il Manifesto futurista, pubblicato il 20 febbraio 1909 su Le Figaro di Parigi

Il Futurismo rappresenta una delle prime correnti dell’avanguardia letteraria. Filippo Tommaso Marinetti ha introdotto sia il nome che i principi fondamentali del movimento con il Manifesto futurista, pubblicato il 20 febbraio 1909 sul Figaro di Parigi e successivamente sulla rivista milanese Poesia. Nei tre anni seguenti, in Italia furono pubblicati altri 30 manifesti futuristi, che non riguardavano solo la letteratura, ma anche la pittura, la scultura, il teatro, la fotografia e la politica.

Marinetti, l’autore di questo innovativo programma d’avanguardia letteraria e artistica, basa il suo pensiero su due principi essenziali: la distruzione del passato e il rifiuto della letteratura tradizionale. Egli proclama: “Uccidete il chiaro di luna… noi vogliamo esaltare l’aggressività, la velocità, lo schiaffo, il pugno!”. Il programma futurista mira a esaltare poeticamente le innovazioni tecniche, come l’automobile, il dinamismo e la rapidità. Nella poesia e nella prosa si deve cercare la simultaneità, ignorando i mezzi logici tradizionali e utilizzando parole in libertà e innovazioni grafiche per enfatizzare le emozioni. Questi concetti sono influenzati dalle idee di Bergson (con il suo “slancio vitale”) e di Nietzsche (con la sua “pienezza di vivere”).

I principi fondamentali del nuovo tipo di creazione letteraria includono il diritto alla ribellione e la celebrazione della vita, del coraggio, della virilità e dell’energia. La letteratura futurista respinge qualsiasi collegamento con le tendenze passate, anche se si basa in parte proprio sulle idee di Nietzsche e Bergson. Il culto della modernità è proclamato come una nuova religione futurista. Gli ideali del razionalismo sono abbandonati a favore dell’intuizione dell’individuo forte.

In Italia, dopo la guerra, il movimento futurista partecipa al dibattito politico, allineandosi con il nazionalismo e lo spirito d’avventura. Marinetti e i suoi seguaci si avvicinano, forse equivocando, al fascismo di Mussolini.

Il concetto di “parole in libertà” nato nel 1912 e 1913 rappresenta una significativa rottura formale con gli stili di scrittura esistenti. Le parole, preferibilmente onomatopeiche, devono essere disaccoppiate dalla sintassi tradizionale e ordinate in base al significato o al suono. Avverbi e aggettivi devono essere usati con parsimonia e i verbi devono essere mantenuti all’infinito per eliminare la soggettività. Tra i testi più noti scritti in questo stile c’è il poema di guerra di Marinetti “Zang Tumb Tumb” (1914).

Fuori dall’Italia, l’esperimento futurista ha avuto esiti diversi. Ad esempio, i Calligrammes di Apollinaire e la sua lirica “Zone” riflettono solo l’aspetto inventivo del futurismo. Tuttavia, il futurismo ha influenzato molte delle successive correnti d’avanguardia nella letteratura: cubismo, dadaismo, simultaneismo, creazionismo, surrealismo, espressionismo, zenitismo jugoslavo, ultraismo spagnolo, vorticismo e imagismo inglese.

Il futurismo ha avuto un notevole impatto anche in Russia, dove, sotto forma di cubofuturismo, è stato associato a figure come Velemir Khlebnikov e Alexey Kruchonych e al fenomeno del linguaggio astratto, un tentativo di scrivere in un linguaggio universale che trascende l’intelletto umano. Il futurismo ha penetrato anche nella letteratura polacca, associato principalmente ad Anatol Stern e Bruno Jasieński. Nell’ambiente ceco, il futurismo è stato chiaramente influenzato dall’estetica d’avanguardia, ma solo Stanislav Kostka Neumann lo ha applicato direttamente in una parte della sua opera.

Il futurismo russo, però, ha avuto un approccio differente rispetto a quello italiano. Ha influenzato anche Vladimir Mayakovsky e Boris Pasternak. Nel dicembre 1912, Majakovskij ha pubblicato il manifesto “Schiaffo al gusto del pubblico”, segnando l’inizio del movimento in Russia. Pur simile al movimento italiano nelle fasi iniziali, ha presto preso una direzione completamente diversa. Majakovskij ha sviluppato una ricerca innovativa sul discorso poetico, sfruttando una situazione favorevole: la Russia attraversata dai fermenti rivoluzionari, per sviluppare una poetica che mira a distruggere il passato con un pensiero sociale moderno.

Dietro Majakovskij vi è l’esperienza dell’intellighenzia russa e la grande lezione di Tolstoj, del nichilismo e dei moti rivoluzionari del 1905. Dietro i futuristi italiani, invece, vi è solo la mitologia nazionalista e l’equivoco di un rinnovamento che, in realtà, rappresenta un ritorno al passato più retrivo e reazionario.

Storie-in-breve 9


A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore). Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.