Incipit: Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga

Dall’incipit del libro:

Suonava la messa dell’alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt’a un tratto, nel silenzio, s’udì un rovinìo, la campanella squillante di Sant’Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando:
― Terremoto! San Gregorio Magno!
Era ancora buio. Lontano, nell’ampia distesa nera dell’Alìa, ammiccava soltanto un lume di carbonai, e più a sinistra la stella del mattino, sopra un nuvolone basso che tagliava l’alba nel lungo altipiano del Paradiso. Per tutta la campagna diffondevasi un uggiolare lugubre di cani. E subito, dal quartiere basso, giunse il suono grave del campanone di San Giovanni che dava l’allarme anch’esso; poi la campana fessa di San Vito; l’altra della chiesa madre, più lontano; quella di Sant’Agata che parve addirittura cascar sul capo agli abitanti della piazzetta. Una dopo l’altra s’erano svegliate pure le campanelle dei monasteri, il Collegio, Santa Maria, San Sebastiano, Santa Teresa: uno scampanìo generale che correva sui tetti spaventato, nelle tenebre.
― No! no! È il fuoco!… Fuoco in casa Trao!… San Giovanni Battista!
Gli uomini accorrevano vociando, colle brache in mano. Le donne mettevano il lume alla finestra: tutto il paese, sulla collina, che formicolava di lumi, come fosse il giovedì sera, quando suonano le due ore di notte: una cosa da far rizzare i capelli in testa, chi avesse visto da lontano.

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Mastro don Gesualdo

Mastro-don Gesualdo è un romanzo di Giovanni Verga, pubblicato nel 1889. Narra la vicenda dell’omonimo protagonista ed è ambientato a Vizzini, in Sicilia, nella prima metà dell’Ottocento in periodo risorgimentale.

Secondo romanzo del ciclo dei vinti, è il frutto di un lungo lavoro di stesura durato otto anni. I primi abbozzi risalgono al 1881-1882, subito dopo la pubblicazione de I Malavoglia. Mastro-don Gesualdo uscì a puntate sulla Nuova Antologia dal 1º luglio al 16 dicembre 1888 e poi in volume presso l’editore Treves, nel 1889, ma datato 1890. A differenza de I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo fu accolto in modo positivo.

L’operazione linguistica condotta dallo scrittore risulta in questo romanzo particolarmente complessa a causa dell’eterogeneità delle classi sociali rappresentate, ognuna portatrice di un lessico proprio.

L’elaborazione dell’opera è stata ricostruita filologicamente da Carla Riccardi, curatrice anche dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga. La filologa ha accolto come definitivo il testo così come appare nel manoscritto inviato in tipografia e lo ha corredato di un ricco apparato genetico nel quale sono però anche presenti alcune varianti evolutive.

Nota bibliografica tratta da Wikipedia

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