al fine di garantire la salute dell’uomo, ne sono la chiara testimonianza. Il ruolo culturale, filosofico, politico-giuridico e riformatore svolto dai medici ippocratici risale ad un insigne medico e giurista inglese, John Howard, che nel 1777 aveva sostenuto che “i medici sono fra i più sensibilizzati al problema dell’ambiente, del luogo, della temperatura e questo dato scientifico li fa essere veri specialisti dello spazio e del territorio”.

NELLO STRETTO DI MESSINA I MEDICI IPPOCRATICI INDICANO IL BINOMIO PONTE-TUNNEL
Piastrella da pavimento raffigurante Ippocrate –
Certosa di San Lorenzo, Padula.

L’antropocentrismo ippocratico è un movimento sociologico capace di instaurare riforme e trasformazioni sociali mediante lo studio del rapporto uomo-territorio. E se questo indirizzo politico-culturale degli Illuministi inglesi era valido nel ‘700, figuriamoci oggi nella realtà del territorio del nostro Paese e dell’area dello Stretto, ove certamente non si può ritenere che sussista una salvaguardia dell’ecosistema. Secondo il contemporaneo diritto dell’ambiente, la civiltà del consumismo deve orientare somme ingenti per poter proteggere la persona umana dalle catastrofi ambientali, causate dalla distruzione dei beni naturali. Certamente, un polo attrezzato per la comunicazione e gli scambi economici – come il Ponte sullo Stretto e/o il Tunnel sotto lo Stretto – apporterebbe modifiche al territorio siculo-calabro unitamente ad un nuovo regime di coesistenza e di interazioni sociali, economiche e culturali tra i Paesi contigui del Mediterraneo, per cui la Sicilia diventerebbe, di fatto, la “Porta dell’Oriente”.

Solo così si storicizzerebbe la triade Ambiente, Lavoro, Salute.

Stiamo ragionando come se non sapessimo che il governo nazionale rimuove ogni ostacolo pur di andare alla realizzazione di un Ponte sospeso con unica campata di 3.300 m fra le coste dello Stretto. Stiamo ragionando, dico, ma non possiamo impedire l’insorgere di una serie di domande …

Perché un cittadino di Parigi va a fare shopping a Londra o uno di Londra si reca a Parigi tramite il Tunnel della Manica, da anni ormai e normalmente?  

Mentre secondo molti strutturisti non si possono dare garanzie sulla eseguibilità di un ponte, che per i problemi da affrontare e per le dimensioni non ha uguali al mondo, per le gallerie scavate entro il terreno sotto il mare vi è la esperienza giapponese. Non valutarla cozza contro la Scienza galileiana!

Si è, dunque, preliminarmente compiuto un sopralluogo ai lavori del Seikan Tunnel, ove la visita ed i colloqui con validi apporti specialistici dei dirigenti della Japan Railway Construction Corporation hanno prodotto la convinzione che i problemi di Messina siano di minore dimensione tecnica e perciò affrontabili.

 Lo studio comprende le relazioni di geotecnica, di ventilazione, di geologia, di sismologia, di impostazione generale. La soluzione della connessione stabile mediante galleria sottomarina, che attraversa lo Stretto di Messina ad un centinaio di metri sotto il fondale è stata suggerita dalle seguenti considerazioni: 

— È la struttura più sicura nei confronti sismici. Infatti, è noto che nelle gallerie la vibrazione sismica o si annulla o quanto meno risulta sostanzialmente ridotta. Si ricorda, a tale proposito che, in occasione del terremoto del 1908 a Messina, nessun danno ebbero le gallerie ferroviarie dei Peloritani.

— Evita le gravi difficoltà che possono portare le avverse condizioni meteorologiche alla costruzione e all’esercizio di un ponte. Si ricordino gli inconvenienti che si sono verificati per l’attraversamento elettrico dello Stretto a seguito di danni prodotti da fulmini con conseguente interruzione della navigazione, le trombe d’aria nella zona di Messina, ecc…

— Non interferisce in alcun modo con la navigazione. Non comporta alcun problema di inserimento nel paesaggio. In caso di evento bellico o di atti di sabotaggio una galleria risulta praticamente invulnerabile.

