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Il tempio del precursore fondato nel 536 da S. Placido, il quale
di suo sangue col martirio il bagnava, dopo non poche
vicissitudini (86) venne dal Conte Ruggeri all’ordine
Gerosolimitano concesso verso il 1099 a detta del Sampieri (87)
o come vuole il Gallo (88) verso il 1070, ventidue anni dopo la
fondazione del primo ospedale in Gerusalemme e ventinove pria
che Goffredo il Buglione avesse liberato le sante zolle
sanguinanti dalla mano del miscredente. Sentiasi qui la bisogna
di erigere uno spedale per servire a que’ zelanti campioni della
fede che recavansi ai Santi Luoghi, e quindi il re Ruggeri
confermava a quest’ordine la concessione fattane dal padre suo
dandovi il cimitero e gli edifizi alla chiesa di S. Gianbattista
aggregati; e come primo, a capo di tutte le case gerosolimitane
in Sicilia venne elevato dal re Martino e da Federico II lo
Svevo essendosi dato al rettore il nome di Gran Priore. Ottenne
ancora dall’arcivescovo di Messina nel 1147 una chiesa con tutte
le entrate intitolata S. Maria lungo il rio della vaccaria
e nel 1307, estinti i Templari, ottenne da Clemente V tutti i
poteri che questi aveano in Sicilia .
Accolse
quest’ospedale il pontefice Alessandro III il quale nel 1165
ritornava in Roma con l’Imperadore Federico Barbarossa dietro lo
scisma; ricevè gl’infermi i quali, presa Rodi da Solimano, di
qui passarono; accolse il gran maestro Filippo de Villeres
Lesledano francese che qui venia con un galeone e quattro galee
mal conce con fiamme nere e lo stendardo di bruno damasco, stato
ricevuto con tutta pompa dallo Arcivescovo La Ligname, dal
Vicerè Pignatelli e dagli illustri messinesi in mezzo al
numeroso corteo di 700 cavalieri di quest’ordine che qui aveano
stanza.
Usciti di
speranza a conquistare Gerusalemme, si mantenne per secoli
quest’ospedale, e per privilegio era donato a’ soli cavalieri
messinesi i quali tennero l’osservanza sino al secolo passato.
Oggi il tempio conserva il medesimo nome ma l’ospedale cambiata
destinazione è l’attuale palazzo reale (89). |