La gnoseologia Il
concetto principale e caratteristico di Telesio è quello che
sostiene che la natura va studiata e conosciuta attraverso
principi altrettanto naturali (iuxta propria principia),
idea che ritroveremo più tardi nelle dottrine di
Tommaso Campanella e Giordano Bruno. Egli critica
il metodo aristotelico per il quale la conoscenza materiale si
basava su spiegazioni metafisiche, quali gli
universali astratti, come sostanza, forma e materia. Il
greco ricorreva al “motore immobile” per spiegare i fenomeni
fisici. Telesio ribatteva che per darne una spiegazione bisogna
utilizzare, piuttosto, gli stessi sensi che li percepiscono. Con
questo non bisogna pensare alla sua filosofia come totalmente
empirista. La sua visione globale, infatti, presupponeva
l’esistenza di principi primi, simili a quelli presocratici e
neoplatonici, esattamente in linea con i circoli filosofici (e
magici) del tempo.
Tre erano gli elementi base per il filosofo calabrese: il
caldo, il freddo e la materia. Lo stesso movimento era causato,
secondo lui, dal caldo, e la stessa vita, che è sensibilità, è
calda: ogni corpo che è dotato di una minima quantità di calore
è vivente. I corpi organici, a differenza di quelli inorganici,
posseggono un’anima che li permea, soprannominata da Telesio,
spiritus. Egli scrive: “è la stessa sostanza che
nell'uomo sente e ragiona; la sostanza che ragiona non è affatto
diversa da quella che sente”. Da cui lo spiritus,
inscindibile dal corpo, muore assieme ad esso. Sempre
dalla materia scaturisce l’intelligenza, cosa non esclusiva
dell’essere umano, ma comune con gli altri esseri viventi. Essa
si forma dall’accumulo delle esperienze sensibili, che danno
all’intelligenza (con i suoi ricordi) la capacità di saper
riconoscere, anche in assenza di una nuova sensazione personale.
Il suo naturalismo e la religione
Uno spazio a parte, è ritagliato da Telesio
sull’esistenza di Dio come creatore del cosmo e, quindi, della
natura, che segue, grazie al suo Creatore, leggi ordinatrici
immutabili. A Lui si deve l’esistenza dell’anima immortale (anima
superaddita) e quindi l’esistenza di una vita ultraterrena
secondo una giustizia divina. Egli scrive: “[L'anima]
sostanza altra dallo spirito seminale, veramente divina e infusa
da Dio stesso.” Alcuni critici hanno avanzato l’ipotesi che
Telesio, ben sapendo il portato della sua filosofia naturalista
e materialista, abbia assunto tali posizioni, in aperta
contraddizione tra loro, per evitare malumori o, peggio, scontri
con la Chiesa e le sue autorità.
La sua etica
L’etica di Telesio ha accenti innovativi. Distaccandosi da
Aristotele, che ritiene massimo bene l’esercizio della ragione,
il filosofo calabrese sostiene che il bene supremo sia la sua
stessa conservazione fisica. Quello che la favorisce è bene,
quello che la mette in pericolo, male. Quasi ovviamente, il
piacere è bene, il dolore è male. E’, però,
altrettanto ovvio che il saggio sappia andare oltre il piacere
facile e immediato, sulla base delle proprie esperienze, esso
dovrà curare la virtù, in funzione di una conservazione
spirituale. A livello sociale questi concetti sono mirati alla
convivenza tra uomini, dove la pratica tra vizio e virtù
comporta un premio o una punizione, un bene o un male.
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