Camilleri, il teatro infinito di un uomo che non smise mai di raccontare

A Palazzo Firenze la mostra per i cent’anni dello scrittore: sei stanze per una vita intera

“ANDREA CAMILLERI.
Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri”


Palazzo Firenze, Roma
23 ottobre – 9 novembre 2025

Palazzo Firenze
Piazza di Firenze, 27 – 00186 Roma


A Roma, nella Sala Walter Mauro di Palazzo Firenze, la Società Dante Alighieri inaugura il primo omaggio per i cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri. La mostra si intitola Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri, e già nel titolo si capisce che il commissario Montalbano resterà fuori scena, o quasi.

Curata dallo storico Giulio Ferroni e realizzata in collaborazione con il Fondo Camilleri e la produzione di Arthemisia, l’esposizione vuole restituire il ritratto di uno scrittore che non si è mai accontentato di un solo mestiere. Regista, sceneggiatore, drammaturgo, narratore, e in fondo anche attore di sé stesso. Perché Camilleri, come Pirandello, pensava che il mondo fosse un grande palcoscenico dove le persone si aggirano recitando parti che spesso non scelgono.

Sei sezioni raccontano questa parabola. Dalla famiglia e la scuola del giovane Andrea — con quaderni, prime poesie e le letture di Montale e Saba — fino alle regie teatrali accanto a Orazio Costa e ai copioni di Beckett, Pirandello e Ionesco. Poi c’è la RAI, dove inventò serie come Il tenente Sheridan e Maigret, e scambiò lettere con Primo Levi e Sciascia. Seguono gli anni del Camilleri narratore, dalle prime prove dattiloscritte alla nascita del commissario di Vigàta, con tanto di glossario siciliano redatto di suo pugno.

Infine, la visione: Caravaggio, Guttuso, Renoir. E il testamento spirituale di Conversazione su Tiresia, il monologo che recitò nel 2018 al Teatro Greco di Siracusa, un anno prima della morte. In quella voce cieca, ma lucida e ferma, Camilleri sembrava voler dire che la vita è un mistero che si affronta raccontando.

Il percorso, accompagnato da un’audioguida con la voce di Marco Presta, suo ex allievo all’Accademia d’Arte Drammatica, è punteggiato da fotografie, lettere, copioni, materiali audiovisivi e interviste tratte dalle Teche Rai e da Palomar. Ci sono persino frammenti curiosi: un servizio del Tg2 del 1996, una chiacchierata con Patrizio Roversi, il backstage del suo Tiresia.

Camilleri non è stato solo l’autore di un commissario fortunato. È stato un uomo che ha riempito di parole ogni spazio possibile: la pagina, il palco, lo schermo. E che fino all’ultimo, con ironia e un pizzico di scetticismo, ha continuato a raccontarci che il mondo — per quanto assurdo — merita sempre un applauso.

La mostra, aperta al pubblico dal 23 ottobre al 9 novembre 2025, con orari differenziati nei fine settimana, si inserisce nel Centenario Camilleri, promosso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100.


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