La grande mostra Vinum nostrum è dedicata alla coltura della vite e al vino, soprattutto ai suoi primordi. Il percorso parte, infatti, La grande mostra Vinum nostrum è dedicata alla coltura della vite e al vino, soprattutto ai primordi. Il percorso parte, infatti, dalla Mesopotamia, per poi giungere alla Grecia fino a Roma, da dove, rinnovatasi, si sparse in tutto l’Impero.  Al centro di questo percorso vi è la tradizione antica del vino a Pompei. L’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., infatti, oltre ad avere ricoperto di lava le città romane, ha preservato anche la coltura e la cultura della vite e del vino di allora. Attraverso un percorso scientifico si è giunti al reimpianto e, quindi, alla valorizzazione dei vigneti dell’antica Pompei.  Frutto di un importate lavoro di sperimentazione del Laboratorio, durato anni, oggi nuove spinte, volute dal Commissario delegato per l’emergenza Marcello Fiori, hanno portato al coinvolgimento delle ambasciate italiane per  “sponsorizzare” il pregiato vino Villa dei Misteri, simbolo della storia, ma anche della qualità del vino pompeiano, in particolare, e del vino italiano, in generale.

Secondo un andamento cronologico, si partirà dalle origini nel Vicino Oriente, per poi passare  all’antica Grecia, con tutti i significati simbolici, religiosi e culturali legati al vino. Uno spazio a sé verrà dedicato al contributo fornito da Fenici ed Etruschi, anche loro diffusori della cultura del vino nel Mediterraneo. Infine, nel mondo antico, i Romani, che diffonderanno il vino su ampia scala in tutto l’Impero.
Questo viaggio antico sarà esplicato attraverso reperti originali, sculture, affreschi e mosaici. Ai riferimenti diretti, si aggiungeranno quelli legati ai valori religiosi e culturali della vite (divinità, riti e feste del vino), come il culto di Dioniso, o alla convivialità degli aristocratici romani, che si esprimeva con l’uso del vino. E’ grazie ai preziosissimi ritrovamenti pompeiani, che è stato possibile allestire una cella vinaria, con attrezzi per la vigna, le anfore vinarie e i barili in legno, i cesti per la vendemmia, i carri e tutte le attrezzature necessarie. Oltre ai reperti e alle ricostruzioni d’ambienti, Vinum nostrum si arricchisce di apparati multimediali e video.

La caratteristica principale di questa mostra è d’essere non una, ma tante mostre, distribuite sul territorio italiano.  Contemporaneamente, si avvieranno una serie di itinerari, a partire dall’antica Pompei. A chi visiterà Pompei, durante il periodo della mostra, verrà proposto di percorrere una “via del vino antico” lungo le vestigia della città. In funzione dell’iniziativa Vinum nostrum, anche luoghi poco noti della Basilicata e della Campania verranno inseriti in questo tour culturale davvero insolito.
E’ stata aperta, quindi, a Pompei “La via del vino nell’ antica Pompei” e a Grumento, nel Museo Archeologico dell’ Alta Val d’ Agri, la parallela mostra “Dioniso e le Ninfe: culto e iconografia”, ovviamente legata alla mostra fiorentina.

“È un tentativo, - dice il Commissario Marcello Fiori - raro nel nostro Paese, di legare un percorso espositivo alle realtà territoriali: se riuscirà, non solo sarà motivo di orgoglio per tutti quelli che a questo progetto hanno lavorato, ma soprattutto sarà anche una piacevole occasione di scoperta e di crescita per quei turisti che vogliono unire la qualità archeologica alla qualità del paesaggio e dell’ambiente naturale’’.

Ecco allora che legata alla mostra fiorentina troviamo pure la Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, con il suo Laboratorio di Ricerche Applicate diretto da Annamaria Ciarallo. La Soprintendenza curerà tutte quelle iniziative sul territorio della Basilicata e Campania che metteranno in luce l’antico retaggio dell’Enotria e della Magna Grecia, in uno studio naturalistico della viticoltura, giuntaci dalla Grecia antica.

La SANP ha ottenuto per la sua opera, tra i tanti riconoscimenti scientifici, anche il Premio Roero 2003 rivolto al paesaggio viticolo italiano.