QUEL NON DETTO – Collettiva di calligrafia

Il 2 dicembre 2024, dalle ore 18:00, Hyunnart Studio inaugura “Quel non detto”, una collettiva dedicata alla calligrafia con le opere di Su Ting Xiang, Cima Sunada, Oan Kyu, Pensri Jitjong, Claudio Adami, Gerald Siciliano, Bahar Hamzephour e il testo in catalogo di Paolo Di Capua.

In questa mostra vengono accostati esempi di calligrafia ‘tradizionale’ orientale, provenienti da Cina, Tailandia, Corea e Giappone, a loro volta affiancati da opere di artisti contemporanei la cui ricerca si sviluppa sul tema della scrittura illeggibile, ovvero leggibile sotto altri punti di vista.


QUEL NON DETTO
opere di
Su Ting Xiang – Cima Sunada – Oan Kyu Pensri Jitjong – Claudio Adami Gerald Siciliano – Bahar Hamzephour

Hyunnart Studio, Roma

2 dicembre 2024 – 15 gennaio 2025
Opening lunedì 2 dicembre 2024 ore 18:00

Ascrivere alla calligrafia la connotazione simbolica della contrapposizione alla digitalizzazione pressoché totale del mondo globalizzato, o addirittura all’irrompente sviluppo della così detta intelligenza artificiale, probabilmente è chiederle troppo. Eppure a pensarci bene, perché no? Quantomeno parliamone e scriviamone.

Scriviamo dunque della ‘bella scrittura’, scritta a mano, e degli infiniti modi di trascriverla che forse rappresentano e sintetizzano le innumerevoli differenze di origini e tradizioni (ancora non scomparse) accomunate dal principio di imprimere alle parole un’interpretazione grafica che ne esalti il ‘come’ vengono espresse. Certo anche un computer è in grado di dare disponibilità con illimitati diversi caratteri, ma la differenza sta nel fatto che nel tracciare con la propria mano si può di volta in volta rendere unica quella scrittura, per via di infinite interpretazioni intuitive. E il come scrivere inevitabilmente influisce su, e può rendere ben più intenso, il contenuto significante. Come nel parlare, più che le parole che si utilizzano è il tono con cui si esprimono. Anche un semplice ‘si’ può assumere un senso del tutto differente.


HyunnArt Studio: viale Manzoni 85/87 00185 Roma
orario settimanale: dal martedì al venerdì 16.00/18.30
per appuntamento 3355477120 pdicapua57@gmail.com

Da Simona Pandolfi <pandolfisimona.sp@gmail.com>

FIDANZA JAZZ COMBO, il singolo “La tazzina di caffè” anticipa l’uscita del nuovo album di inediti

Disponibile nelle radio italiane e in tutti i digital stores ‘La Tazzina di Caffè’, il nuovo singolo del Fidanza Jazz Combo che anticipa il nuovo album di inediti.

FIDANZA JAZZ COMBO, IL SINGOLO ‘LA TAZZINA DI CAFFÈ’  ANTICIPA L’USCITA DEL NUOVO ALBUM DI INEDITI

L’annuncio del nuovo album composto da 11 brani originali arriva a breve distanza dal precedente ‘No Jazz. Omaggio a Natalino Otto, omaggio al pioniere dello swing italiano, pubblicato in occasione dei cento anni della radio in Italia.

IL NUOVO SINGOLO ‘LA TAZZINA DI CAFFÈ’

‘La Tazzina di Caffè’ narra il lento e sensuale viaggio, che si compie in pochi secondi, dal risveglio al desiderio del primo caffè del mattino. Si apre quindi la celebrazione di un rito che accomuna l’umanità, tra gusto, bisogno e vizio.

Il brano oscilla, come il fumo caldo del caffè, tra il 3 e il 4, tra gli archi e il quartetto jazz, suddividendo il tempo in frammenti che vivono tra due tazzine di caffè.

Fabio Fidanza a proposito del nuovo singolo dichiara: «Sono un cultore del buon caffè, quello che parla delle terre lontane dove è stato raccolto, che riesce a regalare poesie di sapori e aromi.

Un vizio perfetto che ho raccontato in forma canzone, con un sottile gioco di ambiguità poetica e musicale dedicato alla tazzina, quella senza zucchero, sineddoche scura e calda».

CHI E’ IL FIDANZA JAZZ COMBO

Il Fidanza Jazz Combo nasce dalla ricerca di Fabio Fidanza (voce, chitarra e fiati vocali) e Dario Di Giammartino (batteria) sulla contaminazione tra la musica italiana e lo swing americano.

Il repertorio si snoda tra i classici italiani degli anni 1920-1950, da Natalino Otto, al Quartetto Cetra, in contrappunto alle canzoni americane dell’epoca, tra George Gershwin e Nat King Cole.

Nei loro concerti si inseriscono i anche numerosi brani originali, scritti nello stile dell’epoca d’oro dello swing. Questa rispettosa tela musicale del combo abruzzese crea immediatamente un rapporto speciale con il pubblico presente, grazie all’esplorazione di un repertorio quasi sconosciuto della nostra eredità musicale, ma immediatamente riconoscibile anche nel racconto, farcito di umorismo, del rapporto musicale tra Italia e Stati Uniti.

Nel 2024 pubblicano ‘No Jazz. Omaggio a Natalino Otto’, nel 55° anniversario dalla sua scomparsa e in occasione dei cento anni della radio in Italia.

LINKS

Web: www.fidanzajazzcombo.com
Instagram: www.instagram.com/fidanzajazzcombo
YouTube: www.youtube.com/@fidanzajazzcombo
Spotify: www.open.spotify.com


Ufficio Stampa A-Z Press
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Turismo, Christmas Town trasforma Catania in meta natalizia del Sud Italia

Fare un viaggio nella magica atmosfera natalizia è una delle più indimenticabili esperienze che trasforma il sogno in realtà per molti bambini, e perché no, anche per gli adulti che credono nella magia del Natale.

La Sicilia – dal 7 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 – diventerà una delle mete del turismo natalizio e riserverà grandi sorprese: nel Centro fieristico Le Ciminiere nella città di Catania alle pendici dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, sarà allestito il più grande Parco dedicato al Natale del Sud Italia. Il tanto atteso villaggio a tema è Christmas Town. Il desiderio per migliaia di visitatori di condividere una felice e gioiosa giornata continua a crescere e sarà emozionante viverlo tra numerose attrazioni, parate natalizie, spettacoli, brillanti boulevard, giostre, tutto compreso nel biglietto d’ingresso.