— Non presenta problemi per i convogli ferroviari, assai preoccupanti invece nel caso del ponte, specialmente in coincidenza di venti di forte intensità.

— È di minore spesa e consente di impegnare per gradi le somme occorrenti.

— La validità della scelta è confortata dal successo raggiunto dai giapponesi con lavori del genere (Seikan Tunnel, Kanmon Tunnel) in condizioni di terreni più severe di quelle che si presentano per lo Stretto di Messina.

— Gli attuali sistemi di scavo senza impiego di esplosivi, unitamente allo sviluppo delle moderne tecniche di iniezione, consentono di affrontare questi lavori con sicurezza e celerità esecutiva.

Sulla base dei dati geologici disponibili, l’attraversamento con galleria sottomarina appare fattibile. In relazione alle difficoltà e alla mole dell’opera si impone comunque una campagna di accertamenti, che consenta di conoscere con adeguato dettaglio la struttura geologica, le caratteristiche geotecniche e geofisiche dei terreni interessati. Per l’attraversamento di faglie che si incontreranno lungo il tratto sottomarino si prevede, qualora necessaria, l’adozione di giunti che consentano movimenti relativi tra gli anelli contigui.

A marzo 2013 il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato il Ponte sullo Stretto non fattibile né bancabile. La decisione motivata non tiene conto del fatto che Sicilia e Calabria restano isolate nel Mediterraneo, e non se ne prende cura. Il Corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo viene deviato su Bari-Taranto senza badare al prolungamento fino a Palermo, di cui tuttora si ignorano i progetti esecutivi del tratto calabrese. Dallo Stretto di Sicilia i porti dell’isola non beccano neppure un teu-container, perché non possono ospitare i super-cargo, che non si fermano più di cinque giorni in un porto inadeguato. E nello Stretto di Sicilia transita circa il 30% dei flussi commerciali globali, dalla Cina e India, dagli Stati Uniti, Brasile e Canada, 4 volte di più del Canale di Panama.

I giovani fuggono e destrutturano il PIL di Sicilia e Calabria, la questione meridionale si acuisce. A questo disastro, che sembra irreparabile cercano di porre rimedio Adriano Giannola, Aurelio Misiti e Pierpaolo Maggiora con il “Progetto di sistema per il sud in Italia, per l’Italia in Europa”, che vede l’entusiastico apprezzamento del Signor Presidente Mattarella. Ma neanche basta, perché le forze politiche non appoggiano il rischio di invertire la polarità del Paese, come sospetta Francesco Attaguile. In queste condizioni di isolamento Sicilia e Calabria non possono operare sui pre-lavorati industriali e artigianali, trasportati nei retroporti e poi avviati con il gateway. Questo esiste solo a Taranto, a Gioia T. è in fase embrionale, mentre avviene regolarmente nei porti nordeuropei che creano posti di lavoro e producono ricchezza. Da qui la crisi del meridione, che si potrà cominciare a risolvere guardando verso “l’aspro mare africano” (L. Pirandello).

Nel sito web di asseurmed.eu si possono consultare una ventina di convegni (Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Milazzo …) sul ponte a campata unica, sul ponte a tre campate, sul tunnel subalveo e soprattutto sulla Macroregione europea del Mediterraneo, mission prioritaria dell’Associazione Europa Mediterraneo AEM-APS-ETS.

Dopo circa quindici anni dedicati alla connettività e mobilità, mi ricordo di essere un patologo, che al secondo anno di Medicina ha studiato il sistema vascolare arterioso, il sistema venoso, il sistema linfatico; c’è un altro sistema per gli addetti ai lavori, che non cito.

Nello Stretto bisogna copiare l’essere umano, per cui propongo:

  • Uno studio di fattibilità di un Tunnel subalveo di una ventina di km fra Sicilia e Calabria per treni AC e AV. Questa è la priorità delle priorità per il Sud, perché le due regioni sono fuori dalla circolazione dei teu-container, che ha fatto della Cina la prima potenza globale dei commerci.
  • Uno studio di fattibilità del Ponte a tre campate, per cui il Governo di Mario Draghi ne ha decretato l’obbligo e stanziato 50 milioni di E.  Non farlo significa operare contra legem! D’altra parte, per il Ponte a campata unica si sommano giorno per giorno le evidenze negative. Non solo i Maestri strutturisti italiani (Calzona, Misiti, Risitano, Casciati…) anche la Cina boccia il Ponte di Salvini, per cui si lavora ad un progetto di 1488 m. di luce fra le torri. 
  • Opere compensative mentre si fanno questi studi.

