Chi non conosce Caravaggio e la sua rivoluzionaria arte pittorica? Molte sono state le mostre che hanno narrato del genio creativo del pittore lombardo.  Tutte lo hanno narrato nella sua grandezza che ha finito per caratterizzare un intero periodo storico. Ma proprio per questo, sono rimasti in ombra i suoi “colleghi” a lui contemporanei. Questa mostra ha il merito di esporre gli artisti che operarono in un arco di tempo specifico (quello che vide Caravaggio pittore) che va dal 1595 al 1635. Il palcoscenico è quello della Rpoma degli inizi del Seicento, che vide l’alternarsi di quattro papi: Clemente VIII Aldobrandini, Paolo V Borghese, Gregorio XIV Boncompagn e Urbano VIII Barberini. In questo laboratorio artistico venne creandosi quell’arte che influenzò lo sviluppo della pittura europea successivo.

In campo nella mostra si schierano 140 opere del periodo, giunte da i maggiori musei italiani ed europei e da collezioni private, con l’esposizione di composizioni artistiche mai mostrate in Italia. Si inizia con il confronto (anche questo inedito) tra i due maestri dell’epoca: il lombardo Caravaggio, autore di una rivoluzione epocale, e il bolognese Annibale Carracci, che capitanò la corrente classicista. Il soggetto è quello della Madonna di Loreto, dipinto da entrambi più o meno nello stesso periodo, i primi anni del XVII secolo in una Roma ancora travagliata dal traumatico scisma luterano.

La scelta delle opere per l’esposizione è stata effettuata in modo da creare un ampio panorama delle articolate vicende romane che segnarono l’ambiente artistico all’inizio del Seicento. La selezione in mostra, è stata curata da Rossella Vodret.
Per la prima volta in Italia, inoltre, è esposto il "Sant’Agostino", da poco attribuito al genio di Caravaggio. Sull’opera è previsto, in collaborazione con l’università di Roma, un incontro di studi dei massimi esperti sulla querelle che ne è sorta.