Il più bel regalo di Natale che si possa fare sono proprio i biglietti per Christmas Town, disponibili online o presso il Christmas Town Express – la biglietteria ufficiale a Centro Sicilia – dove si potrà anche ricevere una speciale confezione regalo oro con la scritta  perfetta da mettere sotto l’albero e da consegnare per sorprendere grandi e piccini. Le famiglie, le scuole, i gruppi d’amici, le coppie varcata la soglia d’ingresso del villaggio potranno trascorrere un’intera giornata affascinati dall’intrattenimento di Christmas Town, senza limiti di permanenza, pattinando sul ghiaccio nella pista adatta anche ai dilettanti e a chi non ha mai pattinato, sarà possibile vedere un tradizionale film nel Cinema di Natale e vivere nello stupore degli spettacoli di magia, di circo e di musical che saranno in scena nei tre grandi teatri Magic ShowChristmas Circus e Musical sul Grinch.

Sarà anche possibile incontrare i meravigliosi personaggi delle danzanti parate come renne, schiaccianoci e pupazzi di neve, gustare prelibatezze e divertirsi nelle numerose attrazioni a tema, dalla Giostra dei Cavalli al Christmas Big Balls, alla Giostra delle Slitte Volanti che è una delle due esistenti in Italia appositamente creata per Christmas Town. Nella grande Fabbrica dei Giocattoli e nell’immensa Casa di Babbo Natale di 400 mq, saranno gli elfi a fare strada ai visitatori; e per i più piccoli saranno allestite tre grandi aree gioco da Lego, Barbie e Hot Wheels.

Altra straordinaria novità sarà “La Cena con Babbo Natale” un esclusivo evento all’interno di “Christmas Town” nel nuovissimo “Ristorante di Natale” che sarà inaugurato in questa edizione. Una serata speciale da trascorrere con Babbo Natale, Mamma Natale e i loro elfi. Un’atmosfera unica e una cena deliziosa con i migliori sapori delle feste, con piatti che incantano la vista e il gusto.

Con il biglietto giornaliero si potrà entrare a qualunque ora si preferisca entro gli orari di apertura e chiusura del Villaggio. Con il biglietto serale l’ingresso è consentito dalle ore 19 (fino a chiusura del Village fissato per le 23,00).

Tutte le attrazioni saranno incluse, ad esclusione della Ruota Panoramica che prevede un biglietto a parte da acquistare direttamente in loco. 


Maggiori informazioni su www.christmastown.info

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Il Settore Musei Civici Bologna sulla piattaforma Google Arts & Culture

Il Settore Musei Civici Bologna sulla piattaforma Google Arts & Culture. Innovazione, Partecipazione e Condivisione. 127 opere delle collezioni permanenti e 5 storie tematiche trasversali raccontano, in una modalità di narrazione immersiva e digitale, la storia di Bologna e del suo territorio nel corso dei secoli, tra passato, presente e futuro.

Il Settore Musei Civici Bologna sulla piattaforma Google Arts & Culture. Innovazione, Partecipazione e Condivisione.

Il Settore Musei Civici Bologna è da oggi su Google Arts & Culture, la piattaforma su cui musei, istituzioni non profit e archivi condividono tesori, storie, conoscenza e partecipazione con un pubblico globale online.

Su questa piattaforma, disponibile gratuitamente sul web da laptop e dispositivi mobili (iOS e Android), si possono ammirare arte, storie e meraviglie culturali di tutto il mondo.
Attualmente Google Arts & Culture supporta oltre 2.000 organizzazioni culturali in più di 80 paesi, più di 200.000 immagini digitali ad alta risoluzione di opere d’arte originali, 7 milioni di reperti di archivio, più di 1.800 acquisizioni di immagini di musei per Street View e oltre 3.000 esposizioni online a cura di esperti. Tutto questo raccolto in un’unica esperienza unificata.

A partire da oggi è possibile immergersi anche nelle collezioni permanenti dei Musei Civici felsinei attraverso un’iconoteca digitale di 127 opere e 5 temi di narrazione (origine delle collezionidonne nella storiacura del corpocibo industria della seta) per scoprire la storia sociale, artistica, culturale e l’evoluzione di Bologna e del suo territorio nel corso dei secoli fino ai giorni nostri, valorizzando il Settore Musei Civici Bologna con questi percorsi tematici trasversali, il progetto di creazione del sistema museale cittadino e metropolitano e anche favorendo itinerari di turismo culturale.

Tutti i contenuti sono disponibili in italiano e in inglese:
artsandculture.google.com/partner/comune-di-bologna?hl=it (versione italiana)
artsandculture.google.com/partner/comune-di-bologna?hl=en (versione inglese)
La traduzione in lingua inglese è stata realizzata attraverso l’utilizzo dell’app Gemini, il modello di intelligenza artificiale di Google.

I Musei Civici di Bologna scelgono di presentare il proprio patrimonio anche su Google Arts & Culture condividendo la missione del progetto internazionale per rendere la cultura accessibile a chiunque e ovunque. La fruizione dei contenuti online consente infatti una maggiore accessibilità partecipazione a tutte le persone, da tutte le latitudini, in qualsiasi momento, da qualunque device: le persone possono cercare le opere online, trovare connessioni e accedere ai contenuti in modi inaspettati. La piattaforma permette di instaurare un dialogo aperto tra le persone e le opere.

Massimo Bugani, assessore all’Innovazione Digitale del Comune di Bologna, sottolinea: “L’arte non smetterà mai di emozionare e le persone non smetteranno mai di emozionarsi, semplicemente stiamo creando nuove possibilità per poter ammirare le opere degli artisti. Un film può essere visto al cinema o sul divano di casa attraverso una piattaforma web, lo stesso vale per le opere d’arte che oggi possono essere ammirate al museo oppure su piattaforme Web, con i contenuti in lingua italiana e in lingua inglese. Questo offrirà nuovo slancio alle nostre collezioni e ai nostri musei. È l’arte che vola, viaggia ed emoziona. Il mondo ha bisogno di condividere arte e bellezza a tutte le latitudini, ora più che mai, perché l’arte arriva al cuore delle persone ed è l’unica che ci può salvare”.

Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna, spiega: “Per la prima volta i Musei Civici di Bologna approdano su una piattaforma internazionale, con un progetto che unisce innovazione, partecipazione e tecnologie digitali, e che valorizza il Settore come «polo museale» e il processo di creazione del sistema museale cittadino e metropolitano. La presenza dei nostri musei, proposta attraverso percorsi di navigazione trasversali, restituisce una dimensione sistemica alle collezioni e alla rete museale. Di grande importanza è per noi il tema dell’accessibilità e della partecipazione: in questo senso, la piattaforma ci consente di ampliare la partecipazione e di avvicinare le giovani generazioni al patrimonio culturale quale bene comune. Chi conosce le nostre collezioni, e chi le scopre per la prima volta può entrare in contatto con i contenuti attraverso i punti d’accesso originali proposti per la piattaforma di Google Arts & Culture”.

Tra i 127 oggetti selezionati dai Musei Civici per la piattaforma Google Arts & Culture si segnalano:
• i ritratti di figure femminili e le opere di pittrici e scultrici conservati nei Musei Civici d’Arte Antica, come l’effigie della nobildonna Bianca Cappello, amata dal granduca di Toscana e osteggiata per la “colpa” di essere una straniera, o il gioiello della famiglia Grassi di Properzia de’ Rossi;
• i balsamari in vetro per contenere essenze profumate dalle collezioni greca ed etrusca conservati al Museo Archeologico, testimonianze dell’attenzione per la cura del corpo da parte degli antichi;
• i manufatti in seta del Museo del Risorgimento, come lo scialle con decorazioni tricolore della bandiera italiana;
• gli strumenti scientifici di Giovanni Aldini, testimonianza della cultura tecnica che ha caratterizzato lo sviluppo industriale della città;
• gli oggetti originali di Giorgio Morandi conservati nella sua casa-studio museo, che celebrano l’artista nel 60° anno dalla sua morte;
• i ritratti di musicisti, cantanti, e compositori della preziosa quadreria raccolta da Padre Martini al Museo internazionale e biblioteca della musica;
• il grandioso monumento funerario dedicato a Camillo Ronzani, fondatore del celebre birrificio un tempo collocato in via delle Lame, situato presso il Cimitero della Certosa.

I cinque temi trasversali:
1. A spasso per Bologna. Curiosando nei Musei Civici
Come sono nati i Musei Civici di Bologna? A partire dal Cinquecento, con le collezioni del bolognese Ulisse Aldrovandi, e dal Seicento con la Wunderkammer di Ferdinando Cospi, sono molti i personaggi che nel corso dei secoli hanno contribuito alla formazione e allo studio delle collezioni. Grazie a loro, oggi i Musei Civici costituiscono un sistema articolato che consente di raccontare la storia cittadina sotto molteplici punti di vista.

2. Libere e audaci. Le donne nella storia raccontate dai Musei Civici di Bologna
Numerose figure femminili raccontate dalle collezioni civiche rappresentano modelli di emancipazione. Attività considerate comuni, come suonare, recitare e leggere, sono state per le donne conquista di grandi traguardi. Molte hanno tracciato con coraggio una strada di libertà, hanno contribuito al progresso sociale e, in alcune fasi storiche, a disegnare il mondo come lo conosciamo oggi.

3. Questione di stile. La bellezza raccontata attraverso le collezioni dei Musei Civici di Bologna
La cura del corpo è sempre stato un elemento di grande importanza sin dall’antichità, con funzioni igieniche, sociali e culturali. Lo testimoniano le tracce delle civiltà antiche e gli sviluppi nel corso del tempo. A Bologna, il comparto beauty è divenuto anche una risorsa economica, con la nascita di un comparto produttivo dedicato.

4. Mortadella & Co. La cultura del cibo nelle collezioni dei Musei Civici di Bologna
Non si può pensare a Bologna senza la sua importante tradizione culinaria. Attraverso le collezioni dei Musei Civici è stato possibile immaginare l’allestimento di un banchetto millenario che comincia dalla storia più antica di Bologna e arriva fino ai nostri giorni, in un viaggio di oltre 2000 anni di prelibatezze e abitudini alimentari.

5. Bologna antica città della seta. Una storia inaspettata, raccontata dai Musei Civici di Bologna
Le testimonianze si intrecciano come fili di trama e ordito, e portano alla luce una storia inaspettata. Bologna, città capitale del velo di seta, ha esportato questo prezioso tessuto verso le principali corti di tutta Europa. Ma la moda non fu l’unico ambito di applicazione. La seta ha caratterizzato tre secoli di storia cittadina e ha lasciato preziose tracce nelle collezioni civiche.


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Andrea Caretto e Raffaella Spagna “Sensitive Stones” per una Litoteca Esperienziale

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta, sabato 30 novembre 2024, Sensitive Stones. Progetto per una Litoteca Esperienziale, l’attivazione dell’omonima opera di Andrea Caretto e Raffaella Spagna presentata nell’ambito della mostra Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura.

Andrea Caretto e Raffaella Spagna
Sensitive Stones
Progetto per una Litoteca Esperienziale
 
Sabato 30 novembre 2024
dalle ore 12.00 alle ore 13.00, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 e dalle ore 17.00 alle ore 18.00
Sede: Biblioteca in seguito a una visita guidata alla mostra

L’opera del duo artistico Caretto/Spagna, presentata nella Biblioteca del Castello di Rivoli, è un’installazione interattiva fondata sull’incontro intimo e personale tra soggetti umani e minerali. Sensitive Stones. Progetto per una Litoteca Esperienziale si compone di una collezione di ciottoli e blocchi di roccia raccolti dagli artisti in vari siti della Val Seriana, in particolare nel territorio di Alzano Lombardo. In seguito levigate e lucidate, queste pietre lisce e lucenti ma dalla forma inalterata, sono messe a disposizione del pubblico per un prestito temporaneo tramite una modalità simile a quella adottata dalle biblioteche per i libri.

Caretto/Spagna coinvolgono le persone auspicando che la vicinanza, il contatto e l’intimità con questi oggetti, corredati di scatole di legno e taccuini per appunti, generino nel fruitore una relazione di inedita interdipendenza, convivenza e incontro con il mondo minerale e i suoi micro-racconti.
Nel corso dell’attivazione gli artisti raccontano il procedimento di selezione e preparazione delle pietre e invitano a sperimentare i molteplici usi delle rocce, dalla pura contemplazione allo studio fino all’esplorazione di diverse forme di contatto, come il portarle nelle proprie tasche o posizionarle sotto il cuscino per favorire l’incontro notturno con dimensioni inconsce differenti.