In definitiva la strada migliore sarebbe quella di una soluzione diversificata dell’attraversamento ferroviario da quello stradale, che consentirebbe di ottenere una minore vulnerabilità globale, a parità di difesa attraverso la disponibilità di soluzioni alternative. Certo la diversificazione potrebbe comportare costi maggiori, ma qualora le differenze di spesa non risultassero proibitive, non vi dovrebbe essere alcuna esitazione.

Questo scritto può sembrare un esercizio accademico, fatto alla luce degli indirizzi ministeriali, ma è “tempo di fermarsi per approfondire rilievi e studi emersi in questi ultimi venti anni, non ripresi ed adeguatamente valutati”. Da qui l’appello di un medico ippocratico alla comunità accademica, agli enti pubblici, alle associazioni, ai soggetti privati affinché intraprendano le azioni mirate alla difesa dei variegati interessi diffusi sul territorio dello Stretto di Messina e dell’Italia. Ma sia chiaro: l’appello è soprattutto rivolto ai Signori Sindaci, veri detentori della “communis opinio” in Italia!

Ancora una volta, la decisione definitiva potrà derivare da una decisione politica globale.   


Articolo gentilmente concesso dal prof. Cosimo Inferrera

Conversano: Polo Museale – Castello Aragonese

Un fine settimana da record per la città di Conversano, che ha visto un’affluenza straordinaria di pubblico in occasione della mostra “M.C. Escher”, ospitata al Castello Acquaviva.

“M.C. ESCHER
“Una Notte al Museo con…ESCHER”
ed è un grande successo

Più di 2.000 visitatori hanno preso parte all’evento tra sabato 31 maggio, domenica 1 e lunedì 2 giugno, complice anche la felice coincidenza con la tradizionale Festa delle Ciliegie, che ha animato le vie del centro storico con mercatini, degustazioni e spettacoli folkloristici, attirando non solo tantissimi visitatori provenienti da tutta la Regione ma anche numerosi gruppi di turisti stranieri.

A richiamare un pubblico ancora più vasto è stata l’iniziativa speciale “Una Notte al Museo con…”, che ha previsto l’apertura straordinaria della mostra fino alle ore 00.00 nelle serate del lungo weekend. Nelle fasce serali, infatti, i visitatori hanno potuto accedere all’esposizione approfittando di una promozione sul biglietto d’ingresso e sperimentando un’esperienza culturale unica in un’atmosfera suggestiva.

“Questo fine settimana è stato la dimostrazione concreta di quanto la sinergia tra arte, tradizione e territorio possa generare un’offerta culturale vincente”, ha commentato Iole Siena, Presidente di Arthemisia. “La mostra su Escher e la Festa delle Ciliegie hanno richiamato un pubblico eterogeneo, unendo l’interesse per l’arte con il fascino – e la bontà – delle eccellenze locali.”

La mostra “M.C. Escher”, ancora fino al 28 settembre, propone un percorso immersivo tra oltre 100 opere, installazioni multimediali e sezioni interattive che raccontano l’universo matematico e onirico dell’artista olandese.

La mostra M.C.ESCHER, promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte Museco – Musei in Conversano e Regione Puglia, con il patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, della Città Metropolitana di Bari, di Puglia Promozione ed ENIT – Agenzia nazionale del turismo, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M.C. Escher Foundation e Maurits ed è a cura di Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti al mondo dell’artista.

La mostra vede come sponsor SIECO Sistemi integrati per l’ecologiamobility partner Ferrotramviariapartner plus BCC ConversanoCestaro Rossi & C.Replan ESG e UpsystemspartnerVetrerie meridionaliBdM Banca e GVM Care & Research.
Il catalogo è edito da Moebius.


