Nasce a Milano nel 1728 da Gabriele
Verri, magistrato e politico di idee
conservatrici, e dalla nobile Barbara
Dati. Avviata la carriera militare (seguì
studi successivamente a Vienna) frequentò
l'Accademia dei Trasformati, dove conobbe
Giuseppe Parini. Si arruolò tra il 1759-60
nell'esercito asburgico durante la guerra
dei Sette Anni (1756-1763). A Vienna
inizia a scrivere Considerazioni sul
commercio nello Stato di Milano, che
pubblicato nel 1763 gli valse il primo
incarico pubblico governativo. Nel 1761 a
Milano insieme al fratello Alessandro e ad
una serie di amici (Cesare Beccaria,
Alfonso Longo, Pietro Secchi, Giambattista
Biffi e Luigi Lambertenghi), fonda
l'Accademia dei Pugni che inizia nel
giugno 1764 a pubblicare il giornale “Il
caffè” il quale, con un'uscita ogni 10
giorni, arriva fino al maggio 1766. Tutti
gli articoli pubblicati vengono raccolti
in due volumi. Tra essi, scritti dal
Verri, possiamo citare: Elementi del
commercio (volume I, foglio 3), La
commedia (I, 4-5), La medicina (I, 18), Su
i parolai (II, 6). Contemporaneamente
alla pubblicazione del giornale il Verri,
rappresentando la nuova intelighenzia
della città, inizia a scalare posizioni
politico-amministrative nel governo
viennese di Milano. In brevissimo tempo
passa da membro della Giunta per la
revisione della "ferma" (1764) a membro
del Supremo Consiglio dell'Economia
(1765). Presieduta da Gian Rinaldo Carli,
collaboratore esso stesso del “Il caffè”,
assegna ruoli di grande importanza ad
alcuni del suo gruppo: a Cesare Beccaria
la cattedra di Economia pubblica e ad
Alfonso Longo quella di Diritto pubblico
ecclesiastico nelle Scuole Palatine.
Nel 1778 insieme ad alcuni degli amici
fonda la Società patriottica milanese.
Tra il 1768 e il 1777 Pietro Verri redige
vari scritti di grande importanza:
Osservazioni sulla tortura (1768),
le Meditazioni sull'economia politica (1771),
il Discorso sull'indole del piacere e del
dolore (1773), e i Ricordi a mia figlia (1777).
Nel 1780 essendo salito al trono asburgico
Giuseppe II, la tolleranza verso i
riformisti milanesi diminuì, tanto che nel
1786 Verri, critico nei confronti del
nuovo monarca, abbandona ogni incarico
pubblico. In questo breve periodo edita la
Storia di Milano (1783). Nel 1796 con
la presa di Milano da parte di Napoleone,
anche se ormai anziano, insieme, tra gli
altri, ad alcuni vecchi amici, come
Alfonso Longo e Luigi Lambertenghi, dà
vita alla Repubblica Cisalpina (patria del
tricolore italiano). Nonostante la nuova
ed elettrizzante esperienza, Pietro Verri
muore l'anno successivo il 28 giugno del
1797.
Il pensiero
illuminista di Pietro Verri
Grazie all'opera di Pietro Verri e del suo
gruppo legato alla rivista “Il caffè”
Milano divenne il principale centro del
pensiero illuminista in Italia. Attraverso
l'opera organizzativa del Verri la rivista
doveva rappresentare non soltanto un
grande centro di aggregazione illuminista
che con l'avvio di un dibattito doveva
“svegliare” le menti dei cittadini ancora
“dormienti” nella superstizione e nel
dogmatismo, ma anche essere un polo
ispiratore di un nuovo modo di governare
una grande città come Milano e la
Lombardia in generale. Purtroppo il
momento non era il migliore per tutti i
cambiamenti desiderati, ma i temi e le
innovazioni del pensiero del Verri
rimasero ben presenti nell'opera dei
posteri.
Discorso
sull'indole del piacere e del dolore
Nel suo trattato sul dolore e sul piacere
Verri sposa le teorie di Helvetium.
Sostiene che la vita degli uomini è
governata dall'incessante ricerca della
felicità e del piacere. Purtroppo la
felicità si avvera raramente e rappresenta
solo piccoli momenti sporadici nella
sostanza della vita governata dall'idea
dal dolore (Schopenhauser e Leopardi
sostengono la stessa tesi ). La felicità
può esistere, secondo l'autore, solo a
livello sociale e collettivo.
Osservazioni sulla tortura
Come illuminista il Verri non può che
essere contrario alla tortura in una
giurisprudenza moderna e non antistorica
e, soprattutto, ingiusta. Poiché la
tortura viene applicata sugli indagati a
priori, è evidente che la cosa è ingiusta
se l'accusato è innocente, in quanto non
necessaria, ma anche se è presumibilmente
colpevole perchè si può incorrere comunque
nell'ingiustizia di martoriare fisicamente
una persona che si potrebbe dimostrare
innocente. In ogni caso, anche se la
tortura viene applicata su un colpevole, è
del tutto innaturale: l'accusato perde la
naturale protezione istintiva del proprio
corpo, cioè è un'aperta violazione delle
leggi di natura.
Meditazioni sull’Economia Politica
Nel testo Meditazioni sull’Economia
Politica, che può essere valutato come la
sua opera più importante sull'economia, Il
Verri avanza tesi che possono essere
considerate, addirittura, anticipatrici di
quelle di Adam Smith , del marginalismo e
persino di John Maynard Keynes. Egli parla
di leggi matematiche sulla domanda e
l'offerta, della moneta vista come "merce
universale", di libero scambio.
L'equilibrio nella bilancia dei pagamenti
è assicurato, sostiene inoltre il Verri,
con aggiustamenti del prodotto interno
lordo e non da aggiustamenti del tasso di
cambio, cioè della quantità e non del
prezzo.
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