La visita alla mostra “Van Gogh e il viaggio di Gauguin”, già ricca di capolavori, presenta una caratteristica che la rende unica e speciale. In essa, infatti, è presente un quadro di Gauguin di proprietà del Museo di Boston, il quale lo ha prestato rarissimamente. Prima di Genova è stato esposto in Europa solamente a Parigi. E’ quindi di per sé un avvenimento di grande rarità. Il quadro già da solo, quindi, dà la motivazione all’intera mostra

Ma non basta, perché il quadro di Gauguin ha una storia del tutto particolare.
Gauguin è tornato a Tahiti ormai da quasi due anni. Qui, lavora intensamente, per lo più nel suo studio, più raramente all’esterno, davanti all’oceano o nella natura così caratteristica dell’isola.
Nel mese di aprile del 1897, riceve una lettera dalla moglie che lo sconvolge: l’amatissima figlia Aline, ventenne, è deceduta a causa di una tremenda malattia polmonare. La salute del pittore è già malferma, ma la notizia lo deprime oltremodo spingendolo a meditare seriamente di togliersi la vita. Prima di farlo, tuttavia, vuole realizzare quel quadro che la riassuma, il suo maggiore capolavoro. E’ così che ordina una tela di 4 metri per un metro e mezzo. Si fa giungere da Parigi colori e pennelli adeguati alle grandi dimensioni del supporto.
All’inizio di dicembre dello stesso anno, è ricoverato nell’ospedale francese dell’isola, per motivi cardiaci. Vi rimane poco. Uscitone, inizia a dipingere il quadro alacremente, tanto da concluderlo prima della fine del mese. Così, il 30 di dicembre, prima che inizi il nuovo anno, mette in atto il suo malsano proposito. Tenta l’avvelenamento con una quantità spropositata di veleno, tanto che, per le convulsioni, lo vomita. Tra spasmi e dolori passa la giornata, finchè, torna sconfitto, in paese per farsi curare. Il pittore morirà cinque anni dopo, a maggio del 1903.