Sede
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva d’Aragona
Piazza Conciliazione (Arco monumentale)
Conversano – Bari

Informazioni e prenotazioni
T. +39 080 99 52 31

Sito
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#EscherConversano

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it

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Oltre 530mila visitatori per la mostra “MUNCH. Il grido interiore” tra Milano e Roma

536.281: è il numero esatto dei visitatori che hanno varcato la soglia della mostra dedicata a Munch, prima a Palazzo Reale di Milano e poi a Palazzo Bonaparte di Roma, tappa inaugurata con grande partecipazione istituzionale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Regina Sonja di Norvegia.
A Milano i visitatori sono stati 276.805, mentre a Roma 259.476.

“MUNCH. Il grido interiore”
OLTRE 530.000 VISITATORI PER MUNCH, UN SUCCESSO STRAORDINARIO, LA MOSTRA PIÙ VISITATA DELL’ANNO.

È il bilancio della mostra che ha chiuso ieri a Palazzo Bonaparte di Roma,
e che aveva avuto una precedente tappa a Palazzo Reale di Milano.

Le code interminabili, che hanno scritto una nuova geografia cittadina diventando esse stesse una perfomance artistica, sono state sotto gli occhi di tutti per vari mesi.
Il successo, non solo in termini di numeri ma anche e soprattutto per l’unanime apprezzamento del pubblico italiano e straniero, è legato alla forza emotiva di un artista raro da vedere nelle mostre e alla ormai celebre modalità espositiva di Arthemisia, che coinvolge, spiega e racconta in maniera impeccabile i grandi artisti, confermandosi ancora una volta fautrice delle mostre di maggior successo.

“È senza dubbio una grande soddisfazione assistere al successo delle nostre mostre e vedere una partecipazione così entusiasta – dice Iole Siena, Presidente di Arthemisia – ma il “successo” per me è leggere le parole commosse dei visitatori, osservare le persone che si stupiscono e piangono davanti alle opere, sapere che il nostro lavoro serve a tante persone per imparare, condividere e per conservare nel cuore un ricordo eterno. Questo è ciò che mi restituisce il senso del nostro lavoro.”

UN FENOMENO CULTURALE DI PORTATA INTERNAZIONALE
L’esposizione, dedicata al maestro dell’inquietudine e dell’anima, Edvard Munch, ha attratto anche decine di migliaia di turisti stranieri – circa 210.000 – affascinati dalla possibilità di ammirare da vicino 100 capolavori iconici del grande artista norvegese, un prestito senza precedenti proveniente direttamente dal Museo MUNCH di Oslo.
A stupire è anche la partecipazione italiana: Munch mancava in Italia da ormai decenni e sono stati oltre 320.000 i visitatori provenienti da tutte le regioni del Paese, con un’adesione straordinaria da parte di gruppi organizzati, appassionati d’arte, famiglie, ma anche e soprattutto scolaresche. Più di 3.500 classi, dai licei alle scuole medie fino alle elementari, hanno partecipato a un percorso pensato per unire l’impatto visivo dell’opera di Munch con un ricco e articolato impianto didattico, curato nei minimi dettagli per offrire ai giovani visitatori strumenti critici ed emotivi per comprendere l’arte dell’Espressionismo.

L’ARTE CHE PARLA ALL’ANIMA
A colpire è stato soprattutto il coinvolgente allestimento scenografico, capace di trasportare i visitatori nel mondo emotivo e visionario di Munch, tra suoni, luci e ambientazioni immersive. Un percorso espositivo potente, curato con rigore scientifico e una sensibilità narrativa che ha saputo emozionare e scuotere.

L’ENTUSIASMO DELLA CRITICA E DEI MEDIA
Grande apprezzamento e partecipazione anche da parte della stampa, italiana e internazionale: i giudizi sono stati unanimemente entusiasti, sottolineando la forza espressiva della selezione di opere, l’eccellenza curatoriale e la capacità dell’allestimento di rendere accessibile e toccante un universo interiore complesso e potente.

Con questi risultati, MUNCH. Il grido interiore si afferma come la mostra più visitata in Italia nel 2024/2025, confermando ancora una volta Milano e Roma come i due poli nevralgici di cultura, bellezza e città destinate ad accogliere grandi eventi internazionali e Arthemisia tra le più importanti aziende organizzatrici e produttrici di mostre d’arte a livello internazionale.