Nella giornata di sabato 30 novembre 2024 l’attivazione dell’opera è prevista dalle ore 12.00 alle ore 13.00, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 e dalle ore 17.00 alle ore 18.00. Ogni sessione è preceduta da una visita guidata alla mostra Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura, a cura del Dipartimento Educazione del Museo alle ore 11.00, 15.00 e 16.00.

Si ringraziano per la collaborazione la Fondazione Giusi Pesenti Calvi – ETS, Alzano Lombardo (BG) e The Blank Contemporary Art, Bergamo.

L’appuntamento si inserisce nell’ambito del progetto di public program Vibrant Natures. On Telluric Cosmologies, a cura di Guido Santandrea e Marianna Vecellio e nato dalla collaborazione tra tra Almanac, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Orti Generali.

Il programma continua la riflessione iniziata con On Decay and Rebirth, realizzato tra febbraio e marzo 2024, mantenendo come base di ricerca i caratteri di complessità, pluralità, coesistenza e reciprocità propri della natura. Filo rosso del percorso è lo sviluppo di un pensiero ecologico e di una coscienza ambientale che riposizioni l’umano all’interno della natura, rispondendo all’urgenza di sviluppare politiche di resistenza alle economie di sfruttamento della natura fondate sul superamento dell’opposizione tra soggetto e oggetto, tra natura e cultura, tra umano e non umano.
Offrendo una ridefinizione del concetto di “natura” intesa come agente attivo e vitale, Vibrant Natures ­– On Telluric Cosmologies esplora come artisti e ricercatori di diversi ambiti riflettano sulle possibilità di azione e influenza di entità non umane, ponendole come condizioni necessarie per mettere in discussione le condizioni che hanno portato all’attuale crisi climatica e ambientale.

Tra i partecipanti figurano An Tairan, Maria Thereza Alves, Enrico Caprio, Caretto/Spagna, Giulia Damiani, Derek MF Di Fabio, Federico Luisetti, Timothy Morton, New Pessimism Studio, Precious Okoyomon, Riar Rizaldi, Natsuko Uchino.

Vibrant Natures. On Telluric Cosmologies è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Regione Piemonte.

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Sabato 30 novembre 2024 | h. 12.00–13.00 – h. 16.00–17.00 – h. 17.00–18.00
Sensitive Stones. Progetto per una Litoteca Esperienziale
Attivazione dell’opera degli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna
Biblioteca del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Ingresso gratuito con il biglietto del Museo.
Acquista QUI il tuo biglietto

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Torino)
www.castellodirivoli.org | T. +39 0119565222 | info@castellodirivoli.org

BIOGRAFIE

Andrea Caretto (Torino, 1970) e Raffaella Spagna (Rivoli, 1967) collaborano stabilmente dal 2002 esponendo in istituzioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. La loro pratica artistica si fonda su un’attitudine alla presenza e all’esperienza nel mondo, in stretto contatto con la materia in tutte le sue trasformazioni e individuazioni. Essa esplora le modalità di percezione dell’ambiente, i flussi e cicli della materia, la morfogenesi e le trasformazioni del paesaggio, ristabilendo un rapporto con l’Altro (minerale, vegetale, animale) in cui l’essere umano è in ascolto degli altri soggetti che abitano il mondo. Sono tra i soci Fondatori dell’associazione di artisti Progetto Diogene, Torino, e di Pianpicollo Selvatico Fondazione ETS – center for research in the arts and the sciences, Levice (CN). Vivono e lavorano a Cambiano (TO).



Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

MonFest Fotografia a Casale Monferrato, la seconda fantastica edizione

Casale Monferrato torna a parlare di fotografia con la seconda edizione di MonFest, il festival a cadenza biennale che ha visto il proprio felice esordio nel 2022, confermato con il Middle MonFest 2023 incentrato sull’antologica di Maria Vittoria Backhaus.

La nuova edizione si svolgerà dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025.

MONFEST 2024
ON STAGE
Cinema Teatro Musica
Casale Monferrato (Al)
30 novembre 2024 – 4 maggio 2025  

Direttore artistico: Mariateresa Cerretelli

Realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria,  grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con la direzione artistica di Mariateresa Cerretelli e promosso dalla Città di Casale Monferrato, il MonFest continua il proprio percorso nel segno di un’identità tracciata fin da subito all’insegna del confronto della fotografia con le altre arti, e della contaminazione tra passato e presente.

Il tema di questa seconda edizione sarà ON STAGE e le parole chiave saranno Cinema Teatro Musica, attorno a cui sarà costruito un ricco caleidoscopio di inedite visioni fotografiche articolate in 14 mostre, che andranno ad occupare alcuni dei luoghi più belli e simbolici di Casale Monferrato.

A partire dal suggestivo Castello del Monferrato, sede principale del festival dove trovano accoglienza ben 12 esposizioni.

A partire dal foyer, dove sarà esposta una selezione di foto di Maria Vittoria Backhaus realizzate negli anni Sessanta durante la tournee dei Beatles in Italia.

LA SETTIMA ARTE di Mimmo Cattarinich a cura di Armando Cattarinich e Maurizio Presutti, che vuole offrire un’immersione nella magia totalizzante del cinema fino agli anni Duemila. Dai divi come Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Pedro Almodovar, la grande Maria Callas, ai dietro le quinte di grandi protagonisti come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o John Cassavetes e i ritratti più incisivi di attori come Roberto Benigni, Gigi Proietti fino, Monica Bellucci e Penelope Cruz. 

CINEMA ON THE ROAD di Fiorella Baldisserri a cura di Elena Givone e Mariateresa Cerretelli è invece una mostra/reportage. Nel 2009, Francesca Truzzi e Davide Bortot hanno fatto una straordinaria scelta di vita: hanno comprato un vecchio camion e lo hanno trasformato in una casa mobile, con l’intenzione non solo di viverci ma di viaggiare per il mondo e proiettare film, equipaggiandola con pannelli solari e dotandola di tutte le attrezzature necessarie per creare un cinema sotto le stelle ovunque andassero. Questa mostra, accolta negli spazi del Castello, racconta i loro spostamenti e la loro vita quotidiana dal 2022 sia in Italia che all’estero.

