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Emilio De Marchi nacque nel 1851, in una famiglia milanese di modeste condizioni e già orfano di padre. Ciononostante, riuscì a ventitre anni, nel 1874, a laurearsi in Lettere all’Accademia Scientifico Letteraria di Milano, poi divenuta l'Università degli studi di Milano. In essa svolse successivamente attività di segretario e poi di libero docente di Stilistica.
A Milano conobbe esponenti della corrente della Scapigliatura, ambiente letterario tipicamente milanese. Inizialmente questa corrente influenzò il suo stile letterario, distaccandosene, però, alla ricerca di un proprio stile narrativo, ma seguendo impostazioni di carattere più vicino al Naturalismo francese.

Tra il 1876 e il 1877, pubblicò a puntate su vari giornali una serie di romanzi, quali: Tra gli stracci, Il signor dottorino e Due anime in un corpo. Ma il libro che lo fece conoscere al grande pubblico fu Il cappello del prete, un testo inusuale per il tempo, trattandosi di un giallo, che gira intorno, proprio, al un cappello di un prete affarista ucciso, nell’indagine svolta da un nobile spiantato napoletano.

Mentre ne Il cappello del prete l’azione era ambientata a Napoli, il libro successivo Demetrio Pianelli, giudicato il suo romanzo più importante, torna ad avere una ambientazione milanese. Una specie di seguito tematico e narrativo è rappresentato dal testo, del 1888, Arabella.
Tra gli altri scritti abbiamo: Redivivo del 1894, Giacomo l’idealista e Col fuoco non si scherza del 1900. Morì a Milano nel 1901. Lo scrittore fu anche autore di opere teatrali e testi di critica letteraria, quali Lettere e letterati del secolo XVIII.

Ne Le forze conservatrici, opera di carattere politico, del 1898, auspicava la fondazione di un partito conservatore che potesse esprimere un forte governo aristocratico, esortando, al contempo, i ceti proletari a prendere atto del proprio stato di subalternità. Ciononostante, si impegnò nella sua vita in istituzioni benefiche cittadine, che operavano a favore della diffusione educativa nelle classi  popolari. Nell’ambito pubblicò diverse antologie ad uso didattico per la gioventù e curò la collana di Vallardi "La buona parola".

Il destino del romanzo Redivivo del 1894 è particolare. Inizialmente fu pubblicato su riviste, ma subito dopo ripudiato dal De Marchi (e venne pubblicato postumo nel 1909). Proprio la vicenda narrata in esso servì da ispirazione a Luigi Pirandello per la sua stesura de Il fu Mattia Pascal.



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