Le due teorie che si confrontarono
nel secolo portarono definitivamente al suo scadere
all'affermazione di una medicina reale e operativa. Le due
teorie sono: la prima che ha come obiettivo quello di creare dei
sistemi per studiare e intervenire sui fenomeni fisiologici e
patologici, ma sempre attraverso l’impulso dato dalle teorie
filosofiche contemporanee; la seconda attraverso l'utilizzo
della metodologia sperimentale, nella cornice delle scienze
esatte. E' chiaro come il confronto non potesse che volgere a
favore della seconda teoria. Già nella seconda metà del secolo
la ricerca dell'ispirazione dalle tendenze metafisiche scomparve
lentamente, lasciando il passo alla medicina così come la
conosciamo. Nuovi scienziati ottengono nuovi successi e
scoprono nuovi campi di ricerca: G. B. Morgagni getta le basi
dell’anatomia patologica; H. Boerhoove si applica, soprattutto,
allo studio del malato; A. von Haller studia con successo le
funzioni del sistema nervoso e dei vasi sanguigni; L.
Spallanzani svolge ricerche sul meccanismo della fecondazione e
della natura chimica dei processi respiratori.
Verso la
fine del Settecento viene sviluppandosi la cosidetta medicina
preventiva, partendo dallo studio dell'igiene. Si eseguono studi
completi sulle malattie contagiose, vengono applicate e diffuse
una serie di norme preventive, vengono aggiornati i criteri di
assistenza ai malati. I nuovi cambiamenti sociali
(l'industrializzazione e la conseguente nascita della nuova
classe operaia, l'inurbanesimo che crea città sempre più vaste e
popolose) portano l'Inghilterra, nazione dove per prima si
registrano le nuove trasformazioni, all’avanguardia nel campo
dell’igiene. Tanto che nel 1766 E. Jenner realizza, per la prima
volta, la vaccinazione antivaiolosa, che si diffonderà ovunque
nel mondo e aprirà il nuovo capitolo della lotta alle malattie
contagiose. La medicina preventiva, quale è una campagna di
vaccinazione, ha bisogno, però, dell'intervento dello Stato.
Tale è il pensiero di G. P. Frank che si batte per la cura della
salute pubblica, ed ottiene il risultato della creazione in vari
paesi europei di un servizio sanitario statale.
Viene creata una nuova branca della medicina: la
psichiatria, con l’opera scientifica e umanitaria di V. Chiarugi
e di P. Pinel. Inizialmente la chirurgia non era condiderata
facente parte della medicina (la praticavano nella maggior parte
dei casi barbieri, persone senza un'istruzione e nessun accesso
alle opere scientifiche). Ma la pratica portò un grande aumento
delle proprie capacità, che in Inghilterra, alla fine, le due
branche si fusero. Questa rivalutazione e conseguente
parificazione nel resto dell'Europa si deve a
Giovanni Alessandro Brambilla (1728-1800), che fu curatore della
raccolta delle cere anatomiche di Vienna.
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