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del Minisito

 
 

  

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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

VIA CARDINES




 

da Guida descrittiva della città di Messina, 1882
 

 
   
 

Dalla via Primo Settembre e propriamente dalle Quattro Fontane, ha principio la via Car­dines. Salendo, a destra trovasi una lapide che ricorda essere stata ivi un tempo la Zecca.

Sono noti i privilegi che aveva Messina di batter moneta. L'edifizio della Zecca fu am­pliato dal Municipio nel 1625; nel 1734 fu battuta dai tedeschi la moneta coll'oro trovato nelle miniere di Fiumedinisi colla seguente iscrizione: eX VIs ber IbV s MeIs. hae C. f. Vn DIIVr, le cui lettere segnate danno la cifra dell'anno MDCCXXXIV.

A sinistra continuando s'incontra il Convitto La Farina.

Questo Istituto fu fondato nel 1615, sotto il nome di Convitto dei Dispersi, e in esso gli orfani vengono educati a morali e civili ammaestramenti.

A pochi passi a destra, sorge la bellissima Chiesa di S. Filippo Neri.

Fu fondata al 1618 e l'interno di essa è grande e spazioso. È divisa in tre navate, da due file di pilastri rozzi e pesanti. Nella prima cappella è un bellissimo quadro del Tuccari, rappresentante una Immacolata. La Vergine con S. Filippo Neri all'altare maggiore e il quadro della Pietà sono opere del Barbalonga. Il quadro del Beato Valfrè, che vedesi nel primo altare a sinistra, è del Rodriguez. I quadri rappresentanti la Resurrezione di Laz­zaro e la vedova di Nain che stanno a fianco dell'altare maggiore sono opere del Filocamo. Nella sagrestia vedesi un magnifico quadro del P. Francesco Alberti, che fu il fondatore di questo tempio ed è dipinto del Barbalonga, che gli era nipote. Nell'ex convento trovansi ora gl'Istituti Tecnico e Nautico.

Proseguendo per la stessa via, s'incontra la Piazza della Giudecca.

Da questa piazza scendendo per il vico S. Mercurio si giunge ad un'altra, in mezzo alla quale vedesi una fonte, costruita da re­cente sopra un'altra antica. A fianco sorge la chiesa di S. Andrea o Confraternita dei pe­scatori, ricca un tempo di splendidissimi quadri che oggi veggonsi nel Museo, restando ad osservarsi soltanto una copia di quello di S. Andrea (l'originale del quale è opera del Comandè) fatto dal Panebianco.

 

Nella stessa via Cardines, a poca distanza della piazza della Giudecca, e passato il piccolo ponte che cavalca il torrente Portalegni, si vedono due chiese l'una dirimpetto all'altra.

La prima è quella di N. Donna dell'Indirizzo, ricca di bellissime pitture del Bova, che oggi sono guaste. Il quadro di S. Giacomo è di ignoto autore, ma della scuola di Raffaello. Il quadro all'altare maggiore e quello della Vergine con S. Placido sono del Catalano.

L'altra è quella della Madonna di Lampedusa, la quale si presenta con un vago sacrato, tutto adorno di fiori. L'interno della Chiesa fu dipinto dal Paladino.

Più avanti trovasi: l'Ospedale Militare, oggi in via di completamento e la chiesa della Mad­dalena.

Questa chiesa fu eretta nel 1086 ed erano ivi i Cavalieri Templari; questi in seguito la cessero ai Monaci Cassinesi. L'interno di essa è spazioso e diviso in tre grandi navate. L'adornano varie pitture degne di ammirazione, fra le quali meritano special menzione, il quadro dell'altare a destra rappresentante la Decollazione di S. Giovanni Battista ch'è opera del Fulco, il Martirio di S. Placido ed il Transito di S. Benedetto del Bova, la tavola di S. Giovanni del Vasari e la gran tela della Maddalena del Subba. Lasciata la chiesa della Maddalena la via
Cardines viene a convergere con quella denominata di Porta Imperiale.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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