Il conte
Giacomo Carrara fondò nel 1785 a Bergamo
una collezione di opere d’arte, che nel
tempo, integrata dall’opera di numerosi
cultori, ha fatto della Pinacoteca
dell’Accademia Carrara un punto importante
nell’ambito delle raccolte e dei musei
d’Europa. Col tempo vi hanno operato
personalità del calibro di Guglielmo
Lochis (1866), Giovanni Morelli (1891), e
recentemente Federico Zeri (1998). Ne è
risultata una raccolta importante e
ricchissima di capolavori artistici, opera
di autori di livello mondiale, tra i
quali: Pisanello, Foppa, Bellini,
Mantegna, Raffaello e Tiziano.
Attualmente l’Accademia Carrara di Bergamo
è oggetto di restauri. Nel 2008 nel
Palazzo della Ragione di Bergamo Alta ha
avuto luogo una mostra riguardante una
selezione di opere della collezione
Carrara. Lo scorso 10 dicembre 2010 si è
aperta una nuova mostra che, sempre
facendo capo alla raccolta, tratta in
pratica del collezionismo d’arte, che
tanto ha fatto nel preservare il lavoro di
insigni maestri.
La Raccolta
Carrara inizia ad assemblarsi tra il 1755
e il 1796 e in origine contava più di 1200
opere. Molta attenzione era data ad
artisti del Cinquecento (Foppa), e ad
autori bergamaschi (Moroni, Salmeggia,
Ceresa, Fra’ Galgario), ma non mancavano
autori del periodo (Capella). Alla fine
del XVIII secolo, il conte Giacomo
Carrara(1714-1796) aprì una Galleria con
annessa Scuola di pittura a Bergamo. Dopo
avere con competenza collezionare arte per
tutta una vita, il conte volle coronarla
mettendo in comune il risultato della
propria “mania” con i cittadini, per
l’alto potenziale educativo, ed in
particolare con giovani artisti da
formare.
Con la
morte del suo fondatore il testimone passò
idealmente a Guglielmo Lochis (1789-1859),
il secondo grande “donatore”. Importante
collezionista, Lochis nella sua vita
raccolse, in particolare, autori delle
maggiori scuole artistiche italiane, dai
maestri del Quattrocento e Cinquecento
(Tura, Bellini), a quelli della pittura
veneta del ‘700 (Tiepolo, Longhi, Guardi).
Il suo “tesoretto” era conosciuto in tutta
Europa, tanto che sir Charles Eastlake,
direttore della National Gallery, gli
chiese più volte la cessione di opere di
sua proprietà. Solo dopo la sua morte,
però, il patrimonio venne smembrato,
nonostante le sue ultime volontà. Il
Comune di Bergamo riuscì, tuttavia, ad
acquisire 240 opere selezionate, che
andarono a costituire la Raccolta Lochis
nella Pinacoteca.
Per contenere
la raccolta, che andava ingrandendosi, fu
edificata la Pinacoteca alle Crocette di
Mozzo, sullo stile del Panteon. Era aperta
al pubblico, ma non solo, perché vi si
recavano anche studiosi, artisti, turisti,
nobili e reali provenienti da tutta
Europa.
Intanto nel
tempo andavano contribuendo per
ingrandirla piccoli collezionisti
bergamaschi, come Francesco Baglioni,
Maria Ricotti Caleppio, Cesare Pisoni,
Carlo Ceresa. Nella commissione di
esperti che operarono per conto del Comune
la selezione delle opere del Lochis, vi
era Giovanni Morelli (1816-1891),
anch0esso collezionista. Esperto e
competente costituì un nucleo di un
centinaio di capolavori, tra pitture e
sculture. Nella sua raccolta, oltre ad
autori del livello di Pisanello e Bellini,
spiccano, in particolare, la pittura
toscana (Botticelli) e la pittura
fiammingo-olandese. Fatalmente la sua
passione si incrociò con la crescita della
collezione Carrara. Oggi, infatti, esiste
una sua Raccolta Morelli, il terzo
caposaldo della grande Pinacoteca di
Bergamo.
Il quarto grande
“donatore” si può considerare Federico
Zeri (1921-1998), notissimo storico e
critico d’arte. Nonostante gli inviti che
gli venivano fatti, egli ha lasciato la
sua collezione all’Accademia Carrara di
Bergamo. Si tratta di 46 opere, datate tra
il '400 e l’800, che raccogli artisti
quali Pietro Bernini, Domenico Guidi,
Alessandro Vittoria e Nicolas Cordier,
oltre ad un occhio di riguardo per i
maestri del barocco romano.
La mostra
Vincere il Tempo. I Collezionisti
sposta appunto l’obiettivo dalle opere
d’arte ai collezionisti, la cui storia si
è incrociata con la Pinacoteca, frutto
della loro professionalità, ma anche della
loro generosità e apertura mentale, che ha
prodotto, nel tempo, l’Accademia Carrara,
visibile e accessibile a tutti. Sono loro
a diventarne i protagonisti con ritratti e
sculture che li effigiano, eseguiti da
Fra’ Galgario, Piccio e Franz von Lenbach.
Rappresentativi capolavori,
provenienti dalle collezioni di Giacomo
Carrara, Guglielmo Lochis, Giovanni
Morelli ed altri, sono esposte nella Sala
delle Capriate del Palazzo della Ragione
di Bergamo Alta, allestita su progetto
degli architetti Mario e Tommaso Botta.
|