La fortuna per Bernardino Tomitano fu
quella di nascere direttamente a Padova, anche se la famiglia
era originaria di Feltre. Nell’università della sua città portò
avanti gli studi in filosofia e medicina. A diciassette anni,
nel 1535, si laureò nelle due discipline. Il Senato Veneto, nel
1539, lo scelse per leggere l'Organon di Aristotele alla
"Scuola di logica" dell'Università stessa, compito che conservò
per quattro anni. Sempre a Padova, tra i maggiori centri
culturali del tempo, ebbe la possibilità di conoscere i massimi
esponenti del tempo. Fece parte, anche, dell'Accademia degli
Infiammati, che portava avanti il proposito di raggiungere una
compiuta lingua italiana. Sull’argomento Tomitano scrisse i
Quattro libri de la lingua thoscana, oltre a testi di
matematica (Moisè-Geometria, del 1550) e di
geometria astronomica, quest’ultimo legato alla
cosmografia tolemaica (Introductio Cosmographiae , del
1551).
L’incidente di cui fu vittima e che
modificò la sua vita avvenne nel 1554. A Venezia era stato
pubblicato a suo nome nel 1547 il trattato Espositione
letterale del testo di Mattheo Evangelista, che era
una traduzione della parafrasi di Erasmo da
Rotterdam al Vangelo secondo Matteo. Il Santo Uffizio veneto,
appunto nel 1554, lo accusò d’eresia. Riuscì a dimostrare di non
essere l’autore del testo, pubblicato a sua
insaputa da un "nobile signore N., con cui era assai
famigliare". Alla fine pur essendo discolpato, lo scontro con il
Santo Uffizio lo portò ad essere maggiormente controllato e
copnformista.
Nel 1563, non avendo ottenuto la cattedra
di "ordinaria filosofia" all’università, lasciò Padova per
trasferirsi a Venezia. Qui si dedicò alla professione medica.
Non smise, però, la sua attività pubblicistica. Scrisse il De
morbo gallico in due libri, e il carme encomiastico
Thetis. Quest’ultimo fu da lui dedicato al re francese
Enrico III, divenuto, nel 1573, anche re di Polonia.
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