CLAUDIO ABBADO IMMAGINI DI SUONI di Cesare Colombo a cura di Sabina e Silvia Colombo, che presentano una selezione di fotografie del Maestro Claudio Abbado. La prima parte lo ritrae durante le prove di un concerto al teatro alla Scala nel 1965. Nella sezione seguente è raccolta una serie di immagini relative alla tournée europea di Abbado con i Berliner Philharmoniker nel 1996. Sono presenti anche fotografie del 2008 relative alla rappresentazione di Pierino e il lupo, con Abbado alla direzione dell’Orchestra Mozart e con la voce recitante di Roberto Benigni.

CARLA CERATI. LA PASSIONE PER LA SCENA – IL LIVING THEATRE (1967-1984) di Carla Cerati (1967-1984) a cura di Elena Ceratti, è un tuffo negli anni Sessanta in cui la Cerati inizia a interessarsi al lavoro della compagnia newyorkese, fondata da Julian Beck e Judith Malina nel 1947. Tra il 1967 e il 1968 il Living propone in Europa tre degli spettacoli più iconici del suo repertorio e sono Antigone, Frankenstein Paradise Now che Carla Cerati fotografa a Milano Modena e Avignone. 

PRIMA CHE ACCADA di Luca Canonici, TEATRALITA’ di Patrizia Mussa, AL PUNTO FERMO DEL MONDO CHE RUOTA di Lia Pasqualino a cura di Giovanna Calvenzi e Andrea Elia Zanini sono tre tappe di una riflessione visiva sul tema del teatro. Luca Canonici propone un’indagine in bianco e nero sui momenti che precedono l’inizio della rappresentazione. Patrizia Mussa racconta, con la sua straordinaria tecnica che mescola fotografia e acquarello, i teatri italiani che sta indagando da oltre un decennio. Lia Pasqualino costruisce una serie di formidabili quadri che fermano alcuni momenti delle rappresentazioni teatrali.

VISIONI di Gabriele Croppi a cura di Susanna Scafuri, è un lavoro che parte dai fotogrammi di quattro caposaldi della Storia del cinema, Metropolis di Fritz Lang (1927), Quarto Potere di Orson Welles (1941), Stalker di Andrej Tarkovskij (1979), Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (1987), per arrivare ad una elaborazione digitale personale e emozionale. Nel solco della sua poetica che si incentra sull’indagine del rapporto tra la fotografia e le altre arti, realizza un corpus di opere trasfigurate in una sintesi estetica pittorialista.

SOUNDING PICTURES di Roberto Polillo a cura di Marco Pennisi. Da Miles Davies a Cecil Taylor, da Duke Ellington a Count Basie, Roberto Polillo a partire dal 1962 fotografa i giganti del jazz nei concerti di Milano e dintorni, al seguito di suo padre Arrigo Polillo. Continua fino al 1975 e le sue immagini di grande impatto riflettono la documentazione delle performance ma rappresentano una magica rappresentazione visiva della musica stessa.  

S.P.B. (Sensitive Portrait Box) di Alessandro Ando Magagna. In questa performance, SPB è l’acronimo di Sensitive Portrait Box: una cabina nera, una sorta di scatola in cui una volta entrati ci si isola dal mondo esterno. La persona che partecipa alla performance deve solo entrare, sedersi e sentirsi libera. Di fronte al viso un foro e l’obiettivo della macchina fotografica. Due scatti, due pose: una in silenzio, l’altra con la musica. Due pose che verranno messe insieme in un’unica foto stampata immediatamente in formato 10×15 in bianco e nero.

JAZZ SPIRIT di Pino Ninfa è un altro bel viaggio all’interno del mondo del jazz. Storie su e giù dal palco, fra luoghi sacri e architetture profane, in mezzo alla natura o in riva al mare, inseguendo un gesto o un riflesso, aspettando il momento decisivo, sempre e comunque all’insegna di un racconto.

TEN YEARS OF ROCK AND ROLL di Mathias Marchioni a cura di Luciano Bobba. 
Marchioni festeggia al MonFest i 10 anni di carriera con l’esposizione di ritratti di big indimenticabili ed eventi seguiti da folle oceaniche. Dal palco di Bruce Springsteen nel tour italiano The River tour a Lenny Kravitz, da Liam Gallagher agli Iron Maiden, Red Hot Chili Peppers e molti altri ancora.

PICTURES OF YOU di Henry Ruggeri a cura di Mattia Priori, una raccolta di immagini memorabili e di ricordi, estrapolati dalla storia di concerti ed eventi partecipati da Ruggeri. Attraverso una app gratuita, l’iconica voce del giornalista e dj radiofonico Massimo Cotto sarà messa al servizio di questa mostra spettacolare, a raccontare quegli attimi di gloria grazie al contributo di una memoria orale indimenticabile.

Palazzo Gozzani Treville, splendida sede dell’Accademia Filarmonica di Casale, ospita invece FAVOLOSOTEATRO di Giovanni Hänninen a cura di Renata Ferri. Questa mostra celebra i teatri come luogo vivo, magico ed eterno. Contengono storie, raccontano epoche e costumi, protagonisti di capoluoghi o di piccole città di provincia, sono forzieri ricchi di bellezza che diventa storia identitaria, affidata a questo viaggio visivo realizzato dalla fotografia d’architettura in purezza di Hänninen.

Sempre nell’Accademia Filarmonica, nello spazio della Balconata, sarà esposto SUL FILO di Laura Marinelli, fotografa, e Dado Bargioni, cantautore. È estratto da SINESTESIA, progetto fotografico-musicale che unisce canali comunicativi e sensoriali differenti: fotografie e canzoni che raccontano diverse storie e affrontano diverse tematiche.

Nel Chiostro del Complesso di Santa Croce, sede del Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, in questo che è l’anniversario di Francesco Negri  (Tromello, 1841 – Casale Monferrato, 1924) le sue foto saranno messe a confronto con le immagini di Marc Ferrez, maestro della fotografia brasiliana contemporaneo di Negri. A cura di Elena Givone e Ilenio Celoria.

Emanuele Capra, Sindaco di Casale Monferrato, sottolinea: “Con la seconda edizione del MonFest, dopo il successo della prima e della speciale Middle MonFest, Casale Monferrato conferma il suo ruolo di polo culturale che concilia divulgazione e ricerca attraverso manifestazioni di ampio respiro che hanno risonanza ben oltre i limiti territoriali consueti. Un’attività intensa che si conferma e consolida la scelta intrapresa di puntare in modo deciso sulla fotografia, una disciplina che nella nostra città ha visto operare Francesco Negri, del quale ricorrono i cento anni dalla morte, e che oggi ha un seguito rilevante contribuendo al successo di una manifestazione culturale che cresce e coinvolge tutta la città, valorizzandola e consentendo al pubblico di scoprirne la bellezza e la storia. Grandi Maestri e talenti riconosciuti, con parentesi storiche, si affiancano in un percorso stimolante che darà continuità qualitativa, soddisfacendo le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori”.

