Sorge la
Cittadella nel principio del braccio ricurvo che, formando il
porto, distendesi sul mare a guisa di falce rincontro della
città, dove in antico rizzavasi augusto un Monistero di
Benedettini. A capo delle prime fortificazioni sia arte sia
natura, trovi il mare che s’insena e divide da quelle la vasta
spianata detta di TERRANOVA,
comeché non passi a comunicare e confondersi col nominato
Mare Grosso.
La forma
della Cittadella, propriamente detta, è pentagona con
degli speciali bastioni per ogni angolo, che si pronunziano
fuori a forma di mitra e che vengono per tal modo ad incrociare
il fuoco in tutti i sensi, e a poterlo rovesciare per ogni
direzione contro la città.
Tutto questo nucleo gigantesco vien costituito in guisa così
studiata che una batteria domini l’altra, a talché guadagnatane
una, converrà esporsi alla seconda sotto al cui immediato fuoco
si viene; e così di seguito.
Addippiù, dal
lato di Terranova esce fuori in mezzo a due de’ mitrati
bastioni, un’altra fortificazione in forma triangolare con delle
fossate intorno, d’onde comunica il mare; e questa
fortificazione legasi al piano Terranova ed alla Cittadella con
due opposti ponti a levatoio. La stessa triangolare
fortificazione e cogli uguali ponti a levatoio trovi all’opposto
lato verso il braccio S. Rainieri o S. Giacinto.
Fuori poi gli avamposti della Cittadella, al sud, distendesi in
linea retta una lunga muraglia fabbricata nel 1688 dal Duca di
Usseda, che va a raggiungere il Baluardo D. Blasco il
quale fronteggia il piano di Terranova; piano dove pria
sorgea uno dei più bei quartieri della città e che, dietro le
guerre civili del 1674 vide disfatti tutti gli edifizi; piano
che gira oggi per ben un miglio attesa la demolizione seguita
dopo il 48 de’ quartieri militari, della chiesa e monistero di
S. Chiara, dei tempi inditti alla Candelora ed ai SS. Elena e
Costantino, non che del Palazzo reale che stava in sul principio
della curvità del porto e di molti privati edifizi.
Lunghesso il
braccio S. Raineri, ch’è quanto dire di là dalla Cittadella alla
parte nord, dietro una vasta pianura rinviensi una torre detta
la Lanterna edificata nel 1555 sul disegno del frate
Montorsoli e che servir dovea di faro a’ naviganti: essa, dal
1840 in poi, congiunse allo scopo di rischiarare il mare quello
di bombardare Messina; imperocchè intorno all’antica torre si
costruirono delle batterie nel fine d’appogiare il fuoco della
Cittadella.
Finalmente
nello estremo lembo del braccio S. Raineri o S. Giacinto, dove
nel 1058 dal normanno Conte Ruggiero si rizzava un monistero di
Basiliani dedicato al SS. Salvatore dei Greci, torreggia il
forte che dal nome di quel monistero prese nome e che mentre
alla bocca del porto presenta rimpetto la città un tamburo
fortificato, ne’ fianchi guarda verso sud la Cittadella
ed al nord spiega un’altra batteria che domina la riviera
del Ringo fino al Monistero del SS. Salvatore de’ Greci
che oggi in questa riviera trovasi eretto.
La
costruzione di questo forte SS. Salvatore vuolsi fare
rimontare al 1550, sotto la dominazione dell’Imperatore Carlo V,
che ne ordinava lo adempimento per meglio fortificare la bocca
del porto, nell’atto che di censo reale ordinava fabbricarsi il
monistero nella riviera del Ringo (58). Ecco tutte le
fortificazioni che distendonsi sulla penisola e che per quanto
dilungasi la città, ve la dominano.
La Cittadella è
opera ammirevole dell’alemanno Carlo Nurimbergh (59). L’epoca di
sua costruzione non va più lungi del 1679; epoca infelice per
questa città, che videsi lacerata dall’ira civile suscitata
dallo Strategoto D. Luys Dell’Hojo e che fu sugello alle
sciagure patite per otto lunghi anni. |