Più ci si inoltrava nel XVIII secolo,
minore risultava la penetrazione dell'arcadismo letterario.
Lentamente iniziò a prevalere la filosofia e le teorie
illuministe, che in campo letterario, pur non raggiungendo
grande importanza nelle lettere (a parte il settore teatrale),
si evolverà in direzione neo-classicista o preromanticista.
Dalle prime parole di severa condanna da parte del Baretti e del
Bettinelli, che definirono l'Arcadia come evasiva ed
estemporanea, si arriva al Romanticismo quando "arcadico"
divenne sinonimo di superficiale, astratto e lezioso (anche se,
in parte, influenzò l'opera di Foscolo e Leopardi). Molto
più importante per il rinnovamento culturale generale del
pensiero settecentesco è l'Illuminismo che prevarrà nella
seconda metà del secolo. Quest'ultimo tuttavia non risultò molto
produttivo nel campo letterario ( a parte il settore delle opere
teatrali), ma la sua influenza fu dirompente a livello del
pensiero collettivo, rivoluzionando tutti i settori della
società del tempo. In Italia (dopo una fase di incubazione
con le correnti neoclassiche) il primo centro di irradiazione fu
Napoli, dove ci si impegnò a elaborare idee propositrici in
funzione di una rivoluzione culturale e sociale. Tra i pensatori
napoletani possiamo citare: Antonio Genovesi, Francesco Mario
Pagano, il filosofo del diritto Gaetano Filangieri e l'abate
Galiani Non da meno fu il piccolo centro di Rimini, dove la
presenza dei Lincei Riminesi di Giovanni Bianchi (1745)
contribuì ad alimentare il vento rinnovatore dell'illuminismo in
Italia. La città principale, riconosciuta, dove si sviluppò
maggiormente il nuovo pensiero fu Milano. Tra Napoli e il centro
lombardo fu di collegamento Vincenzo Cuoco, che operò non solo
all'interno dell'illuminismo, ma fu anche traghettatore (come
Alessandro Verri ) tra quest'ultimo e il romanticismo.
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