Infine, il complesso ebraico di Casale è il palco di NORMALE, un percorso espositivo di Flavio Bonetti a cura di Daria Carmi e Marco Porta, che comprende un documentario e parte di tre serie fotografiche. Una riflessione sulla dimensione teatrale dei mass-media e del senso comune, iniziata nel 1995. Dal 16 febbraio al 4 maggio, una mostra che cerca di essere una lente per osservare la società contemporanea.

Ad arricchire poi il festival, un programma ricco di incontri, talks, letture portfolio e laboratori declinati su cinema, teatro, musica e fotografia.


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rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa – Città di Casale Monferrato
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Tel 0142.444.356 – www.comune.casale-monferrato.al.it

Il favoloso viaggio nella pietra d’Aurisina – Inaugurazione delle sculture

Le opere frutto delle Residenze e Laboratori transfrontalieri di scultura contemporanea / Verso KAMEN saranno inaugurate sabato 30 novembre, alle ore 11.00, al Piccolo parco sculture / Tunnel della pietra – Portopiccolo, Sistiana (Duino Aurisina, TS), alla presenza delle autorità del Comune di Duino Aurisina, dei rappresentati del Circolo Culturale Sloveno SKD Igo Gruden e dell’Amministrazione di Portopiccolo.

“Ispirate a simboli arcaici” – ricorda la curatrice Eva Comuzzi – “sono state realizzate dagli studenti/scultori Andraž Švara e Juri Tenze (Srečko Kosovel Sežana – Slovenia), Riccardo Bonetto e Zeno Conzato (Accademia Belle Arti Venezia), con il costante e qualificato supporto dei maestri scultori e tutor Edi Carrer e Alberto Fiorin.

INAUGURAZIONE SCULTURE
IL FAVOLOSO VIAGGIO NELLA PIETRA D’AURISINA
L’ERA DEL CAMBIAMENTO – POLIFONIA CARSICA

SABATO 30 NOVEMBRE _11.00
Piccolo parco sculture / Tunnel della pietra – Portopiccolo, Sistiana (Duino Aurisina, TS)

“Ospitare nel nostro Comune i giovani scultori delle residenze di questo progetto è un vero onore. Siamo orgogliosi di loro e del loro entusiasmo” – sottolinea l’Assessore alla cultura e al turismo del Comune di Duino Aurisina, Marjanka Ban – “ma possiamo essere orgogliosi anche e soprattut­to del fatto che gli artigiani delle aziende locali continuano ad aprire le porte dei propri laboratori e ad offrire ai giovani artisti la loro pietra. Porte aperte all’arte della scultura anche nella piazza rinnovata di Aurisina” – anticipa l’Assessore Ban. “Due sculture prodotte in due diverse edizioni delle residenze andranno sistemate nella piazza San Rocco, che diventerà vetrina anche di questo progetto che il Comune di Duino Aurisina sostiene e accompagna sin dall’inizio”.

Le opere che saranno inaugurate vanno ad aggiungersi a quelle prodotte nelle precedenti cinque edizioni delle Residenze, ideate dalla presidente di Casa C.A.V.E. e direttrice artistica de “L’Energia dei Luoghi. Festival del Vento e della Pietra”, Fabiola Faidiga, insieme alla referente sezione pietra, Maddalena Giuffrida, e organizzate quest’anno in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, l’Istituto tecnico professionale di Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra / Šolski Center Srečka Kosovela – Sežana (Slovenia) con il prof. Matej Perčič e lo Studio Carrer di Pietrasanta, le aziende marmifere Caharija Snc, Gramar Marmi e Cava Romana di Aurisina Cave, il Comune Duino Aurisina, SKD Igo Gruden – Aurisina, Agriturismo Juna, Atipico, Ristorante San Mauro. Con il particolare contributo della Fondazione Pietro Pittini.

“Tre opere, realizzate rispettivamente da Andraž Švara, Juri Tenze e Riccardo Bonetto” – spiega Maddalena Giuffrida – “andranno a completare il Piccolo Parco Sculture di Portopiccolo, integrandosi con il luogo che le ospita, una ex cava di calcare, oggi moderno resort, in un percorso che si snoda parte nel borgo e parte nel “Tunnel della Pietra”, accanto alla Portopiccolo Art Gallery. Nella rinnovata piazza di Aurisina, invece, verrà collocata l’opera ideata dal maestro Alberto Fiorin e realizzata a quattro mani assieme allo studente-scultore Zeno Conzato, vera novità di questa edizione. Troverà spazio nella piazza anche la scultura di Edi Carrer, “Il rumore del silenzio”, frutto della prima edizione delle Residenze”.

Dopo l’inaugurazione seguirà una visita guidata alla mostra personale “Untitled” dell’artista/scultore Edi Carrer, ospitata alla Portopiccolo Art Gallery, e la presentazione del catalogo “Il favoloso viaggio nella pietra”, fotografie di Massimo Goina.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Bologna, Museo civico del Risorgimento, “Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915)”

La memoria storica del Risorgimento è indissolubilmente legata all’iconografia della camicia rossa con cui per la prima volta, nell’aprile del 1843, Giuseppe Garibaldi vestì a Montevideo la legione degli oltre 500 italiani impegnati a difendere la repubblica uruguayana dagli attacchi del dittatore argentino Juan Manuel de Rosas.
Da allora il rosso non abbandonò più le milizie volontarie al seguito dell’Eroe dei due mondi, conferendo all’indumento emblema del Garibaldinismo la notorietà di uniforme più celebre di tutto l’Ottocento e il valore simbolico di un mito che ha attraversato diverse generazioni, ancora oggi percepito come fondativo del nostro vivere civile, sebbene sia appurato che la camicia rossa non fu l’unica uniforme garibaldina, malgrado le testimonianze dell’iconografia ufficiale.

Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento


Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915)
A cura di Pietro Compagni

30 novembre 2024 – 9 febbraio 2025
Museo civico del Risorgimento
Piazza Giosue Carducci 5, Bologna
www.museibologna.it/risorgimento

Inaugurazione venerdì 29 novembre 2024 ore 18.00
con la partecipazione di rievocatori di 8cento APS

La mostra Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915), promossa dal Museo civico del Risorgimento del Settore Musei Civici Bolognadal 30 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, offre un percorso visivo e storico attraverso le uniformi e le vicende dei Garibaldini dalla guerra in Uruguay fino alla partecipazione alla Prima guerra mondiale, mettendo in luce l’evoluzione del garibaldinismo nelle diverse fasi storiche. 

L’inaugurazione con ingresso libero si svolge venerdì 29 novembre 2024 alle ore 18.00, con la partecipazione di rievocatori di 8cento APS che, in abito storico, animeranno la Sala Eventi con scene teatralizzate ispirate ai figurini esposti.
L’evento fa parte del progetto BO’seum2024 promosso da 8cento APS nell’ambito dell'”Avviso pubblico per l’assegnazione di contributi ed attività culturali per l’anno 2024″, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna e con il contributo del Comune di Bologna.

L’esposizione propone una serie di 47 ricostruzioni grafiche a colori realizzate dal curatore Pietro Compagni – uno dei più validi figurinisti storico-militari contemporanei, con al proprio attivo un notevole numero di pubblicazioni, mostre e convegni – che, sulla base dell’iconografia e di descrizioni coeve, illustrano le uniformi indossate da volontari e volontarie che nel corso dei decenni parteciparono alle campagne militari promosse da Giuseppe Garibaldi (e dai suoi eredi) a partire dall’America Latina (1843), passando per le Guerre di Indipendenza (1848-1866), la difesa della Repubblica Romana (1849), la spedizione conclusasi all’Aspromonte (1862), la campagna dell’Agro romano (1867), il conflitto franco-prussiano (1870-1871), la lotta per la libertà della Grecia (1897), fino alla spedizione nelle Argonne durante la Prima guerra mondiale.

Molti dei corpi, bande, legioni, colonne, brigate, compagnie e battaglioni che formarono i ranghi garibaldini indossavano uniformi proprie, fornite dai loro organizzatori, oppure dalle popolazioni delle località in cui questi reparti si formavano. Inoltre, spesso i garibaldini provvedevano autonomamente al proprio vestiario, per cui erano decisive le necessità personali, la disponibilità finanziaria, la situazione contingente e anche il gusto personale e la “fantasia” di ogni volontario.

In ogni caso, gli uomini che dal 1843 al 1915 combatterono con Garibaldi o in nome degli ideali garibaldini. nella maggior parte dei casi non avevano un’uniforme propriamente detta: per uniforme si intende un vestiario codificato, concepito secondo canoni regolamentati, descritto in appositi regolamenti a stampa. Allora è necessario ricorrere ad altre fonti: i reperti originali, l’iconografia pittorica e fotografica, le memorie di chi indossò quelle uniformi, ma anche documenti, relazioni, note spese, oltre alla “letteratura” degli studiosi del settore. 

Le ricostruzioni proposte sono il frutto di molti anni di pazienti ricerche condotte da Pietro Compagni che, tra le fonti del suo lavoro, si è avvalso anche di cimeli rari e di grande valore storico, tra cui uniformi originali, documenti d’epoca, fotografie e dipinti appartenenti alle collezioni del Museo civico del Risorgimento di Bologna, in parte esposti in questa occasione per raccontare l’epopea dei Garibaldini, uomini che hanno combattuto per la libertà e l’unità d’Italia.

Tra questi, spicca un reperto del tutto unico: un’uniforme garibaldina del “Reggimento Malenchini”, un corpo di volontari che raggiunse i Mille di Giuseppe Garibaldi in Sicilia poco tempo dopo lo sbarco (1860), e le cui uniformi erano di color caffè e non rosse.
Per diversi motivi, tutte le uniformi di quel corpo sono andate perdute e quello conservato a Bologna è l’unico esemplare rimasto, oggi in cattivo stato di conservazione.

La giubba, realizzata con tessuto di scarsa qualità, appartenne a Primo Baroni, che venne ferito nella battaglia di Milazzo (nella giubba è ancora visibile il buco provocato dalla palla che lo colpì). Lo storico Andrea Viotti scrisse nel lontano 1979 un saggio sul Reggimento Malenchini, ipotizzando una ricostruzione grafica dell’uniforme unicamente in base alle memorie scritte, non essendo allora a conoscenza di questo prezioso reperto. Grazie agli studi di Viotti e al reperto originale, Pietro Compagni ha potuto realizzare un figurino attendibile.

In concomitanza con la mostra Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915), il Museo civico del Risorgimento di Bologna lancia la campagna Art Bonus per il restauro conservativo urgente della giubba. Il fabbisogno economico da raggiungere entro il 31 marzo 2025 è di 5.000 euro. Per informazioni è possibile consultare il sito web .

Durante il periodo di apertura sono proposte tre visite guidate:

domenica 8 dicembre 2024 ore 11.00, a cura di  Pietro Compagni   
domenica 12 gennaio 2025 ore 11.00, a cura di Pietro Compagni
domenica 9 febbraio 2025 ore 11.00, a cura di da Mirtide Gavelli.
La partecipazione richiede il biglietto di ingresso al museo, non è richiesta la prenotazione.

Mostra
Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915)

A cura di
Pietro Compagni

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento

Periodo di apertura

30 novembre 2024 – 9 febbraio 2025

Inaugurazione
Venerdì 29 novembre 2024 ore 18.00

Orari di apertura
Martedì e giovedì 9.00 – 13.00
Venerdì 15.00 – 19.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 18.00
Chiuso lunedì e mercoledì

Ingresso
Intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale visitatori > 19 anni e ≤ 25 € 2 | gratuito possessori Card Cultura

Informazioni
Museo civico del Risorgimento
Piazza Giosue Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 2196520
www.museibologna.it/risorgimento
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna

Settore Musei Civici Bologna

www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei

Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Sara Campesan allo Spazio Eventi Artenetwork Orler di Marcon (Venezia)

Oltre 50 opere e una serie di sculture per un racconto visivo dedicato al percorso artistico di Sara Campesan (Mestre 27 dicembre 1924, Venezia 20 dicembre 2016), che, per usare le sue stesse parole, “è sempre stato filtrato dal pensiero di ricerca”.

