“Il Pci è una giraffa”, amava dire Togliatti, sempre descritto come un rigido professore, e invece ironico e spregiudicato nei suoi giudizi. Perlomeno a partire da un certo tempo, a metà degli anni ’50, quando il suo partito si dichiarò ufficialmente in favore di una propria via al socialismo, che doveva essere “italiana”, e dunque non solo non sovietica, ma nemmeno simile a quella degli altri partiti comunisti europei che a lui non piacevano affatto. L’animale prescelto per sottolineare la diversità non poteva essere che quella anomala bestia dal collo e dalle gambe lunghe lunghe, differente da ogni altra. “
E’ la premessa di Luciana Castellina nella prefazione del libro “Noi, piccoli granelli di una bella storia. Il risveglio di Napoli e di una giovane generazione nell’esperienza del Circolo Francesco De Sanctis nei primi anni Sessanta” di Filippo Maone, edito da Infiniti mondi e presentato al Circolo ILVA di Bagnoli con la fondatrice de Il Manifesto insieme a Nora Puntillo e Eugenio Donise, coordinati da Massimo Anselmo.
Presenti al convegno la professoressa Nella Maone sorella Pippo Maone e Paolo Pantani, allievo della professoressa Maone e vicepresidente del Centro Studi EU-Med.
“Il Circolo culturale Francesco De Sanctis, creato, e poi sempre animato, da Filippo Maone ed altri compagni ed amici a Napoli nel 1960 contribuì alla diversità del PCI come molti circoli culturali via via costruiti da comunisti diventando centri di confronto, aperti alle nuove culture, generazioni geografiche. Canali di innovazione contro ogni chiusura dogmatica. Polmoni. Spesso, non proprio per via della loro sacrosanta curiosità per il mondo, non propriamente ortodossi. Come infatti fu quello di Napoli rispetto ad una leadership del PCI piuttosto sospettosa»
L’appuntamento è stato occasione anche di un evento conviviale a sostegno del Progetto del CENTRO di FORMAZIONE di CULTURA POLITICA CRITICA