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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia,

 
 
 
Guide di Messina

LA CITTADELLA

Messina, Cittadella, porta interna
di Giuseppe Coglitore, da Storia monumentale-artistica
di Messina
, 1864
 

 
   
 

Sorge la Cittadella nel principio del braccio ricurvo che, formando il porto, distendesi sul mare a guisa di falce rincontro della città, dove in antico rizzavasi augusto un Monistero di Benedettini. A capo delle prime fortificazioni sia arte sia natura, trovi il mare che s’insena e divide da quelle la vasta spianata detta di TERRANOVA, comeché non passi a comunicare e confondersi col nominato Mare Grosso.

La forma della Cittadella, propriamente detta, è pentagona con degli speciali bastioni per ogni angolo, che si pronunziano fuori a forma di mitra e che vengono per tal modo ad incrociare il fuoco in tutti i sensi, e a poterlo rovesciare per ogni direzione contro la città.

Tutto questo nucleo gigantesco vien costituito in guisa così studiata che una batteria domini l’altra, a talché guadagnatane una, converrà esporsi alla seconda sotto al cui immediato fuoco si viene; e così di seguito.

Addippiù, dal lato di Terranova esce fuori in mezzo a due de’ mitrati bastioni, un’altra fortificazione in forma triangolare con delle fossate intorno, d’onde comunica il mare; e questa fortificazione legasi al piano Terranova ed alla Cittadella con due opposti ponti a levatoio. La stessa triangolare fortificazione e cogli uguali ponti a levatoio trovi all’opposto lato verso il braccio S. Rainieri o S. Giacinto. Fuori poi gli avamposti della Cittadella, al sud, distendesi in linea retta una lunga muraglia fabbricata nel 1688 dal Duca di Usseda, che va a raggiungere il Baluardo D. Blasco il quale fronteggia il piano di Terranova; piano dove pria sorgea uno dei più bei quartieri della città e che, dietro le guerre civili del 1674 vide disfatti tutti gli edifizi; piano che gira oggi per ben un miglio attesa la demolizione seguita dopo il 48 de’ quartieri militari, della chiesa e monistero di S. Chiara, dei tempi inditti alla Candelora ed ai SS. Elena e Costantino, non che del Palazzo reale che stava in sul principio della curvità del porto e di molti privati edifizi.

Lunghesso il braccio S. Raineri, ch’è quanto dire di là dalla Cittadella alla parte nord, dietro una vasta pianura rinviensi una torre detta la Lanterna edificata nel 1555 sul disegno del frate Montorsoli e che servir dovea di faro a’ naviganti: essa, dal 1840 in poi, congiunse allo scopo di rischiarare il mare quello di bombardare Messina; imperocchè intorno all’antica torre si costruirono delle batterie nel fine d’appogiare il fuoco della Cittadella.

Finalmente nello estremo lembo del braccio S. Raineri o S. Giacinto, dove nel 1058 dal normanno Conte Ruggiero si rizzava un monistero di Basiliani dedicato al SS. Salvatore dei Greci, torreggia il forte che dal nome di quel monistero prese nome e che mentre alla bocca del porto presenta rimpetto la città un tamburo fortificato, ne’ fianchi guarda verso sud la Cittadella ed al nord spiega un’altra batteria che domina la riviera del Ringo fino al Monistero del SS. Salvatore de’ Greci che oggi in questa riviera trovasi eretto.

La costruzione di questo forte SS. Salvatore vuolsi fare rimontare al 1550, sotto la dominazione dell’Imperatore Carlo V, che ne ordinava lo adempimento per meglio fortificare la bocca del porto, nell’atto che di censo reale ordinava fabbricarsi il monistero nella riviera del Ringo (58). Ecco tutte le fortificazioni che distendonsi sulla penisola e che per quanto dilungasi la città, ve la dominano.

La Cittadella è opera ammirevole dell’alemanno Carlo Nurimbergh (59). L’epoca di sua costruzione non va più lungi del 1679; epoca infelice per questa città, che videsi lacerata dall’ira civile suscitata dallo Strategoto D. Luys Dell’Hojo e che fu sugello alle sciagure patite per otto lunghi anni.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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