Manifesto pubblicitario dell’Orient Express.

I primi anni del nuovo secolo caratterizzano un periodo segnato da significativi cambiamenti sociali e politici. L’opinione pubblica emerge come uno degli elementi più influenti nella vita dei paesi occidentali. Questo fenomeno trova la sua origine nell’aumento dell’alfabetizzazione, grazie a un miglioramento dell’istruzione che ha toccato anche le classi più popolari e quelle meno abbienti, riducendo l’analfabetismo (senza sconfiggerlo del tutto). Con l’espansione della cultura scritta, si diffonde una nuova consapevolezza politica e civica, che si traduce in una crescente partecipazione della popolazione alla vita pubblica.

L’opinione pubblica diventa così uno strumento di controllo delle istituzioni, in grado di influenzare le scelte politiche dei governi. Tuttavia, accanto agli aspetti positivi di questa evoluzione, si nascondono anche dei rischi. Un utilizzo manipolatorio della stampa, come strumento di propaganda, può orientare l’opinione pubblica verso estremismi pericolosi, spesso protetti da ideologie.

In Francia, giornali come il Petit Journal pubblicano supplementi illustrati settimanali, mentre il Petit Parisien, Le Temps e Le Figaro puntano a tirature alte. In Inghilterra, si impongono giornali popolari come il Daily Worker, il Daily Mirror e il Times. In Italia, oltre al socialista Avanti! diretto da Turati, troviamo Il Secolo che compete con il Corriere della Sera diretto da Luigi Albertini. Nel 1914, Mussolini, dopo essere stato espulso dal Partito Socialista, fonda il Popolo d’Italia per sostenere l’interventismo in guerra e successivamente la propaganda fascista.

Frattanto, l’intrattenimento e il tempo libero cominciano ad acquisire una nuova centralità nella vita sociale. Tuttavia, anche in questo caso, il divertimento e la cultura popolare sono segnati da un forte divario tra le classi sociali. Le élite, l’alta borghesia e la nobiltà, si godono un lusso senza pari. Partecipano a concerti di pianisti famosi come Rachmaninoff, assistono alle rappresentazioni teatrali di balletti e opere, frequentano le spiagge di lusso, dove la moda del costume da bagno prende piede, e si divertono nei casinò di Montecarlo o sulla Costa Azzurra. Le destinazioni più esclusive, come Saint Moritz in Svizzera, diventano il rifugio prediletto dei ricchi, che soggiornano in hotel lussuosi che, durante la Belle Époque, rappresentano il simbolo del comfort e dell’eleganza. Durante questo periodo si costruiscono hotel molto lussuosi, come il Ritz, il Carlton, il Savoy, a Londra, il Plaza a New York, l’Excelsion a Roma. Le feste danzanti e i bagni termali nelle località di lusso, come Vichy e Marienbad, completano il quadro di una società che vive il tempo libero come un privilegio esclusivo.

Al contrario, per le classi popolari, il tempo libero è un lusso che si concede raramente. Le vacanze sono un concetto lontano, e il riposo si riduce a brevi periodi di riposo, come le feste tradizionali in campagna o le gite domenicali, di tanto in tanto si va al cinematografo. Per i lavoratori, le vacanze sono momenti fugaci che non offrono la possibilità di svago ricercato o di viaggi lontani. Tuttavia, inizia a nascere un movimento che, pur rimanendo appannaggio delle classi più agiate, comincia a pensare il tempo libero come una risorsa imprenditoriale.

L’intrattenimento diventa un affare, e nuove strutture turistiche, come alberghi, treni di lusso e transatlantici, iniziano a diffondersi per soddisfare le richieste di una crescente classe media che sogna viaggi esotici e vacanze al mare. L’emergere di compagnie che organizzano crociere e l’ascesa delle automobili private segnano l’inizio di una vera e propria rivoluzione nell’esperienza del tempo libero, che avrà effetti anche sulla società del futuro, rendendo accessibili questi svaghi a un pubblico più ampio, ma solo dopo la guerra alle porte. Questo scenario idilliaco di lusso e svago, infatti, è destinato a spegnersi ben presto. Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, la società si trova di fronte a una trasformazione radicale: il divertimento lascia spazio alle preoccupazioni più gravi, la politica e le dinamiche internazionali diventano l’epicentro di ogni riflessione. Così, l’epoca d’oro dei viaggi di piacere e degli hotel lussuosi sembra svanire nel contesto drammatico del conflitto mondiale, in cui il tempo libero si ridurrà a un concetto del tutto estraneo.

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