La mostra Munch. Il grido interiore è stata prodotta e organizzata da Arthemisia.
Curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio, è stata realizzata in collaborazione col Museo MUNCH di Oslo.
Main partner
 della mostra è stata la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, con Poema.
La mostra ha goduto del patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e del Giubileo 2025 – Dicastero per l’Evangelizzazione.
La mostra ha visto come sponsorGenerali Valore Cultura e Statkraftspecial partnerRicolamobility partnerAtac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partnerla Repubblicahospitality partnerHotel de Russie e Hotel de la Villesponsor tecnicoFerrari Trento e radio partnerDimensione Suono Soft.


Ufficio Stampa Arthemisia
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Conegliano, Palazzo Sarcinelli

L’evoluzione del movimento della street art, dagli esordi di Keith Haring all’attualità, è il focus della originale mostra “BANKSY e la Street Art” in programma in Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, dal 15 di ottobre 2025 al 22 marzo 2026.
L’esposizione è curata da Daniel Buso e organizzata da ARTIKA in collaborazione con Deodato Arte e la Città di Conegliano.

BANKSY e la Street Art
Conegliano, Palazzo Sarcinelli
Dal 15 ottobre 2025 al 22 marzo 2026

Mostra a cura di Daniel Buso. Organizzata da ARTIKA in collaborazione con Deodato Arte e la Città di Conegliano.

A esservi documentato è un indiscutibile fenomeno dell’arte e della cultura contemporanea. Quello che ha visto l’arte di strada, nel volgere di pochi anni, passare dall’essere un’espressione underground e minoritaria, rifuggita dalle grandi gallerie e dai musei, al divenire la corrente artistica più conosciuta e mainstream del mondo.

Attraverso le opere degli street artist più importanti del nostro tempo, vengono indagate le contraddizioni intrinseche di un movimento che ha spiazzato il mondo, ribaltando ogni possibile previsione.

Protagonista assoluto dell’esposizione è naturalmente Banksy, lo street artist che si sa essere originario di Bristol ma del quale nessuno conosce la vera identità, a oggi l’esponente più importante di tutta la street art. Il mistero intorno alla sua figura e alle sue opere sempre più controverse e dichiaratamente schierate contro “i potenti” del mondo, accrescono sempre di più il mito di un artista irraggiungibile e rivoluzionario.

Ma, con il successo, sono arrivate anche le critiche. Possiamo ancora definire street opere che vengono vendute per milioni di dollari? È giusto che, dopo anni di propaganda contro il sistema dell’arte, ora siano proprio gli street artist al suo vertice?

L’efficace metodo comunicativo di Banksy, sorprendentemente abile nel far passare messaggi complessi attraverso un linguaggio comprensibile universalmente, è stato raccolto ed elaborato da artisti come Obey e Mr. Brainwash, oggi esponenti di punta della street art e Mr. Savethewall, artista italiano che si definisce in tal senso un “post-street artist“.

La mostra di Palazzo Sarcinelli accoglie anche due mostri sacri della street art, attivi rispettivamente nel Novecento e nel XXI secolo.

Il primo è Keith Haring. Diventato famoso grazie ai murales realizzati nelle metropolitane degli anni ’80, Haring ha creato un nuovo linguaggio comunicativo il cui segno grafico nero ne è la principale forma. “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”.

L’altro grande artista è Shepard Fairey, in arte Obey. Attualmente uno degli street artist più importanti al mondo. Shepard Fairey si è fin da subito reso conto di come la società in cui è nato e cresciuto gli ha insegnato come muoversi tra le immagini, che ormai dominano le nostre vite, ma senza di fatto spiegargliene il senso. Questa società che lo ha condotto all’obbedienza senza che lui ne avesse del tutto cognizione di causa è stata il motivo della scelta del suo nome di artista: Obey significa “obbedire”.


Mostra a cura di
Daniel Buso
 
Organizzata da
ARTIKA di Daniel Buso ed Elena Zannoni
 
In collaborazione con
Comune di Conegliano
 
Spazio espositivo
Palazzo Sarcinelli, Via XX Settembre 132, Conegliano
 
Inizio mostra
Dal 15 ottobre 2025 al 22 marzo 2026
 
Per informazioni
+39 351 809 9706
e-mail: mostre@artika.it
website: www.artika.it
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049.663499 roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)
Da Studio ESSECI <segreteria@studioesseci.net>