Nello Spazio Eventi di Marcon, Artenetwork Orler celebra i cento anni dalla nascita di questa grande artista, figura cardine della cultura dell’arte contemporanea , con una mostra a lei dedicata, ripercorrendo gli snodi del suo percorso artistico votato ad essere, per sua stessa natura, indagante codici di luminosità e trasparenza.

Sara Campesan, il Centenario dalla nascita, davvero arte.
 
A cura di Michela Poli
Inaugurazione venerdì 29 novembre ore 18.00
30.11.2024 – 12.01.2025

Visitabile dal 30 novembre al 12 gennaio la rassegna è stata ideata, prodotta e organizzata per dare vita e corpo a quello che Artenetwork Orler ha sempre sostenuto, sottolineando la coerenza nella passione per l’arte dell’artista mestrina, che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte.

Il progetto espositivo si sviluppa negli spazi Artenetwork Orler di Marcon e accompagna il visitatore in un’esplorazione del linguaggio espressivo di Sara Campesan e restituisce uno spaccato della sua produzione artistica dal dopoguerra al 2016.

Filo rosso della mostra è una data importante, i cento anni dalla nascita. E’ un progetto, questo per il centenario, che ha preso forma per omaggiare un’artista il cui lavoro di ricerca e sperimentazione pare essere ancora oggi vivo, palpitante, in movimento. Documentare, raccontare e mostrare l’opera di Sara Campesan nel modo più completo, antologico e suggestivo mai allestito: questo il senso della grande mostra per il centenario.

Un viaggio artistico, quello di Sara, che la vede impegnata agli esordi (1948 – 1964), con un figurativo a pennellate corpose e decise, per poi lasciare spazio a quadri astratti in cui si percepisce già la ricerca di luce e spazio. Per approdare infine all’immagine circolare, alla sovrapposizione, al mobil-quadrato (1965 – 1969), alle spirali, alle scomposizioni, frantumazioni, rotazioni e alle composizioni modular. Tutto l’operare di Campesan è già magistralmente rappresentato nei due libri a lei dedicati in occasione della mostra “Sara Campesan. All’avanguardia” tenutasi al Padiglione delle Arti di Marcon nel febbraio 2016.

All’interno della mostra una rappresentanza di opere di artisti appartenenti ai due movimenti di cui l’artista veneziana fu co-fondatrice: Dialettica delle Tendenze e, successivamente, il Gruppo Verifica 8+1. Inoltre un doveroso omaggio verrà dedicato al Gruppo C.O.N.V.I.D., creato dall’artista Roberto Sgarbossa.

Nipote dello scultore Alberto Viani, si diploma in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia e percorre il suo percorso artistico nel 1948 iniziato nel segno della sperimentazione e della ricerca pittorica con opere tra cui emergono numericamente ritratti e paesaggi, dal tratto deciso, che lasciano trasparire un’identità che presto si allontana dalla figurazione. Nel 1962 conosce Bruno Munari a Milano e nel 1964 entra a far parte del gruppo “Dialettica delle Tendenze” e “Set di Numero” a Firenze. L’anno dopo è fondamentale perché si dedica alle strutture modulari e alle esperienze ottico-dinamiche. Interessante il suo interesse per l’immagine circolare, alla quale dedica particolare attenzione ponendo, nel visitatore, uno sguardo alla profondità di uno spazio. In questo lasso temporale continua la sua ricerca sui colori e sui materiali, arrivando ad analizzare la struttura colore/luce/movimento e mentre le prime opere sono solo disegnate, successivamente vengono coinvolte con la vita, attraverso i movimenti reali. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1972 e ad altre esposizioni italiane importanti. A Mestre è co-fondatrice del centro Verifica 8+1 nel 1978, dove vengono promosse mostre di artisti impegnati nella ricerca di nuovi linguaggi assieme a Franco Costalonga, Aldo Boschin, Maria Pia Fanna Roncoroni, Maria Teresa Onofri, Nadia Costantini, Nino Ovan, Rolando Strati. Insieme a Sofia Gobbo, impegnata nell’organizzazione e nel coordinamento delle attività, essi costituiscono i nove soci fondatori dell’associazione, formatasi nei i primi mesi di quell’anno e presentata al pubblico attraverso questo ‘evento pilota’ che avvia una storia assai vitale e duratura, terminata nel 2008 . Per tutti gli anni Novanta si susseguono numerose esposizioni a Milano, Ferrara, Verona, Vicenza. Nel 2009 partecipa alla mostra Venezia salva/ Omaggio a Simone Weil. Muore a Mestre nel dicembre 2016.


INAUGURAZIONE: venerdì 29 novembre ore 18:00.
Durata: dal 30 novembre al 12 gennaio 2025.
Sede: Spazio Eventi Orler, Via Porta Est 9, 30020, Marcon (VE)
Orari: da lunedì a sabato 10:00-13:00 e 14:00-18:00 / domenica su appuntamento

www.artenetwork.it

“ISTRUZIONI PER L’USO – avventure, sogni, incantamenti” di Marisa Casaburi

Sabato 7 dicembre, dalle ore 17,00, avrà luogo presso i locali dell’Associazione Culturale Spazioquattro-incontri d’arte di Via Ghibellina, 120, a Messina, l’inaugurazione della mostra “ISTRUZIONI PER L’USO-avventure, sogni, incantamenti” di Marisa Casaburi, a cura e con presentazione critica di Mariateresa Zagone.

La mostra nasce dalla volontà di raccontare, anche a Messina e con un progetto articolato, l’amore per il fantastico di un’artista e dei suoi incantamenti. Marisa Casaburi, infatti, crea atmosfere colorate e leggere che costituiscono l’ossatura grammaticale e sintattica di un mondo fiabesco che si dipana sulle pagine dei libri, sulle tele, nelle carte e cartapeste che diventano luoghi perfetti per sciogliere le briglia della realtà.

Cuore dell’esposizione, da cui tutto origina, sono sei libriccini d’artista in formato poco meno che A5 che, come indica il titolo stesso della mostra, sono una sorta di libretti di istruzione con i quali imparare a maneggiare la macchina complessa della vita. Libri da cui fuoriescono i personaggi e gli oggetti che riempiono lo spazio circostante, esplosioni di inquieta fantasia, che sono la prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la parola e l’immagine concorrono ad un unico viaggio.


Marisa Casaburi exibition
a cura di Mariateresa Zagone

 
7-19 dicembre
lunedì/sabato
ore 17,00-20,00
domenica
ore 10,30-12,00

Da Mariateresa Zagone <mtzagone@gmail.com>